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Quando il denaro non è tutto…

di Giulia Dal Tio - 07/01/2010

Rispetto al passato lo scenario ed i mezzi sono cambiati, eppure lo scambio è ancora possibile. Lo dimostrano i piccoli gruppi di economia solidale, gli ecovillaggi ed i numerosi movimenti volti a incrementare e migliorare i rapporti tra gli individui. Vediamo qualche esempio…



 

denaro
Le economie senza denaro ricostituiscono dei legami primitivi, grazie ai quali persone della stessa comunità riescono a incontrarsi
Nelle società moderne, regni dell’informatica e dell’individualismo, scompaiono i tempi e gli spazi per la socializzazione in «carne e ossa» e l’ «altro» è sempre più ridotto ad un nome da cliccare sulla tastiera di un telefonino o di un computer. Eppure proprio la tecnologia, che tanto allontana, è al contempo lo strumento che rende possibile forme di comunicazione diverse, all’interno delle quali, felice paradosso, riaffiora quel senso di comunità che sembrava ormai irrimediabilmente perduto.

 

 

Soprattutto in questo periodo così difficile, perché minato da una crisi che tocca tutti i paesi, nascono e si affermano piccoli gruppi di economia solidale, ecovillaggi e numerosi movimenti, volti a incrementare e migliorare i rapporti tra gli individui. Come dire, lo scambio è ancora possibile ma il mezzo di comunicazione è cambiato… E forse anche il fine.

 

Nuove economie

 

Come dichiara Maurizio Pittau, economista di professione e autore del libro: Economie senza Denaro. I Sistemi di Scambio non Monetario nell’Economia di Mercato, EMI edizioni : «tali economie, complementari (non alternative) a quelle tradizionali, si basano sullo scambio volontario di beni e servizi senza l’intermediazione del denaro che viene infatti sostituito con forme di monete particolari o con il tempo». Il fine dev’essere il benessere sociale e individuale e non il consumo di beni.

 

Le economie senza denaro ricostituiscono dei legami primitivi, grazie ai quali persone della stessa comunità riescono a incontrarsi, conoscersi, scambiare beni o servizi, creare contatti e amicizie e soprattutto condividere esperienze. Il rapporto non è più tra individui singoli ma tra l’individuo e la sua comunità di appartenenza. Cade il binomio creditore-debitore in quanto il cittadino non è più ridotto al ruolo di lavoratore e di consumatore, si svalutano le « moderne categorie » di profitto e il rapporto di scambio torna a basarsi su valori universali quali la fiducia, la reciprocità e il dono.

 

 

carrello
Le economie senza denaro sono in crescente sviluppo
Benché non rivestano ancora un peso economico determinante, le economie senza denaro sono in crescente sviluppo: se nel 1990 c’erano meno di 100 esperienze di scambio non monetario, oggi si contano oltre 4.000 comunità. In Italia, oltre alle Banche del Tempo, vi sono stati numerosi esperimenti di valute locali come quelle di Reggio Emilia e di Lecce. Interessante è il caso di Terni, dove è nato il «pasqualo», una moneta complementare che permette uno scambio di saperi: i più giovani offrono conoscenze informatiche agli anziani e agli agricoltori in cambio di storie e nozioni sulla vita dei campi.

 

 

Nel tentativo di “ricostruire il tessuto sociale ed economico distrutto da un’eccessiva presenza del mercato nella vita della comunità”, nasce Arcipelago SCEC, associazione non riconosciuta senza scopo di lucro, dove SCEC sta per Sconto ChE Cammina, poi trasformato in Solidarietà ChE Cammina. Si tratta sostanzialmente di una riduzione di prezzo che gli associati decidono di farsi reciprocamente «attraverso un atto di liberalità assolutamente volontari», da cui ci si può svincolare in qualsiasi momento con una semplice comunicazione all’associazione.

 

Arcipelago SCEC spinge i componenti della comunità a conoscersi e a collaborare tra loro e cerca di utilizzare e valorizzare la professionalità dei propri soci per promuovere iniziative e progetti aziendali che rendano la produzione locale maggiormente competitiva rispetto a quella proveniente da paesi che hanno costi inferiori sia per manodopera che per materie prime.

 

Attualmente gli organizzatori di Arcipelago stanno lavorando a un progetto sull’agricoltura Il Sapore del Cuore e ad uno per la “razionalizzazione dei trasporti” nel raggio dei 50 km. La filosofia di Arcipelago SCEC si basa su due principi fondamentali quanto necessari:

• la gratuità del lavoro dei responsabili dell’associazione, che infatti finanziano di tasca propria gran parte delle spese necessarie a divulgare il progetto in tutta Italia.

• l’apartiticità dell’associazione, indispensabile per permettere a ciascuno di sentirsi a proprio agio senza subire la pressione di vincoli politici, culturali o religiosi.

 

 

 

baratto
Nel baratto il valore dei beni non è stabilito a priori ma deciso in virtù di un accordo tra le parti
Ritorno al passato?

 

 

Se le economie alternative istituiscono nuove forme di scambio, grazie all’introduzione di monete particolari, esistono altre esperienze (più estreme) dove «l’operazione di scambio bilaterale o multilaterale di beni e servizi fra due o più soggetti economici (individui, imprese, enti, governi, etc.) avviene senza uso di moneta ».

 

Quella citata è la definizione della prima forma di scambio commerciale, il baratto, dove il valore dei beni non è stabilito a priori ma deciso in virtù di un accordo tra le parti, sancito in base alla qualità e alla quantità delle merci scambiate e soprattutto in base al fabbisogno del momento. Oggi, nel ritorno al baratto, il principio di base resta lo stesso ma lo scambio avviene evidentemente in forme e con mezzi diversi.

 

Semplice e immediato è lo «swapping», lo «scambio» su internet, forma sempre più popolare di baratto in cui singoli o gruppi di persone si spediscono beni e oggetti tra i più vari (dai vestiti ai libri, dai CD musicali ai gadget) solo su base fiduciaria.

 

Un seguace del «baratto virtuale» è il russo German Sterligov, che dopo aver dissipato la propria fortuna ed essersi ritirato a vivere in campagna, in una fattoria senza gas ed elettricità, ha creato il sito www.artc-alisa.ru, una ragnatela di sportelli «Artc» dislocati in ogni paese e accessibili a chiunque; una sorta di gigantesca banca dati dove poter scambiare ogni genere di beni e merci.

 

Alla base del progetto del signor Sterligov, la volontà di utilizzare le risorse esistenti senza sprecarle, nel tentativo di combattere l’inflazione e la crisi dilaganti. In Italia è invece nota l’esperienza di Zerorelativo.it, il sito aperto da Paolo Severi, barman di Pesaro, che ormai conta più di 6379 iscritti. Come dichiara Severi, il fine è quello d’invitare i barter (neologismo che definisce l’utente che baratta) a «consumare in modo più critico e meno emotivo e a riutilizzare i propri oggetti, a beneficio anche dell’ ambiente ».

 

Interessante è poi l’iniziativa promossa da certi esercizi pubblici che hanno iniziato a offrire i propri servizi in cambio di «beni» che nulla hanno a che vedere con il vile denaro… Incredibile ma vero! Ne è un esempio Villa VillaColle, a Bosa, in Sardegna, il primo B&B&B a promuovere questa filosofia di scambio (la terza «B» sta infatti per baratto), una sorta di bed and breakfast anticrisi, sensibile alle esigenze di chi desidera concedersi qualche giorno di vacanza ma non vuole o non può permetterselo.

 

Per soggiornare a Villa VillaColle (il cui nome dovrebbe richiamarci alla memoria la celebre casa di Pippi Calzelunghe) non serve partire col portafoglio pieno ma con un po’ di fantasia e tanta voglia di condividere la propria esperienza e il proprio «saper fare» con altri. Siete un idraulico o un giardiniere? Sieti maestri del cucito o abili produttori di marmellata? Sapete suonare uno strumento o amate raccontare delle storie? Le possibilità di «dono» sono infinite e soprattutto non ci sono limiti imposti. Per chi fosse interessato: VillaVillaColle B&B. Bosa, Via del Carmine 41. Tel.0785375611; e-mail: alfredo.meschi@libero.it.

Ricordiamo che dal 16 al 22 novembre 2009 ha avuto luogo la «Settimana del baratto»: migliaia di strutture affiliate al portale www.bed-and-breakfast .it, che hanno permesso di soggiornare gratuitamente, in cambio di beni e servizi.

 

mary poppins
Heidemarie Schwermer ha abbandonato lavoro, appartamento e assicurazione sanitaria, per vivere come custode di appartamenti, in cambio di vitto e alloggio
Una povera… ricca

 

C’è infine chi del «vivere senza soldi» ha fatto la propria filosofia. È il caso di Heidemarie Schwermer, autrice del libro Vivere senza soldi, Editrice Aam Terra Nuova, la quale ha rivoluzionato la propria vita partendo dal principio del “non avere niente per essere molto”, con lo scopo di operare un cambiamento politico-sociale nella realtà in cui viveva, la città di Dortmund, e denunciare la società contemporanea, sempre più chiusa e schiava del denaro.

Dopo aver fondato la «Centrale dai e prendi», basata sul libero scambio, Heidemarie Schwermer ha infatti abbandonato lavoro, appartamento e assicurazione sanitaria, per vivere come custode di appartamenti, in cambio di vitto e alloggio.

Parafrasando le sue parole, espressione del pensiero e della volontà di quanti, negli anni, si sono adoperati affinché certi valori non rimanessero solo il ricordo di un ideale lontano, possiamo affermare che «esiste un equilibrio superiore a ciò che si può solo contare e contabilizzare». Questo pensiero ci rincuora e ci dona forza.