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Persi 5 milioni di ettari di terreni agricoli in 40 anni

di Andrea Boretti - 18/11/2009

Dalla fine degli anni '60 ad oggi sono andati perduti il 25% dei terreni agricoli, con gravi conseguenze per la situazione idrogeologica del paese. Drammi come quelli di Messina e Ischia sono sempre più frequenti. Eppure il trend sembra non conoscere inversione...

 

dissesto idrogeologico italia
L'Italia ha una lunga storia legata alle calamità naturali, ma negli ultimi anni tra alluvioni, terremoti, slavine ed eruzioni vulcaniche la situazione sembra veramente degenerare
L'Italia ha una lunga storia legata alle calamità naturali, ma negli ultimi anni tra alluvioni, terremoti, slavine ed eruzioni vulcaniche la situazione sembra veramente degenerare. Le cause sarebbero, secondo una ricerca della Coldiretti guidata dal Professor Angelo Frascarelli, sia i cambiamenti climatici che le progressiva e sempre più preoccupante sottrazione di terreni all'agricoltura.

 

Questi due fattori insieme, oltre ovviamente alla cattiva amministrazione del territorio e all'abusivismo, sono infatti la causa del grave dissesto idrogeologico del nostro paese, dissesto che minaccia ben 5581 paesi, ovvero il 70% dei comuni italiani. Di questi 1700 sono a rischio frana, 1285 a rischio alluvione, mentre 2596 a rischio di entrambe le tipologie di calamità.

Se il riscaldamento climatico è una sfida globale che “globalmente” deve essere affrontata - senza nulla togliere a ciò che ciascuno di noi può fare - la sottrazione dei terreni all'agricoltura è invece un problema tutto italiano. Negli ultimi 40 anni, dice la ricerca della Coldiretti, l'Italia ha perso 5 milioni di ettari di terreni agricoli, ovvero il 25% di quanti ne aveva, appunto, 40 anni fa. Per farvi un'idea delle dimensioni vi basti sapere che questa cifra corrisponde a due volte la superficie della Lombardia.

Ma come vengono utilizzati questi terreni? Gli usi sono i più diversi ma le voci principali raccontato una destinazione ad uso industriale, residenziale, civile e infrastrutturale. Riassumendo: la città si sta mangiando la campagna!

La situazione è in rapido peggioramento; ormai solo molto raramente quando un terreno viene venduto è un imprenditore agricolo a comprarlo. In grande aumento in questi ultimi anni l'acquisto di terreni per la costruzione di centrali a pannelli fotovoltaici o a biomassa, con tutte le valutazioni pro e contro che questi due tipi di industrie energetiche si portano dietro. "La grave iniquità di cui è vittima il settore agricolo” - sostiene il Presidente della Coldiretti Sergio Marini – “mette a rischio il futuro delle imprese e con la scomparsa del terreno agricolo si perdono per sempre paesaggio, biodiversità, cultura e ambiente".

Paesaggio, biodiversità, cultura, forse sono queste le perdite più grosse. In un paese in cui la cultura viene ormai da tempo data per scontata, oppure considerata - sbagliando - qualcosa che semplicemente c'è e ci sarà sempre, la perdita progressiva di questo micro-mondo agricolo è un ulteriore dramma che si aggiunge alle migliaia di morti per alluvioni, terremoti e frane.

Arriverà il giorno in cui stanchi delle continue morti e di un mondo fatto solo di un asfalto sporco e puzzolente molto più di un campo concimato, gli uomini cercheranno di tornare alla terra, di coltivarne i frutti e di recuperarne le tradizioni, ma, forse di tradizioni si sarà persa la traccia e di terra ci sarà solo quella dura e arida di uno spoglio "giardino condominiale".