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Nucleare: un maledetto imbroglio

di Paolo De Gregorio - 23/12/2009


La “cifra” con cui si parla di questo argomento è quella dell’inganno, delle
bugie, delle omissioni. Non si riesce a costringere i paladini del ritorno al
nucleare in Italia a conteggiare, nel costo del kilowattora nucleare, i costi
di dismissione delle centrali obsolete e i costi di stoccaggio delle scorie,
che devono essere sorvegliate per centinaia di anni.
I punti deboli, che fanno del nucleare un progetto da scartare (e per di più
pericoloso e stupido visto che ci sono energie alternative), sono il fatto che
si dipenda da un elemento che non possediamo, l’uranio, che è scarso, i cui
costi continuano a lievitare e comunque non ha futuro per esaurimento, e l’
antieconomicità che necessariamente viene fuori se si costringono quei
gaglioffi che vogliono il nucleare a conteggiare tutti i costi di un piano
industriale, che deve comprendere anche quelli di totale dismissione  delle
centrali obsolete e la messa in sicurezza delle scorie. A tali costi bisogna
aggiungere quelli degli eventuali aiuti statali, comprese quelle agevolazioni
che verranno date alle popolazioni dove verranno costruite le nuove centrali,
nella forma di riduzione delle tasse, della riduzione del costo di servizi, e
tutte le diavolerie che si inventeranno per comprarsi il consenso dei sudditi.

Chiunque vuole opporsi al nucleare deve puntare su questi due punti:
DIPENDENZA dall’estero per l’uranio e il suo esaurimento, ANTIECONOMICITA’ se
si costringono i dottor Stranamore a fare i conti veri di tutto il processo
industriale.
Il Referendum è la strada giusta, ma il dibattito non deve puntare sulla
emozionalità, né sul fatto di schierare destra e sinistra. La ragione deve
spiegare che è un progetto antieconomico, cifre alla mano, ci lascia dipendenti
dall’estero come per il gas e il petrolio, è pericoloso, e la microgenerazione,
con il fotovoltaicoe l’eolico, diffusa su tutto il territorio, è in grado di
fornirci tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, basta facilitarne il percorso
e non ostacolarlo come si fa oggi.

-Un altro progetto “nucleare”, che mi piacerebbe veder fallire, è quello
iraniano.
Gli USA e Israele sostengono di temere una futura bomba in mano agli
iraniani. Naturalmente per questi democratici paesi, armati di bombe atomiche
pronte all’uso, gli iraniani non hanno il diritto di temere la superiorità
assoluta dei loro nemici dichiarati e non hanno il diritto di cercare un
equilibrio nucleare che, come la “guerra fredda” ha dimostrato, è l’unica
garanzia per evitare le guerre.
Sulla convinzione che gli americani “buoni” non userebbero mai la bomba
nucleare, avrei dei meditati dubbi, visto che già ne hanno usato due in
Giappone sui civili, e la democraticissima signora Clinton ha sostenuto che l’
America “vaporizzerebbe” qualunque paese usi l’atomica contro Israele.

La grande carta politica che l’Iran potrebbe giocare non è quella di avere un
piccolo e costosissimo arsenale atomico, che comunque non lo metterebbe al
riparo da una devastante rappresaglia, ma quello di chiedere con forza il
disarmo nucleare totale, sotto il controllo dell’ONU, offrendo sul tavolo la
sua rinuncia al programma atomico, perché il timore di essere minacciati o
attaccati da una potenza nucleare vale per tutti, e affermare che è
intollerabile un mondo in cui ci sia un gruppo di paesi armati di queste bombe,
con cui si esercita un potere reale, e che si voglia impedire ad altri di
dotarsi di quelle armi per continuare nella propria supremazia.
Ci parrebbe una storica lezione di etica, diretta da un paese islamico alle
false democrazie occidentali, che con i loro apparati militari fanno politica e
spendono una enormità di denaro.

E sarebbe anche ora che si capisse una cosa elementare, che l’apparato
militare americano, con le sue 900 basi nel mondo e la sua totale supremazia di
mezzi (atomiche comprese), non ha messo al riparo l’America dal suo declino
imperiale. Il mondo economico è diventato multipolare, i successi e le
iniziative produttive di paesi immensi come Cina, India, Brasile, Indonesia
hanno strappato grandi fette di mercato che non torneranno più in mani
occidentali, e la Cina comunista in qualunque momento potrebbe far crollare il
valore del dollaro se solo pretendesse di riscuotere i buoni del tesoro
americani in suo possesso.
I destini del mondo non li hanno decisi gli arsenali nucleari, ma il
prepotente ingresso nel mercato di nuovi soggetti che si sono liberati dal
colonialismo e dal neocolonialismo delle multinazionali.

Caro ayatollah Kameney, guida suprema dell’Iran, spiazza i falsi democratici
occidentali chiedendo il totale disarmo atomico e ferma tu per primo il
programma di arricchimento dell’uranio.
Per noi, che odiamo le armi atomiche e le centrali ad energia atomica,
sarebbe straordinariamente divertente sentire con quali argomenti le potenze
nucleari cercherebbero di mantenere i loro arsenali, e comunque sarebbero
definitivamente smascherate.
Il gioco di Usa ed Israele è quello del gatto con il topo. Infatti, dopo che
vi sarete svenati per costruire la bomba, vi attaccheranno e avranno l’alibi
per fregarvi il petrolio e nel contempo stanno già finanziando e organizzando l’
opposizione interna che trasformerà la repubblica islamica in una provincia
della Exxson Mobil.


p.s. sull’argomento nucleare ho riportato dati su “pro-memoria nucleare”, in
data 25.6.08, reperibile sul web