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Alcoa. Il parassita (statale) che inquina.

di Debora Billi - 22/11/2009

E' su tutte le prime pagine online il caso Alcoa: a Portovesme, in Sardegna, i lavoratori si sono chiusi nell'impianto e impediscono a chiunque di entrare e uscire, dirigenti compresi. Già immagino chi griderà che "è contro la legge".

2000 posti di lavoro a rischio, Alcoa che vuole chiudere l'impianto. Eppure, non è un caso di "azienda in crisi": è l'ennesimo caso di multinazionale che viene qui ad attaccarsi alla mammella dello Stato. Già: perché era lo Stato, cioè noi, a pagare una parte degli enormi consumi elettrici di Alcoa. La terza industria di alluminio al mondo, una delle più grandi industrie sul pianeta Terra, che si fa pagare la bolletta elettrica da Pantalone, probabilmente col ricatto occupazionale. Ora la UE ha detto basta a questo andazzo, e l'Alcoa, che non può più mantenere il proprio business coi soldi pubblici, chiude baracca e burattini.

Ma Alcoa non è solo l'ennesimo parassita: è anche un parassita dannoso. Su tutta la Rete si raccontano infiniti casi di inquinamento e devastazione prodotti in tutto il mondo da questi benefattori dell'umanità. Senza far troppa fatica, qualcuno li ha riassunti nell'Alcoa Pollution Worldwide Map, che trovate appunto su Google Map.

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Insomma, si tratta della solita gente senza scrupoli che usa e getta senza ritegno, dopo averci abbondantemente messo le mani in tasca perché "L'industria sia competitiva". E lo credo che è competitiva, visto che la sovvenzioniamo con gli aiuti statali.

Ora cosa succederà? I lavoratori sono stati già manganellati ieri a Roma, ed è probabile che l'esperienza si ripeta anche a casa. Il governo promette, ma cosa c'è da promettere? Di continuare a pagare le bollette, cosa che l'UE ha proibito? Di abbonare all'Alcoa la parzialissima restituzione del maltolto, come sentenziato dall'Europa, ovvero circa 300 milioni di euro? Ma si, abboniamoglielo, così tengono aperto qualche altro mese per prenderci in giro meglio. Il sindacato tuona indignato contro il governo, probabilmente auspica che si cali ancora le braghe davanti a questi scrocconi.

Queste sono le situazioni tragiche in cui ci si trova quando si cede a ignobili ricatti. Quando "per stimolare gli investimenti stranieri" ci si stende a tappetino. Quell'industria, e con essa molte altre, non doveva proprio aprire, non a tali condizioni capestro. Oggi le alternative che restano sono solo due: manganellare gli operai per mandarli a casa a forza, con tanti saluti all'Alcoa che se ne va, o fare ciò che si dovrebbe fare quando i parassiti decidono di andarsene dopo aver spremuto il limone: statalizzare gli stabilimenti, tanto ce li siamo già comprati svariate volte (vale anche per Marchionne).

Indovinate quale sarà l'opzione scelta.