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Yemen, il metodo Petraeus

di Christian Elia - 24/01/2010





Milizie tribali contro al-Qaeda: la visita del generale Usa da i suoi frutti

"Un gruppo di nostri giovani ha dato vita a una milizia anti-terrorismo, che avrà il compito di tenere lontani dalle nostre terre tutti i terroristi, i contrabbandieri e le spie". A parlare, ripreso dall'agenzia locale Mareb Press, è un portavoce della tribù degli al-Damashqa, uno dei clan più influenti della zona di Mareb, nello Yemen settentrionale.

Un generale influente. "Prenderemo provvedimenti risolutivi contro chiunque troveremo nelle nostre terre, compresi i miliziani del clan degli al-Obeida o di altre tribù. Invitiamo gli altri clan a fare come noi".
L'iniziativa dei leader locali segue l'attacco mirato dell'aviazione yemenita nella regione di Mareb, con il bombardamento mirato di una fattoria, dove l'intelligence di Sana'a riteneva si rifugiasse Ayer al-Shabwani, ritenuto uno dei comandanti di al-Qaeda nel Paese. Al-Shabwani è rimasto ferito, ma è ancora vivo. I bombardamenti nella regione, però, rendono la vita della popolazione locale molto pericolosa e il numero di vittime civili diventa sempre meno collaterale.
Una dichiarazione importante, ma non imprevista. Almeno per coloro che conoscono il 'metodo Petraeus'. Il generale David H. Petraeus, da ottobre 2008, è il Comandante dell'U.S. Central Command, il direttorio militare dal quale dipendono le scelte strategiche di tutto il teatro medio-orientale, compresa la conduzione delle operazioni militari in Iraq e Afghanistan. Proprio in Iraq, dove è stato comandante in capo delle truppe Usa, ha elaborato una teoria che ha messo in pratica quando ha assunto il comando dell'U.S. Army Combined Arms Center di Fort Leavenworth (Kansas), il centro strategico militare statunitense. Qui lavora al nuovo manuale di attività controinsurrezionali delle Forze Armate Statunitensi (FM 3-24). Il metodo, che gli è valso la stima e l'apprezzamento di ambienti statunitensi notoriamente avversi ai militari, anche grazie alla sua cultura personale, consiste in una teoria semplice: gli interessi della popolazione locale prima di tutto. Se gli iracheni o gli afgani non avranno da lamentarsi, ci aiuteranno. Ancor di più: perché non coinvolgerli direttamente nella lotta agli estremisti?

Lavoro sporco in appalto. In Iraq, dopo l'invasione del 2003, erano arrivati guerriglieri da tutto il mondo islamico. Un fenomeno di proporzioni mai viste, forse paragonabile solo all'Afghanistan invaso dall'Armata Rossa sovietica negli anni Ottanta. Elementi pericolosi per le truppe Usa, ma anche non ben visti dalle popolazioni locali. Le operazioni militari Usa finivano spesso per colpire civili innocenti, mentre gli integralisti imponevano alla popolazione locale usi e costumi sentiti come estranei e con la forza. Questo generava una tensione crescente verso le truppe di occupazione, che Petraeus ha deciso di volgere a favore degli Usa. Come? Spingendo, dietro lauti incentivi economici, i clan locali a badare da soli all'ordine nelle strade. Che se la vedessero loro con i 'barbuti'. Questa strategia ha una serie di vantaggi. Nelle operazioni non muoiono soldati Usa, elemento sempre sgradevole da spiegare alla stampa. I locali conoscono molto meglio il territorio, agendo a colpo sicuro di fronte a elementi estranei e non macchiandosi di stragi di civili come accade agli statunitensi. Inoltre la popolazione, senza rastrellamenti e perquisizioni casa per casa, senza check-point, si sente più rispettata ed è meno ostile agli Usa. Una strategia vincente che, in Iraq, ha rovesciato gli esiti di un conflitto che vedeva gli Usa sempre più in difficoltà.

Come in Iraq. Dopo le dichiarazioni odierne del clan al-Damashqa, non ci sono più dubbi sulle motivazioni della visita ufficiale del generale Petraeus in Yemen, il 3 gennaio scorso. Il governo centrale yemenita è sempre più in difficoltà, dovendo fronteggiare i ribelli sciiti al nord, i secessionisti al sud e le infiltrazioni di al-Qaeda nel Paese. Petraeus ha indicato la via, il modello. In Iraq li chiamano Consigli del Risveglio, al-Shawa. Hanno funzionato davvero. Solo che adesso cominciano a rappresentare un problema. Migliaia di uomini, armati e addestrati dagli Usa, dopo aver svolto il lavoro sporco, vogliono un futuro. Il governo iracheno, però, fa orecchie da mercante, anche perché sono quasi tutte milizie sunnite, non troppo amate dal governo di Baghdad. Il 10 novembre 2009, in Iraq, è stato arrestato Mustafa Kamal Shibib, uno dei leader di al-Shawa. L'accusa è di omicidio, ma tutti sapevano cosa facesse Shibib per sconfiggere al-Qaeda. Solo che, quando ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni irachene, non andava più bene. La sensazione, adesso, è che lo Yemen abbia un bisogno assoluto di correre ai ripari, senza star troppo a guardare per il sottile. Il metodo Petraeus ha funzionato in Iraq, si proverà a farlo funzionare in Yemen. Per gli eventuali scenari futuri si vedrà, Petraeus non può pensare a tutto.