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La formula sessita della relatività

di Gianni Petrosillo - 13/01/2010

 

Lo scontro Bonino-Polverini si trasformerà in un ritorno del peggiore femminismo anni 70?


La candidatura di Emma Bonino,
come ho già riportato in un precedente pezzo, sta trasformando la gara
elettorale per le regionali di marzo nel Lazio in una crociata femminista e in
un affare di genere, facendo emergere tutto il peggio che la sinistra sa dare
di sé quando si toccano certi aspetti della sua costituzione “culturale” post-
sessantottina.
L’ avversario della Bonino, Renata Polverini, è una
sindacalista “pasionaria” che punterà, per raccogliere consensi, sulle lotte
nel mondo del lavoro che la sua organizzazione, l’UGL, ha condotto da quando
lei è assurta al ruolo di segretario, cioè dal 1996. La destra liberale non ha
gradito, per tali motivazioni, la sua investitura ed ora che si rischia,
addirittura, di trasformare la competizione elettorale in una campagna sulla
differenza di genere, i destrorsi si agitano ancora di più e si mangiano le
mani per aver ceduto ai finiani su questa presentazione.
Effettivamente, se la
Polverini si farà trascinare nel campo minato di tali temi (dove essa
risulterà, alla fine, meno donna della Bonino perché conservatrice) da sempre
terreno “mappato” dalla sinistra, le prenderà di santa ragione, disperdendo l’
iniziale vantaggio derivante alla sua coalizione dallo scandalo sessuale dello
scorso ottobre, quello che ha terremotato la giunta PD dopo le confessioni di
Marrazzo. E a poco servirà rimarcare la discrepanza ideologica tra i radicali e
il PD, perché la Bonino vanta un passato da grande attivista dei diritti civili
e umani, in una precedente stagione storica in cui il partito di Pannella non
mostrava nessun esitazione nel scendere in piazza, fianco a fianco, con
comunisti e ultrasinistri.
A noi, certo non preoccupano queste questioni che
derubrichiamo a mere beghe elettorali lontane anni luce da ciò che la politica
dovrebbe mettere al centro per favorire la risoluzione dei problemi dei
cittadini e il miglioramento dei livelli di vita della popolazione.
Il fatto
vero è che la sfida Emma-Renata farà uscire dalla “tana” della Storia,
femministe e femministaioli che ci terranno lezioni sulla capacità delle donne,
per il solo fatto di essere nate donne, di svecchiare la politica, di saper
rovesciare il classico potere che si declina inevitabilmente al maschile, di
riportare in auge un pensiero “differenziali stico” in grado di attivare una
piccola rivoluzione culturale, ma da estendere subitaneamente in tutto il
paese, ancora invischiato nel suo ancestrale sessismo. E difatti, in prima
fila, ad avvalorare questo approccio, si sono messi giornali e opinionisti di
quella che un tempo veniva definita l’estrema sinistra comunista, di chi urlava
nelle manifestazioni di piazza “…è mia e la gestisco da me”, o immaginava una
società in cui le donne, non erano semplicemente uguali agli uomini per diritti
e doveri, ma rappresentavano l’unica maniera per decostruire il dominio
capitalistico. Ne abbiamo avuto la riprova con i primi articoli apparsi su Il
Manifesto, dopo che la Bonino ha imposto a Bersani e al Pd la sua discesa nell’
agone elettorale.
Proprio in questi giorni stavo portando a termine la lettura
di un splendido libro di Sokal e Bricmont, intitolato “Imposture intellettuali”
(Garzanti, 1999). In questo testo c’è un intero capitolo dedicato alla
psicoanalista belga Luce Irigaray che, ahimè mi sono dovuto sorbire ai tempi
degli studi universitari. Per farvi capire a quale grado di ridicolaggine può
giungere un certo pensiero femminista riporterò alcuni brani del libro,
lasciando il commento al duo Bricmont-Sokal, senza dire altro. Forse quelli de
Il Manifesto e del PD non fanno altro che parlare alla pancia del ‘ceto medio
semicolto dei settori “pubblici” e improduttivi”’, la definizione brillante è
di La Grassa, ma c’è tutta un’altra Italia stufa di queste “perversioni”
culturali che stanno portando il paese al disastro intellettuale. Ovviamente,
noi non ci schieriamo né per un candidato né per l’altro, ma meno la sinistra
governa meglio è per tutti.
Adesso fatevi due risate.

A proposito della teoria
della relatività
[Luce Irigaray]…“L’equazione E = mc2 è sessuata? Forse si.
Facciamo l’ipotesi che lo sia nella misura in cui essa privilegia la velocità
della luce in rapporto ad altre velocità che ci sono vitalmente necessarie.
Quello che mi pare indicare la natura sessuata dell’equazione, non è
direttamente il suo utilizzo per gli armamenti nucleari, è piuttosto il fatto
di aver privilegiato ciò che va più veloce…

[Commento di Sokal-Bricmont]
“…Quale che sia la nostra opinione a proposito delle “altre velocità che ci
sono vitalmente necessarie” resta il fatto che la relazione E=MC2 tra energia
(E) e massa (M) è verificata sperimentalmente con un alto grado di precisione,
e non potrebbe essere ovviamente valida se la velocità della luce (c) fosse
rimpiazzata da un’altra velocità”.

A proposito della meccanica dei fluidi


[Luce Irigaray] “…Sarebbe necessario riferirsi alla “scienza” per porle alcune
domande. Interrogarla, per esempio, a proposito del suo ritardo, storico,
quanto all’elaborazione di una “teoria” dei fluidi, e a proposito dell’aporia
che ne consegue nella formalizzazione, anche matematica.”

Qui la Irigaray fa
tale affermazione, come ci viene spiegato da un interprete americano del suo
pensiero in quanto vuole: “Privilegiare la meccanica dei solidi rispetto a
quella dei liquidi, e di fatto la totale incapacità della scienza a trattare
flussi turbolenti, viene da lei attribuito alla associazione della fluidità
alla femminilità”.

La scienza sessuata
Luce Irigaray rifiuta “la fiducia in
una verità indipendente dal soggetto” e consiglia alle donne di:
[Luce
Irigaray] “…non sottoscrivere né aderire all’esistenza di una scienza neutra,
universale, in cui le donne dovrebbero accedere penosamente e per cui esse si
tormentano e tormentano le altre donne, trasformando la scienza in un nuovo
Sper-io”

[Sokal-Bricmont] “Le radici della scienza sono forse amare, ma i suoi
frutti sono dolci. Dire che le donne dovrebbero evitare una scienza universale
è come infantilizzarle. Legare razionalità ed oggettività al maschile, ed
emozioni e soggettività al femminile, è come riprendere i più sguaiati luoghi
comini sessisti”.

Corpo e universo (a proposito del divenire sessuale
femminile dalla pubertà alla menopausa)

[Luce Irigaray] “…Ogni momento del
divenire ha a sua volta una sua temporalità, che può essere ciclica, legata ai
ritmi cosmici. Se le donne si sono sentire così minacciate dall’incidente di
Chernobyl, lo si deve a questa relazione irriducibili del loro corpo con l’
universo”.

[Sokal-Bricmont] “…Ritmi cosmici, legame con l’universo – di cosa
sta parlando? Ridurre le donne alla loro sessualità, cicli mestruali e ritmi
(che siano cosmici p no ) è come attaccare tutto quello che il movimento
femminista ha ottenuto negli ultimi tre decenni”.