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L’unica armonia possibile è nella causa incausata. Manifesto della destra divina

di Lindo Giovanni Ferretti - 31/01/2010

Fonte: ilcovile

 

Al direttore — Tengo il Manifesto della destra
divina sul mio tavolo, a portata di mano
destra e la copertina bianca s’è già scollata
per l’uso, s’è ombreggiata e imbrunita perché
in concomitanza col surriscaldamento
globale qui fa un freddo niente male: tutto
un maneggiare legna e attizzatoi, giorno e
notte. Dovrò rilegarlo in cuoio per salvaguardarlo.
Camillo Langone già da tempo
s’è intrufolato nei miei pensieri. Se fossi una
valle Lui sarebbe un boscaiolo capitato per
caso che si è costruito una capanna poi ha
seminato l’orto. La capanna è diventata casa
e sono spuntati stalle e recinti. Adesso ha
eretto solide mura tutt’intorno: è una fortezza.
Al centro dell’insediamento c’è una
Chiesa con cripta e campanile, vi si officia
una divina liturgia (cinque candele cinque
messali). Sui suoi stendardi ha impresso
l’arma: difendi conserva prega! Se fossi una
valle ne sarei felice e onorata. Sono un uomo,
montano italico cattolico romano, leggerlo
mi consola, mi sprona, mi rasserena.
C’è un Creatore, la creazione, le creature.
Creazione e creature vanno difese, conservate
e questo è possibile solo in relazione al
Creatore. Le creature, a se stesse, s’infiammano
e sopiscono tra i migliori sentimenti e
gli istinti peggiori o avvizziscono in insignificanze.
La creazione sovrasta e annichilisce
ogni creatura. I summit poi che ridicola figura!
Babele aveva una torre, queste son
bolle e balle. L’unica armonia possibile è
nella causa incausata d’entrambi cioè Iddio.
Il giusto timore non guasta e se c’è salvezza
è nell’amore infinito che ha reso possibile
l’Incarnazione. Altra verità non c’è. Camillo
Langone lo sa e lo dice bene, forte e chiaro.
Sa anche dei piaceri: gusto tatto olfatto udito
vista, e tocca a lui compilarli in maccheroniche
paginate per noi zotici ignoranti.
Nel tempo del tramonto di quella che fu
Europa, la Cristianità d’Occidente, come
monaco irlandese del tempo dell’alba radiosa
dà corpo e voce alla consapevolezza che:
Dio è corazza dei forti. Che sia poi l’unico
giornalista omofobico dichiarato a commuoversi
con le lacrime agli occhi per le
parole dell’omosessuale italiano per eccellenza
del secolo Ventesimo, a comprenderne
l’ineluttabile necessità poetica e sociale,
contribuisce a fare di questo nostro paese, la
nostra Patria, un patrimonio reale dell’umanità
che non può essere lasciato in balia di
una salvaguardia con marchio Onu o, peggio,
di una Corte costituzionale europea che
pretenderebbe di ridurlo, per imposizione
giuridica, a uno sciatto scialbo staterello,
una specie di Belgio senza neanche il re ma
con molti delfini, altrettanto pavidi, bramosi
di autoincoronarsi. Roba da invidiare la
Svizzera che sta risalendo nella mia classifica
e, adesso che si sa: Mariarosa Mancuso è
cittadina elvetica, chi la ferma più.
Altra meraviglia di questo nostro paese, la
meraviglia contempla sempre un che di stupore
e sorpresa, è il presidente del Consiglio,
“l’amor nostro” non mio. L’ho votato,
lo voto, ma ogni volta io e mio zio, l’eterno
democristiano di famiglia, ci giochiamo chi
vota il Cavaliere e chi la Lega. Troppe cose
ci dividono da entrambi solo non vogliamo
lasciare il governo nelle mani della sinistra
(ex tutto, pro ogni anti) e dei cattolici cresciuti
e invecchiati in spocchia e coscienza.
È l’impatto estetico che mi rende alieno
il Cavaliere per questo mi sono sentito punito
quando l’ho visto sdentato e sanguinante
risalire sul predellino: coraggioso. Cribbio!
Cavaliere, le mie felicitazioni. Lei è uno
scandalo salutare in questo mesto contesto
istituzionale. Prego per Lei; che Dio l’illumini
e la sostenga. E bisogna pregare per
l’Arcivescovo di Milano che non trova una
immediata parola per un gesto umanamente
odioso e socialmente devastante, compiuto
sotto casa usando una riproduzione di quel
Duomo di cui è responsabile e garante di
fronte a Dio e agli uomini. Un brutto segno
dei tempi e non è un problema politico ma,
oserei dire, liturgico. L’avvenuta vanificazione
di ogni valenza simbolica di parole e
gesti. L’accettazione che l’interesse economico,
quello politico e una generica bontà
sono il solo collante della società. Caro
Langone oltre la “preghiera” quotidiana ti
toccherà predicare ogni settimana.
È il Santo Natale: dovere dei cristiani non è
essere buoni, categoria morale alquanto
confusa, ma piegare le ginocchia in adorazione
di fronte al mistero della vita, della
salvezza: l’Incarnazione.
Suo devoto,

 da Il Foglio