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Il mondo in mano al Bilderberg?

di Laura Viviani - 07/12/2009

Fonte: culturalazio

"Il club Bilderberg. La storia segreta dei padroni del mondo" è il libro-inchiesta che Daniel Estulin ha presentato a Roma domenica 29 novembre. La politica, l’economia e i media contro il progresso dell’umanità.

club bilderberg

"Il Club Bilderberg. La storia segreta dei padroni del mondo" di Daniel Estulin, Arianna Editrice, Luglio 2009

 

Non te lo immagini così un presunto giornalista investigativo che scrive un libro per cercare di far luce sui misteriosi incontri che avvengono sistematicamente tra i “grandi” della terra. Capelli tirati in un codino, giacca scura stretta, fantasiosa camicia rosa pastello con colletto e polsini rigidi con tanto di fantasia floreale. Tocco finale, occhiali da sole a mo’ di girocollo. Un tipo che non passa inosservato, e che esordisce la sua conferenza con una rivelazione non proprio marginale: “Ero un membro del KGB”.

 

Daniel Estulin è arrivato a Roma, alla Città dell’Altra Economia domenica 29 novembre per il tour promozionale del suo libro Il club Bilderberg. La storia segreta dei padroni del mondo, dove ricostruisce dettagliatamente la vera storia di questo Gruppo Bilderberg che annualmente organizza incontri (non ufficiali e su invito) con circa 130 partecipanti. La maggior parte di essi sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario, che si riuniscono per discutere dei più svariati temi di interesse globale.

 

Il Club Bilderberg si riunisce per la prima volta il 29 maggio del 1954 a Oosterbeek, in Olanda all’Hotel Bilderberg per volontà del principe Bernardo d’Olanda. La nascita del gruppo trae origine dalla Sinarchia, un ipotetico governo occulto planetario che gestirebbe invisibilmente le trame della politica e dell’economia mondiale, finendo così per decidere i destini dell’umanità.
Lo scrittore definisce il Club, “un’organizzazione sistemica” capace di adattarsi ai vari corsi della storia e che ha come fine ultimo “la distruzione degli stati-nazione e del progresso scientifico”, in modo tale da salvaguardare i fortissimi interessi finanziari dei membri del gruppo. Il “fine supremo” sarebbe la creazione di un’unica società per azioni globale che detti legge ai governi di tutto il mondo.

 

I partecipanti si dividono in permanenti, circa quaranta, e saltuari, che hanno partecipato alla riunione solo una o due volte. Solo quella quarantina di persone fedele al Bilderberg è pienamente consapevole della sua complessa struttura organizzativa, e sono anche coloro che hanno il potere decisionale. Questi “eletti” sono secondo Estulin i padroni del mondo appunto, persone di cui mai sapremmo il nome. Le persone veramente influenti non sono infatti i nomi altisonanti che compaiono sui giornali come David Rockfeller; una copertura secondo l’ex-agente KGB, per distogliere l’attenzione dai veri manipolatori mondiali. Il fatto stesso di conoscere il nome di un personaggio, matematicamente esclude che quest’ultimo sia uno che conta veramente, spiega Estulin.

 

Fondamentale è dunque anche il ruolo dei media, duramente criticati da Estulin, che sarebbero manipolati dalle volontà di questi potenti. Parliamo delle testate riconosciute tra le più autorevoli al mondo come il New York Times, l’Economist, il Financial Times, solo per citarne alcune. Ebbene, essi stessi sarebbero membri del Bilderberg, e seguirebbero le sue volontà. Il sistema mediato è infatti il canale privilegiato attraverso il quale distribuire un’informazione manipolata e confezionata appositamente per consolidare o raggiungere alcuni obiettivi piuttosto che altri. “Lo scopo raggiunto” dice lo scrittore, “è quello di farci credere che l’informazione mainstream (tradizionale, ndr), soprattutto quella televisiva, è quella reale”. La tivù sarebbe dunque la complice che aiuterà il Bilderberg ad arrivare alla “distruzione dello spirito umano” per fare in modo di “riportare la società alle condizioni del Medioevo e ridurci come schiavi”.

 

Parole forti, probabilmente, troppo. Interessante comunque è l’idea di fondo che Estulin vuole comunicare: attivare sempre lo spirito critico, mai fermarsi all’informazione che la tv ci offre, ma al contrario cercare di leggere e documentarsi in modo diverso.
Come contro-prova, Estulin cita alcuni esempi che dimostrerebbero la non casualità della maggior parte dei fatti, bensì la loro decisione a tavolino durante le riunioni più o meno segrete, come quelle che il Club Bilderberg organizza.

 

Come spiegare l’andamento ballerino del prezzo del petrolio? Secondo Estulin, decisioni prese dal Bilderberg a partire dal 2002. Alzare il prezzo del petrolio (salito da 20 a 100 dollari al barile dal 2002 al 2007 e ancora da 100 a 150 dollari al barile dal 2005 a metà 2008) ha significato infliggere un duro colpo all’economia cinese, grande importatrice di greggio, e quindi un tentativo di bloccare l’avanzamento del mercato cinese. Contemporaneamente, la Russia, al contrario grande esportatrice di petrolio, ne ha ricavato grandi guadagni. A questo punto il Gruppo, costituito prevalentemente da esponenti statunitensi ed europei, non poteva rischiare di arricchire troppo la Russia, e come in un gioco di equilibri, ha optato per una drastica discesa del prezzo del petrolio. Estulin sembra dunque negare lo statuto di “scienza” all’economia e riduce l’andamento della Borsa a decisioni oculate dei potenti. “Gli economisti sono quasi tutti a servizio del Bilderberg”, conclude.

 

Per coloro che si sono incuriositi, rimandiamo alla lettura del libro, consapevoli del fatto che “fidarsi è bene, ma diffidare è molto meglio”. Estulin insegna.