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Spatuzza e il catastrofico problema dei pentiti

di Uriel - 13/12/2009

Fonte: Wolfstep

La storia di Spatuzza (stavolta lo prometto, le arrampicate sugli specchi di Repubblica le lascio cosi’, si commentano da sole) riporta alla ribalta il catastrofico problema dei “pentiti”. Il problema del “pentito” nasce dal tentativo di imitare la legge americana a riguardo, nel caso particolare il programma di protezione dei testimoni. Il problema e’ che ne viola palesemente le premesse, e come se non bastasse si inserisce all’interno di una tregua armata tra giudici e  mafia, in corso almeno da un ventennio in Sicilia.

Per prima cosa: non tutte le nazioni che combattono la mafia usano i pentiti. C’e’ molto scetticismo a riguardo, per una semplice ragione logica. La testimonianza e’ l’unica prova che possa venire prodotta dalla semplice volonta’ umana. LA semplice volonta’ umana non puo’ produrre una traccia di DNA, un’impronta digitale o altri fatti materiali. Puo’ produrre pero’ le parole, cioe’ la testimonianza.

La legge ha affrontato da sempre in modo parziale la questione dei testimoni, perche’ c’e’ sempre stato il problema di garantire che la testimonianza sia integra. Un modo e’ quello di minacciare il testimone di una pena se si scopre la falsa testimonianza. Se pero’ la pena e’ troppo alta, il testimone arriva gia’ impaurito, avra’ cioe’ paura che un equivoco porti alla sua punizione.

D’altro canto, tutti gli altri espedienti in uso per garantire la bonta’ della testimonianza (giuramenti sulla Bibbia, formule solenni da pronunciare, eccetera) sono poco piu’ di un placebo.

Il confronto tra testimoni puo’ garantire la coerenza tra le testimonianze quando e se tutte sono consistenti. Se abbiamo due testimoni dell’ 11 settembre, per dire, possiamo avere due testimonianze cosi’:

 

  • Che cosa ha udito, Mr Jones, quella mattina?
  • Ho sentito l’inconfondibile suono di un demone volante, e ho visto il boeing schiantarsi su una delle torri di Babele. Proprio nell’ ufficio di Tramaun’roth, il demone tarantino.
  • E poi?
  • Una fumata nera, nera come l’inferno ha mostrato al mondo il volto di Satana. Me lo ricordo, quel fumo, con le corna… era satana, in persona, che mostrava il suo volto. La fine e’ vicina!
  • E che cosa ha fatto allora?
  • Mi sono messo a pregare.Ma ho visto benissimo , mentre pregavo, i piedi caprini del demonio. E le sue mutande D&G.

Cosi’, siccome sembra che Astaroth in persona abbia ordinato l ‘11 settembre, e noi non ci crediamo, possiamo confrontarlo con un altro testimone.

  • Mr Wells, ci racconti cosa ha visto.
  • Erano circa le 9 antimeridiane, quando vidi un UFO a forma di Boeing dirigersi verso il centro della cospirazione ebraica.
  • E che cosa e’ successo?
  • L’ UFO ha seguito una traiettoria impossibile per un normale Jet, e ha colpito l’edificio esattamente dove si trovava l’ufficio per i rapporti tra alieni e Savi di Sion, distruggendo le prove dell’esistenza degli alieni raccolte a Rostok.
  • E poi?
  • Una nube di fumo contenente un potente amnesico ha fatto dimenticare tutto alla gente. Ma io ho riconosciuto l’arma aliena, (la stessa di Rostock)  ho mangiato un gambo di sedano cubano, che notoriamente e’ l’antidoto, e ho potuto ricordare di non aver visto nessun ebreo fuggire dal palazzo.
  • A che distanza si trovava dall’edificio colpito, Mr Wells?
  • Non saprei: dalla  mininera di molibdeno ove lavoro, nel Nebraska, faccio fatica a stimare le distanze.  Specialmente  con tutta quella nebbia. Ammetto che non sapevo nulla della nebbia, pero’: quando siamo a 300 metri sottoterra, non la vediamo.

Morale della storia: confrontare due testimonianze sbagliate non vi porta alla verita’(1), e se anche mettessimo “a confronto” i testimoni non ne ricaveremmo nulla.

La cosa che possiamo fare, pero’, e andare a cercare delle evidenze della realta’ materiale. Ma qui arriva un problema logico non indifferente: se le evidenze materiali sono sufficienti a confermare la testimonianza, non abbiamo piu’ bisogno della testimonianza, possiamo trasformare la testimonianza nella teoria accusatoria ed usare i riscontri come prove.

E qui cade il problema: se il pentito dice cose che hanno riscontri materiali, i riscontri materiali possono essere usati come prova, e quel che dice il pentito puo’ venire usato come teoria accusatoria. Cosi’, non c’e’ piu’ bisogno di pentiti. Oppure, quel che dice il pentito non ha riscontri, e allora diventa pura diffamazione.

C’e’ anche un caso intermedio, quello in cui le dichiarazioni dei pentiti sembrino coerenti con altre dichiarazioni di altri pentiti e con altre sentenze. Questo pero’ complica le cose: le sentenze essendo pubbliche possono venire lette, e le testimonianze di altri pentiti possono essere frutto di alleanze.

Sebbene se ne possa dire bene, in definitiva i pentiti hanno portato a mio avviso piu’ guai che altro alla lotta alla mafia. Sicuramente i pentiti danno visibilita’ durante l’assalto ad una grande famiglia, e sicuramente tutti i pentiti hanno dato molta luce ai magistrati che li manipolavano. Il problema pero’ e’ che non la trovo una strategia cosi’ efficace : se si afferma che i pentiti siano indispensabili per la lotta alla mafia, si afferma di poter battere il nemico non per valore militare, ma solo se e quando tra le file nemiche ci sono abbastanza traditori.

Si tratta cioe’ di una strategia piuttosto debole, dal momento che (a meno di non tenere il pentito infiltrato nella famiglia mafiosa) l’avversario sa del traditore e ne conosce le conoscenze, potendo valutare il “worst case scenario”, nel caso dicesse tutto cio’ che sa. Del resto, le strutture ben organizzate sanno bene come reagire a questo genere di attacchi, e cioe’ parcellizzando le conoscenze.

Il mito del pentito nasce dai programmi di protezione dei mafiosi , programmi che iniziarono negli USA.  Ma negli USA il fenomeno era molto diverso. Poiche’ le pene per i reati di mafia minori sono molto dure, a pentirsi e a parlare non erano quasi mai (tranne rare eccezioni) dei grandi capi della mafia, bensi’ dei piccoli esponenti. Il risultato e’ che il fenomeno del pentimento nasceva ai margini, e quindi non permetteva tante suggestioni giornalistiche. Il pentito raccontava di omicidi, indicava complici, eccetera.

Il problema e’ che la giustizia americana , una delle peggiori del mondo sia per efficienza che sul piano dei principi, viene considerata (probabilmente per via dei telefilm americani. Cosa strana, perche’ di solito i telefilm esaltano la polizia piu’ che i giudici) una buona giustizia da imitare. In realta’ il sistema giudiziario americano e’ uno dei peggiori in assoluto in occidente, e lo dimostrano i risultato: una situazione di emergenza come quella dipinta da Gomorra di Saviano negli usa e’ presente in ogni grandi citta’, per via degli scontri tra gang nei ghetti, e a volte la violenza di tali situazioni va oltre i peggiori eccessi mai visti a Napoli. Gli americani fanno finta di non vedere quel che accade nei posti “male” e si sentono assicurati dall’ordine apparente dei quartieri middle class e high class. Tutto qui.

Il sistema giudiziario penale americano e’ , nella realta’, una catastrofe. Certamente attira i demagoghi Pensiamo per esempio alle giurie popolari: chi sogna la democrazia diretta (e sogna di poter giudicare qualcun altro) e’ un acceso sostenitore delle giurie popolari. Se ci mettiamo “la gente”, cioe’ “la gente per bene” dentro le giurie, quelli lontani “dal palazzo”, allora vedrai che sentenze verranno fuori! Altro che essere fuori dopo un mese, certi delinquenti.

Sembra figo, eh? Adesso immaginate di essere questo signore qui, e di avere di fronte una giuria popolare. Vi sentireste al sicuro sapendo che vi giudica “la ggente?”. O senza arrivare ai casi limite, di essere un tizio di Lecce che era andato a visitare venezia e si trova coinvolto in un’accusa di un furto in albergo. Allora voi dite che eravate sotto la doccia in quel momento, e su cinque giurati “presi tra la ggente”, tre stanno pensando “impossibile, i terroni non si lavano”. E’ ancora cosi’ rassicurante, la “giuria popolare?”.

LA verita’ e’ che una giuria popolare sara’ uno spaccato dei pregiudizi della societa’ locale, e venendo scelta a caso ci si accerta solo di rispecchiare tutti i pregiudizi allo stesso modo, anziche’ un pregiudizio piu’ di un altro. Nel caso di Amanda Knox gli americani rimproveravano agli italiani di non aver “isolato” i giurati perche’ non risentissero della campagna mediatica , ma la domanda e’ “e’ possibile isolare i giurati dai loro stessi pregiudizi?” . Se del resto si fosse condannata la Knox per antiamericanismo, difficilmente si sarebbe formato un simile sentimento durante il processo, credo.

Cosi’, il mondo della giustizia penale americana e’ un mondo fatto di superstizioni senza fondamento : si pensa che basti isolare i giudici per renderli alieni dal “bombardamento mediatico”. La stampa non puo’ dipingere una donna come una puttana perche’ ha un amante negli ultimi mesi del processo, d’accordo. Puo’ pero’ dipingere come puttana OGNI donna che abbia un’amante per tutta la vita dei giudici; l’espediente di isolare i giudici nelle ultime fasi del processo sembra piu’ un amuleto che un vero rimedio: qualcosa nella cui efficacia crediamo per l’idea che rappesenta, e non per gli effetti che ha.

La stessa giuria popolare, che rappresenta l’idea corretta di partecipazione imparziale perche’ fatta di giudici scelti a caso, diventa nei fatti la semplice rappresentazione dei pregiudizi della societa’, pregiudizi che verranno trasformati in sentenza.

In definitiva il pentitismo e’ un fenomeno nato dalla difficolta’ con cui la giustizia americana non ha affrontato il problema delle organizzazioni malavitose, che negli USA sono piu’ forti e potenti di quelle italiane. Poiche’ una lunga tradizione cinematografica ci porta ad osannare quel sistema , sebbene sia catastroficamente inefficace, tendiamo ad assorbirne gli errori, in questo caso i programmi di protezione dei pentiti.

Ebbi modo di discutere con molti iraniani, e mi spiegarono come funziona la storia del pentitismo da loro(2) : per mafia si viene condannati a morte. Non per quello che hai fatto come mafioso, eh. Ti condannano a morte  perche’ sei un mafioso, che poi portassi le caramelle o sciogliessi i bambini nell’acido viene dopo. Pero’, come in quasi tutti i paesi che hanno la pena di morte, la famiglia deve pagare le spese di esecuzione. Ecco, qui entrano in gioco i pentiti: se vi pentite in Iran, vi ammazzano gratis. Non presentano cioe’ il conto (sembra sia piuttosto salato) alla famiglia.

Siccome il pentimento e’ previsto dalla religione, essi vi danno un grande peso, e ovviamente se volete diventare dei delatori e raccontare tutto sulla famiglia mafiosa , per farli arrestare, siete i benvenuti. Nel senso che risparmierete allo stato di dovervi torturare per ottenere le stesse informazioni.

Sicuramente non auspico un sistema del genere (3) ,ma c’e’ da dire che il concetto di base e’ sano: raccontare ai giudici quello che sai e’ un tuo dovere , e semmai dovremmo discutere di maggiori pene ai NON pentiti. Fai parte di un’organizzazione a delinquere? Non sappiamo tutto? Ti interroghiamo e non parli? Qullo che dici non ci e’ d’aiuto? Bene. Cinquant’anni di galera in piu’. Parli? Ci aiuti? Bene, avrai solo la punizione che ti spetta.

Direi che sia un principio piu’ che sufficiente a premiare chi si pente senza calpestare il principio di certezza della pena , anche se non si applica come in Iran.

Il secondo problema viene quando i pentiti capiscono che i giudici sappiano poco, e ingigantiscono la realta’ in modo da avere gli stessi “riscontri” di cui prima, ma presentare un teorema accusatorio enorme Lo spaccio di droga in TV puo’ avere gli stessi riscontri dello spaccio di droga a Tortora, per fare un caso noto.E in quel caso gli stessi “riscontri” del caso generale possono valere per Tortora, a patto che il traffico lo abbia sfiorato abbastanza da vicino.Il resto e’ storia.

Anche perche’ se si premia il pentito per il suo pentimento, quando mente non gli puoi togliere il premio perche’ potrebbe rifiutare di continuare a pentirsi; una volta premiato devi continuare a premiarlo. E non puoi punirlo piu’ di tanto se mente.

Durante l’inquisizione, la chiesa ebbe un problema analogo, cioe’ quello di deposizioni rese e poi ritrattate, come capita ai pentiti, oppure di dichiarazioni rese e poi dimostatesi false. Siccome erano artisti della sottigliezza, inventarono il reato di “relapsia”. Hai confessato una cosa? Poi e’ quella. Si dimostra sbagliata? A morte per aver accusato ingiustamente. Voi ritrattare? Colpevole di relapsia, e a morte. Cosi’ ci pensi prima , di confessare qualcosa che non e’ vero.(4)

In Italia invece si e’ scelta la via piu’ comoda, ovvero la via piu’ comoda per il magistrato.

Il pentito parla in prima persona. PArlando in prima persona il magistrato puo’ sempre dire “eh, io volevo farmi i cazzi miei, ma LUI si e’ messo a parlare”. Non tutti sono eroi, tra i magistrati.

Il secondo lato comodo e’ che il pentito viene premiato se parla, con il risultato che se anche mente non gli puoi togliere facilmente i premi perche’ temi che smetta di parlare. Cosi’ una certa percentuale di menzogne, magari ispirate dal magistrato stesso, passano tranquillamente.

Il terzo lato comodo e’ che il pentito puo’ semplicemente guidare il magistrato a tenersi fuori dai guai , cioe’ ad eliminare chi e’ scomodo all’organizzazione.

Come tutte le organizzazioni, anche la mafia ha le sue lotte intestine. Non esiste la perfetta unita’ di intenti, come direbbe qualcuno. Pensate agli “scissionisti”, per dire. Dunque, la mafia si puo’ trovare nelle condizioni di avere al proprio interno un personaggio scomodo. Poiche’ eliminarlo con strumenti interni rischia di causare una faida interna, perche’ non lasciar fare lo sporco lavoro al nemico?

Voglio dire, Stalin si trovo’ con il problema dei resistenti nazionalisti polacchi. Essi combattevano contro Hitler, ma Stalin temeva che dopo la sua occupazione della Polonia avrebbero potuto diventare un problema. Ma non poteva neanche eliminarli lui, perche’ temeva di perdere l’appoggio di tutti i movimenti partigiani che lo aiutavano ad avanzare nell’est europeo. Cosi’ ritardo’ l’avanzata abbastanza da permettere agli Einsatzkommando di Dirlenwaneger di ripulire la zona.(5) Morale della storia: quando vuoi eliminare qualcuno che e’ scomodo dentro la tua organizzazione, lo strumento ideale da utilizzare e’ il nemico.

Capite voi che dal punto di vista del mafioso, poter usare il nemico per eliminare un avversario interno e’ una soluzione perfetta.

  • Quel pentito che parla e’ un infame, quindi se grazie a lui arrestano qualcuno i rimanenti odieranno il pentito ancora di piu’. Aiuta a tenere la disciplina nelle famiglie mafiose.
  • Colpendo solo chi vuole il boss, il pentito limita le ritorsioni sulla sua famiglia (che essendo nella media numerosa e ramificata, difficilmente si puo’ proteggere adeguatamente). Diventa utile alla mafia.
  • Il magistrato sa che non rischia la fine di Falcone perche’ dopottuto e’ funzionale alla mafia stessa. Diventa utile al magistrato.
  • Il magistrato arresta comunque dei mafiosi, fingendo di lavorare.

E questo e’ il fulcro di quel “cessate il fuoco” militare tra mafia e magistratura, che non vede altri morti eccellenti dopo Livatino, Falcone, Borsellono & co. Il semplice fatto che la mafia abbia condotto alcune operazioni stragiste mostra chiaramente che il loro primo nemico non fosse piu’ la magistratura; altrimenti avrebbero fatto saltare giudici e non gente che non c’entrava.

Questa tregua tra magistratura e mafia e’ al centro dell’attivita’ dei pentiti di oggi, che tengono in piedi il delicato equilibrio per il quale i magistrato puo’ vivere tranquillo , alle cronache arrivano sempre nuovi arresti (le pulizie di primavera delle famiglie mafiose) e i pentiti non vedono piu’ sterminata la loro famiglia sino alla terza generazione.

Va da se’, pero’, la domanda: e’ giustizia, questa, o qualcos’altro?

Note

(1) A meno che non concludiate che i demoni della tradizione biblica siano alieni, si intende.

(2) Sembra abbiano poblemi notevoli con una forma di mafia di origine turca. O meglio, li hanno avuti. Poi i mafiosi hanno iniziato a “collaborare”, probabilmente per via di un saldatore bollente nel culo, o giu’ di li’. Magari ha ragione la Binetti, e la tortura aiuta l’anima e ti viene il pentimento per i tuoi peccati. Dovremmo mandarla ai Pasdaran, magari sarebbe felice di potersi mondare cosi’ bene.

(3) Anche la mafia li’ uccideva i testimoni. Cosi’, la tecnica scelta fu che il testimone raccontava tutto ad un ufficiale dei pasdaran, che si presentava in divisa a testimoniare, dicendo che quella era la cosa che il testimone (ignoto) aveva visto. Nessuno sa se questi testimoni siano mai esistiti. In ogni caso, il fenomeno e’ stato ridimensionato parecchio.

(4) C’e’ da dire che, nel caso dell’inquisizione, il fatto che l’imputata fosse incuneata come una soppressata calabra e nel mentre venisse arrostita come un cosciotto d’agnello poteva aiutare alle confessioni facili, eh.

(5) Il lavoro fu portato a termine. Dirlenwanger ricevette la medaglia d’oro del reich per aver eliminato in un anno 15.000 partigiani combattenti. Tre volte il numero dei partigiani italiani. I metodi somigliavano a quelli in uso a Marzabotto, e non era un caso. Avendo “funzionato” in Polonia, i tedeschi applicavano la ricetta ovunque. In Polonia ebbero qualcosa come 2000 Marzabotto, in totale. il primo giugno 1945 dei soldati polacchi inquadrati nelle forze di occupazione francesi lo portarono alla prigione di Altshausen dove nei giorni successivi venne picchiato e torturato, morendo il 5 giugno 1945. In concreto fu appeso per i piedi sopra un fuoco acceso, morendo soffocato, cosa che rese difficile il riconoscimento della salma per via delle ustioni al viso, tantevvero che fu necessario riesumarla piu’ tardi onde mettere a tacere le voci dei suoi avvistamenti in giro per il mondo.