Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Da mettersi le mani nei capelli

Da mettersi le mani nei capelli

di Gianfranco La Grassa - 27/12/2009

 

Non sono intervenuto nei giorni delle nevicate e dei blocchi ferroviari, per meglio “assaporare” la stupidità (o mala fede) di tutti gli schieramenti che hanno giustificato l’incredibile vicenda (di cui ho avuto riflessi personali, avendo ricevuto in quei giorni ben tre conoscenti in visita; essi mi hanno raccontato le loro “orrorifiche” esperienze, ripetutesi poi durante il ritorno a casa loro). La direzione di Trenitalia è stata giustificata perché anche all’estero sono accadute vicende simili o peggiori (come sotto la Manica); e si è fatta dell’ironia sul fatto che non si potevano certo scaldare gli scambi con fasci di legna.

Cominciamo con il dire che altrove gli eventi climatici sono stati ben peggiori che da noi, dove sono caduti tra i 20 e i 30 cm. di neve; e questa volta le previsioni sono state “millimetriche”, c’è da congratularsi senza esitazioni con gli uffici meteorologici. Inoltre, le aree europee di disagio sono state ben precise e relativamente ristrette (sia in estensione che come tempo); qui da noi, tutto il nord, fino alla Toscana, è stato messo in tilt. Inoltre, ogni inverno nei paesi nordici (dalla Svizzera alla Russia) cade la neve in copiosa quantità (noi nemmeno ce la sogniamo) eppure sembra che normalmente gli scambi non siano continuamente gelati; e non credo si usino fascine di legna.

Tuttavia, ciò che indigna di più, ciò che non deve essere scusato in alcun modo, è l’atteggiamento dei “responsabili” (del tutto irresponsabili). L’ad di Trenitalia, Moretti – non meno di 3-4 anni fa lessi che guadagnava 1.100.000 euro l’anno, e Cipolletta 900.000; non so se la notizia fosse esatta; si potrebbe però sapere di quale stipendio complessivo godono attualmente questi “grandi dirigenti”? – ha dichiarato, improvvidamente, che non si era verificato alcun blocco. Nemmeno aveva parlato, che quella stessa notte vi fu un arresto totale della circolazione di ben sette ore tra Milano e Bologna. Ma blocchi, ritardi, continui guasti dei locomotori (e degli Eurostar!) si sono sprecati. Non è lecito sentir mentire, e con enorme strafottenza, i più alti dirigenti.

Brunetta fa la campagna contro i “fannulloni”. Non vi è dubbio che l’“esercito” del pubblico impiego sia il più inefficiente d’Europa (e forse non solo). Tuttavia, è un metodo da vecchissimi reazionari (tipo i comandi militari della prima guerra mondiale) quello di procedere alla “decimazione” delle truppe. Una seria politica esigerebbe invece che fossero cambiati gli alti comandi (del resto, dopo Caporetto, si mise Diaz al posto di Cadorna) e la struttura di vertice dell’esercito; perché da lì partono le maggiori disfunzioni, il menefreghismo arrogante e insipiente, la più totale inettitudine e incapacità di direzione.

In ogni caso, è veramente fastidioso veder inaugurare con grande pubblicità la “freccia rossa”, quando poi la rete ferroviaria – ed è ormai esperienza comune, che è intollerabile venga negata dalle “autorità” – degrada continuamente sia come ritardi, guasti, ecc. dei treni sia come pulizia e organizzazione a bordo degli stessi. Sono sempre stato favorevole all’Alta Velocità – e ho ritenuto incivile che si consentisse a singole comunità di bloccare progetti decisi nazionalmente, sintomo di autentica degenerazione della sedicente “democrazia” – ma non certo trascurando colpevolmente o irresponsabilmente l’intera infrastruttura dei trasporti. Così com’è assurdo insistere con il “ponte sullo stretto” – smettendola però con il puerile economicismo relativo agli interessi (magari mafiosi) serviti da questo o quel governante; aspetto semmai secondario – quando c’è ben altro da fare, di più urgente e fondamentale, soprattutto (ma non solo) in Sicilia.

Questo blog, lo si sa bene, appoggia certi aspetti di “ostpolitik” di una parte (solo una parte, sia chiaro) del Governo italiano; e si schiera contro chi, in specie a sinistra, cerca di danneggiare l’Eni e altre (poche) aziende – solo in parte salvate dalle privatizzazioni decise, appunto dai “sinistri”, agli inizi degli anni ’90, operazione coadiuvata da quella generale offensiva anti-nazionale che ebbe la sua punta di lancia in “mani pulite” – per appoggiare interessi stranieri e quelli di ambienti economici nostrani parassitari e succubi dei precedenti. Tuttavia, sul piano interno, quello della più normale organizzazione di una società civile, non c’è veramente alcuna differenza tra gli schieramenti politici attualmente a confronto nel nostro paese, entrambi scadenti in modo inverosimile e preoccupante. Mai e poi mai avrebbe senso appoggiare un centro-sinistra che ha già dato dimostrazione di essere il “covo” dei “migliori” sicari anti-italiani. Tuttavia, l’altro schieramento è veramente penoso sia culturalmente sia come politica interna; e nemmeno brilla in toto in quella estera. Torneremo sul problema, ma almeno questo “assaggino” polemico era necessario, perché l’irritazione provocata da tutti questi scadenti guitti da avanspettacolo ha, per quanto ci concerne, superato il livello di guardia. Ci torneremo.