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Evo Morales: una vittoria antimperialista

di Alessia Lai - 09/12/2009

 
Tutto come previsto. Evo Morales è nuovamente presidente della Bolivia. La popolazione del piccolo Paese andino ha voluto riconfermare il suo mandatario-indio fino al 2015 premiandolo con una percentuale che gli ha permesso la vittoria al primo turno e che, soprattutto, sembra regalare al suo Mas (il Movimiento al socialismo) la maggioranza al Senato. Un risultato fondamentale, perché permetterà a Morales di governare senza più gli ostacoli posti da una situazione parlamentare che nella precedente legislatura ha visto il suo partito in minoranza e che impediva passi importanti, come ad esempio la ratifica della nuova Costituzione.

I dati parlano di un Morales al 63 per cento, con circa trentacinque punti percentuali in più rispetto al suo principale rivale, Manfred Reyes Villa, che avrebbe a malapena raggiunto il 28 per cento. L’imprenditore Samuel Dorio Medina, del partito di opposizione Unidad Nacional ha ottenuto solo il 6%. La Costituzione boliviana afferma che un candidato accede direttamente alla presidenza se ottiene il 50% più uno o il 40% di voti con un distacco di almeno il 10% sul secondo arrivato.

Secondo i sondaggi, il mandatario ha trionfato in sei dipartimenti: La Paz, Oruro, Potosí, Cochabamba, Chuquisaca e Tarija, quest’ultimo tradizionalmente schierato contro Morales e parte della Media Luna, la zona orientale del Paese in cui più dominano i movimenti autonomisti di destra ostili al presidente riconfermato. Non a caso, il principale candidato dell’opposizione, Reyes Villa, è stato il più votato negli altri dipartimenti della Media Luna: Santa Cruz, Beni e Pando. “Sebbene, tuttavia non abbiamo potuto vincere in tutti i dipartimenti, lo abbiamo fatto in uno in cui mai avevamo vinto, il che dimostra che continuano ad aggiungersi (…) compagni”, ha commentato Morales sottolineando che “i risultati di queste elezioni marcheranno una nuova pietra miliare nel Paese, perché smetterà di esistere la cosiddetta Media Luna, che si trasformerà in Luna Piena di unità tra tutti i boliviani”.

Al Senato sembra che il Mas sia riuscito ad ottenere circa i due terzi dei seggi con 24-25 di 36 possibili senatori contro il 10- 11 che dovrebbe avere ottenuto la formazione dell’opposizione.

Il presidente eletto si è congratulato con la popolazione, poco più di 5 milioni di aventi diritto al voto, per la massiccia partecipazione e ha ribadito la sua promessa di arrivare alla rifondazione del Paese e al riscatto della sovranità popolare. “Oggi la Bolivia ha nuovamente dimostrato una vocazione democratica e una rivoluzione democratica culturale al servizio del popolo (...) con la partecipazione a queste elezioni hanno dimostrato che è possibile cambiare la Bolivia con il voto popolare”, ha detto.

Fratelli e sorelle, ora abbiamo un cammino aperto (...) un cammino di dialogo con tutti i settori per applicare la prima Costituzione che sarà approvata dal popolo” ha aggiunto Morales ora che il Senato garantirà l’appoggio ai cambiamenti promessi. Morales ha quindi “dedicato” la sua vittoria al più grande popolo antimperialista: “Il trionfo in Bolivia non è solo per i boliviani (...) questo trionfo dei boliviani è fondamentalmente un giusto riconoscimento per i presidenti, i governi e i popoli antimperialisti”.

Le celebrazioni della schiacciante vittoria non hanno impedito al presidente di aprire al dialogo con le opposizioni, nonostante i colpi bassi ricevuti da queste in passato: “vengano a lavorare con me per servire il popolo boliviano – ha affermato - prima di tutto la Bolivia, ai margini di qualunque rivendicazione di carattere settoriale”.