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I popoli indigeni proclameranno Evo Morales leader dell’Abya Yala, l’America ancestrale

di redazionale - 11/01/2010

 

 

I rappresentanti di circa 300 organizzazioni dei popoli nativi delle Americhe si sono dati appuntamento per il 21 gennaio in Bolivia per partecipare alla "segunda posesión simbólica" del  presidente Evo Morales che avverrà nel maestoso complesso archeologico di Tiahuanaco, a circa 70 chilometri da La Paz. Gli organizzatori prevedono che almeno 40 mila persone che assisteranno alla cerimonia di Morales voluta dalla comunità india degli amautas (meglio conosciuti come aimaras) che proclameranno il presidente boliviano leader della "Abya Yala", il nome che diversi popoli indigeni danno all'America.

Insieme alle comunità indigene del Paese andino parteciperanno anche il cancelliere boliviano David Choquehuanca e il ministro della cultura della Bolivia, Pablo Groux, che spiega: «16 istituzioni boliviane coordinano l'avvenimento. L'esecutivo ha inviato inviti ai Capi di Stato e di governo dell'Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (Alba), del Mercado Común del Sur (Mrcosur) e all'Unión de Naciones Suramericanas (Unasur), tra le altre organizzazioni regionali». Choquehuanca sottolinea che «La cerimonia di consacrazione del presidente sarà anche un atto di riconoscenza alla Pachamama (Madre Terra), al popolo e alle sue autorità. Sarà un atto per caricarci di energia».

I popoli autoctoni boliviani hanno già avviato i preparativi per la cerimonia rituale per l'inizio del secondo mandato presidenziale di Morales, reduce da un trionfo elettorale che ha visto le comunità indie ed i lavoratori delle grandi città schierarsi massicciamente dalla sua parte. Ad oggi è confermata la presenza di varie organizzazioni e leader indigeni di Canada, Usa, Guatemala, Perú, Cile, Equador, Paraguay, Colombia e di Paesi europei che considerano Evo Morales come uno dei principali difensori della cultura dei popoli autoctoni.

Il sindaco Tiahuanaco, Eulogia Quispe, spiega che «Nel tempio di Kalasasaya ci sarà l'atto centrale a mezzogiorno del 21 di gennaio, quando il Capo dello Stato pronuncerà un discorso».

Già nel 2006 Morales ricevette nello stesso luogo la benedizione dei sacerdoti indios e prese possesso del "báculo" di oro massiccio intarsiato di argento finissimo che lo consacrò presidente. Una cosa che fece andare su tutte le furie la chiesa cattolica e che provocò le proteste (venate di razzismo) dei governatori bianchi delle ricche province orientali che accusarono Morales di paganesimo ed arretratezza indigena. Quattro anni più tardi il presidente Boliviano cementa nuovamente i legami con il suo popolo con una cerimonia antica che parla al mondo un linguaggio di orgoglio etnico e politico che in molti pensavano (e speravano) sepolto dalla globalizzazione liberista. Invece tra gli altipiani Boliviani risorge Pachamama e l'America india e pre-coloniale di "Abya Yala", modernamente sostenuta dal gas e dal litio Boliviani.