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200 miliardi di dollari in sussidi per soffocare il mondo

di Luca Bernardini - 15/12/2009

 
 
 
 
A Copenhagen il pianeta discute sulle possibili politiche per fermare il riscaldamento globale e quindi salvare se stesso. Si punta su fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, sequestro di carbonio, efficienza energetica, stop alla deforestazione, ecc.
Le proposte sono molteplici, ma la soluzione rimane lontana, soprattutto se la maggior parte dei sussidi pubblici prende la strada dell’energia fossile.

Lo dice il rapporto 2007 dell’Unfccc, la Conferenza Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, da cui si scopre che 200 miliardi di dollari, pari al 64% della spesa pubblica globale destinata all’energia, vengono spesi per finanziare estrazione di carbone, gas e petrolio.
Le fonti rinnovabili invece? A loro spetta appena il 3.2%, cioè 10 miliardi di dollari.

Per quanto riguarda l’Italia, tra il 2000 e il 2008 si sono spesi 1.77 miliardi di dollari a sostegno di quattro progetti di estrazione di petrolio. Inoltre il sistema prevede sgravi fiscali a chi consuma più energia, e non a chi risparmia su luce e gas, magari migliorando l’efficienza e tagliando gli sprechi (argomenti in auge a Copenhagen in questi giorni).

Infine la ricerca. Le sovvenzioni pubbliche italiane sull’energia pulita sono crollate da 144 milioni di dollari spesi nel 1987 a 67 milioni previsti nel 2006. Parallelamente sono aumentati i finanziamenti statali alla ricerca sulle fonti fossili: da 15 milioni di dollari ottenuti nel 1984 ai 53 del 2006.