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Gerusalemme Est, nel 2008 record di palestinesi “cacciati” da Israele

di Carlo M. Miele - 03/12/2009




Non ha precedenti il numero di palestinesi che, durante lo scorso anno, è stato privato dalle autorità israeliane del proprio diritto di vivere a Gerusalemme Est.

Secondo l’organizzazione israeliana per i diritti umani HaMoked, che cita dati del ministero degli Interni di Tel Aviv, nel 2008 sono stati 4.570 i palestinesi spossessati del proprio titolo di residenza nella parte araba della città santa, ossia oltre un terzo del totale da quando lo Stato ebraico l’ha occupata, nel corso della guerra del ‘67.

Il tutto – a detta dei palestinesi – nell’ambito di una precisa politica che mira a rafforzare la presenza ebraica nella zona e a tagliarla fuori dal resto dei Territori palestinesi occupati.

Israele si difende dalle accuse, affermando che la maggior parte dei palestinesi privati del titolo di residenza vive all’estero, così come appurato nell’ambito di una "verifica ampia" fatta nelle liste dei residenti nello Stato ebraico.

L’ong HaMoked, tuttavia, contesta questa procedura, affermando che di fatto ai palestinesi per perdere la cittadinanza israeliana (attribuita in occasione dell’occupazione di oltre 40 anni fa) è sufficiente restare all’estero per sette anni oppure ottenere la cittadinanza o la residenza di un altro Paese.

Il fenomeno – ha dichiarato il direttore dell’organizzazione Dalia Kerstein – ha "raggiunto dimensioni spaventose".

Secondo i palestinesi, quello che sta avvenendo a Gerusalemme Est fa parte di una strategia che mira a cacciare i palestinesi dalla città.

In questa politica rientrerebbe anche la realizzazione della “barriera di sicurezza” e di nuovi quartieri ebraici. L’ultimo insediamento a Gerusalemme Est, nel quartiere di Gilo, è stato autorizzato il mese scorso dal primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, e prevede la costruzione di quasi un migliaio di nuove unità abitative.

Più volte l’attuale governo di Tel Aviv ha definito Gerusalemme “capitale eterna e indivisibile” dello Stato di Israele.

Gerusalemme Est tuttavia – così come riconosciuto dalle Nazioni Unite – dovrà diventare la capitale del futuro Stato palestinese.

Anche l’Unione Europea sarebbe intenzionata a riaffermare nei prossimi giorni il diritto dei palestinesi sulla parte orientale della città santa. Secondo le indiscrezioni apparse sulla stampa israeliana, la Ue avrebbe preparato una bozza che al primo punto prevede “uno Stato di Palestina contiguo, indipendente, democratico e autosufficiente, che comprenda Cisgiordania e Gaza e con Gerusalemme Est come sua capitale, che viva fianco a fianco con lo stato di Israele in pace e sicurezza”.