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Obama come Bush: “unge” gli editorialisti. Intanto Hillary…

di Marcello Foa - 27/01/2010

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Stanno succedendo diverse cose in America. Alcune sotto gli occhi di tutti. Ho trovato davvero esagerata e fuori luogo la furia polemica di Hillary Clinton contro il povero Bertolaso, il quale non ha fatto altro che dire la verità sulla situazione ad Haiti, di cui peraltro avevano parlato anche diversi autorevoli giornalisti americani. Washington avrebbe potuto accontentarsi delle scuse di Frattini e invece ha premuto al punto da costringere Berlusconi a una dichiarazione pubblica, che pur di mantenere buoni rapporti con Washington, ha smentito il suo uomo. La manovra non mi è piaciuta affatto. E  mi chiedo: perchè gli Usa sono diventati improvvisamente ipersensibili? Che cosa c’è sotto? 

Ma ci sono altre cose che mi lasciano perplesso. Di una scrivo oggi, tornando su una vicenda che aveva fatto clamore ai tempi di Bush, quando si scoprì che diversi editorialisti, in teoria indipendenti, erano stati pagati dal governo per difendere alcuni progetti di legge. La stampa e la sinistra insorsero, giustamente. ma ora salta fuori che l’Amministrazione Obama ha fatto lo stesso e ha reclutato un professore del Mit, Jonathan Gruber, commissionandogli improvvisamente degli studi per 676 mila dollari. E Gruber, come per incanto, è diventato uno dei più assidui difensori sui media Usa della Riforma della sanità, naturalmente senza svelare le laute retribuzioni ricevute dal governo americano.

Un blogger ha scoperto che Gruber, peraltro, è un habitué dei contratti governativi: dal 200 a oggi ne ha ricevuti per quasi 3 milioni di dollari, come potete vedere qui. Ma i media questa volta non si sono indignati.Perchè c’é Obama di mezzo? Senza dubbio, ma anche perchè l’impressione è che purtroppo si tratti di un sistema consolidato. Il numero di professori, studiosi, giornalisti che ricevono commesse pubbliche (e spesso private da parte di grandi gruppi)  è enorme negli Stati Uniti, commesse che però non vengono mai svelate. E così l’opinione pubblica ritiene autorevoli e indipendenti  studiosi che in realtà non lo sono.

E poi siamo noi a doversi scusare perché Bertolaso ha osato esprimere un giudizio fondato e,questo sì, davvero indipendente.

Che succede all’America? Non la riconosco più…