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Il waterboarding di Sua Maestà

di Alessia Lai - 23/12/2009

 

 
Il waterboarding di Sua Maestà
 

Il waterboarding, il metodo di tortura consistente nell’annegamento simulato non è prerogativa degli agenti segreti statunitensi. Diventato tristemente noto dopo le ammissioni dei dirigenti Cia sul trattamento dei detenuti di Guantanamo, questo “strumento” pare venisse usato negli anni ’70 anche dai soldati britannici in Irlanda del Nord. Lo ha rivelato ieri il Guardian.
Il fatto è emerso in seguito alle indagini della Criminal Cases Review Commission (Ccrc), che ha recentemente preso in esame il caso di Liam Holden, ritenuto colpevole di aver ucciso un soldato sulla base di una confessione non firmata. Holden aveva 19 anni quando fu catturato a Belfast, nell’ottobre 1972, e accusato dell’uccisione di Frank Bell, il centesimo soldato inglese morto in Irlanda del nord quell’anno, pur in possesso di un alibi confermato da parenti e altre persone.
La sentenza, emessa nel 1973, lo aveva condannato all’impiccagione (pena poi commutata in ergastolo e successivamente ridotta a 17 anni). La giuria, allora, non prese in considerazione le affermazioni di Holden, che sostenne di aver confessato solo dopo che i soldati inglesi avevano praticato su di lui la tecnica dell’annegamento simulato. “Ho parlato quando mi hanno messo un panno sulla faccia e mi hanno versato acqua attraverso bocca e naso dandomi l’impressione di annegare”, aveva spiegato Holden l’irlandese.
Oggi,a distanza di più di 36 anni, la Ccrc ha rispedito il caso di Holden alla Corte d’appello ritenendo di possedere nuove prove sul caso e esprimendo forti riserve “sull’affidabilità e l’ammissibilità della confessione” estorta a Liam. Le affermazioni dell’ex detenuto irlandese, inoltre, diventano molto più credibili in quanto gli avvocati hanno identificato un altro detenuto – di cui non sono note le generalità - che ha rivelato di aver subito lo stesso trattamento. Avvenne nel 1978: i soldati inglesi del Royal Ulster Constabulary, la famigerata Ruc, gli versarono grandi quantità di acqua attraverso naso e bocca con un asciugamano posto sulla testa. Stesso metodo, dunque, usato nei confronti di Holden. La Ccrc ha infine parlato di una terza testimonianza a riguardo, di un altro uomo che sostiene di aver subito il waterboarding nei primi anni ‘70. Il Guardian ha inoltre sottolineato che questi tre casi sono avvenuti tutti dopo il marzo 1972, data in cui l’allora primo ministro Ted Heath mise al bando cinque altri metodi di tortura poi condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in quanto disumani e degradanti: l’incappucciamento, la fame, la privazione del sonno, i rumori eccessivi e la costrizione a restare a lungo in posizioni molto stressanti.
Quando fu arrestato Holden racconto, tra l’altro, di essere stato portato dai militari inglesi in una base di Black Mountain, a ovest di Belfast, dove sarebbe stato picchiato, ustionato con cicche di sigaretta, incappucciato e minacciato di morte. Secondo quanto riferì il Belfast Telegraph del giorno successivo al suo arresto, Liam Holden disse chiaramente alla giuria di essere stato inserito in una cabina dove sei uomini gli avrebbero messo un asciugamani in testa per poi versargli acqua attraverso il naso e la bocca. “Sono quasi svenuto”, avrebbe detto Holden secondo il giornale. “Stavo annegando, non riuscivo a respirare. È andata avanti per un minuto” e per più volte. Alla stessa corte, un sergente del Reggimento paracadutisti dell’esercito aveva invece assicurato che la confessione del ragazzo era stata rilasciata in seguito a un normale interrogatorio.