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Home / Articoli / C'é o no da essere arrabbiati? Oltre la destra e la sinistra

C'é o no da essere arrabbiati? Oltre la destra e la sinistra

di Gianfranco la Grassa - 07/02/2010

 

Adesso si dica onestamente se uno ha diritto di incazzarsi di brutto oppure no. In questi giorni sta saltando fuori, a getto continuo ma con riferimento ad una sola persona, quel che dissi in merito ad una complessa manovra, fintamente giudiziaria mentre era politica, fin da subito, nel 1993, ma su cui ho poi scritto per l’essenziale (non tutto si poteva scrivere) alla fine del 1994. Tutti invece allora ad inneggiare a Di Pietro e alla meravigliosa magistratura (di Milano) che annientava i “ladroni” della prima Repubblica. Moralisti ipocriti e pericolosi per la loro “doppia faccia”, come li bollai senza un attimo di esitazione; fra l’altro conoscendo bene quel che faceva – fin dagli anni ’60, ben prima della segreteria Berlinguer (1972) e del “compromesso storico” (1975-6) – il “salvato” Pci (che aveva appena abiurato e cambiato nome) e potendo perciò essere immediatamente conscio del vergognoso doppiopesismo. Adesso, tutto sommato, una nuova valanga di confusione – pur se si accenna, ma non si può farne a meno, a servizi italiani (sempre “deviati”) e stranieri – nasconde il significato oggettivo dell’operazione, cui parteciparono probabilmente magistrati in buona fede e non solo un presunto agente di servizi segreti stranieri. Anch’io – ma questo non lo scrissi per prudenza – pensavo che costui fosse la longa manus di “ambienti” statunitensi. Ma non era questo il fulcro della questione, quello che sostenni e dissi via via sempre più apertamente (e, in questo blog, ribadito fin dalla sua nascita, coadiuvato da tutti gli altri redattori).
Il problema centrale era rappresentato da questi “ambienti” americani, e dai loro servi italiani (la Confindustria agnelliana e i “cospiratori” della “sinistra antifascista laica”, riunitisi sul panfilo Bri-tannia assieme a gruppi di vertice del “gruppo Bilderberg” per affossare gli interessi italiani a profitto di stranieri e dei loro “quisling” interni al nostro paese); problema che resta anche adesso sullo sfondo (ignorarlo del tutto non si può proprio, se si vuol distruggere Di Pietro). A me, dell’indebolimento politico di quest’uomo, non frega un bel nulla. Non lo apprezzo, non apprezzo la totale assenza di politica nella sua agitazione scomposta di tipo forcaiolo (coadiuvata da altri spregevoli manutengoli come quelli di Annozero, di Ballarò e tutti gli altri della stessa risma); mi interessa però soltanto il suddetto problema centrale.
Lo denunciai, in perfetto isolamento (a parte Preve, che su questo ho sempre apprezzato), mentre i farabutti della stessa sinistra “estrema” partecipavano ai “roghi delle streghe”. Ricordo, anche se fu un miserevole scazzo interno al solito gruppettino di “desperados” di sedicente sinistra, di essere stato espulso da una rivista di questi meschini ambienti (con 6 voti contro 5) per aver detto quello che pensavo di uno dei redattori, che appoggiava pienamente, alla Flores d’Arcais, questi miserabili truffatori di Mani pulite, in fregola di eliminazione di ogni pur minima autonomia italiana per consegnarci all’industria “privata” (ai traditori fin dal luglio 1943, che si fecero passare, con la connivenza dei verminosi piciisti, per i “Resistenti per eccellenza”, quelli “democratici”, non i “totalitari” comunisti che diedero a quell’unico glorioso episodio della storia italiana l’80% dei morti, imprigionati, confinati; parola di Cossiga!). E questo redattore forcaiolo, senza minimamente aver fatto un cenno di autocritica, scrive ancora le sue cazzate “costituzionali” su rivistine di sinistra (o presunte tali), che ancora non si vergognano di ospitare simili “cervelloni”, per di più incapaci, dato il loro ego smisurato, di ammettere i loro enormi svarioni; anzi vi perseverano.
Lasciamo queste miserie, cui ho immerso le mani e ne arrossisco ad ogni ricordo. Dicevo che non mi interessa Di Pietro in particolare. Semmai chiediamoci: come mai “notiziole” che certuni non potevano non sapere fin dall’inizio – alcuni hanno cominciato a “tirarle fuori” solo da qualche anno, come Geronimo con la sua sempre accennata, sia pure reiteratamente, “manina d’oltreoceano” – vengono adesso, dopo 17-18 anni, enfatizzate e documentate in relazione al solo Di Pietro (sia pure, lo ripeto, non potendo, pur a malincuore manifesto, non accennare ai mandanti)? Come mai, all’epoca, nemmeno un Berlusconi difese Craxi; e anzi, se non ricordo male, ci fu un momento in cui offrì a Di Pietro la possibilità di divenire parlamentare di centro-destra? Poi l’altro fece una scelta diversa, probabilmente perché Berlusconi dava fastidio ai mandanti per i motivi da noi messi in luce più volte: in riferimento alla politica estera, ma anche per certi scontri con i “poteri forti” succubi degli americani, poteri oggi indeboliti e, credo, divisi fra loro.
Non ne faccio un motivo centrale; posso però, come causa non irrilevante, pensare che la “svolta attuale” sia in relazione con l’incapacità quasi ventennale di Berlusconi di controllare i “corpi spe-ciali” e, in specie, i Servizi segreti? Mentre oggi, con il “colpo d’ala” (per me vergognoso, sia chiaro, dimostrazione di incapacità di reale strategia autonoma) del panegirico ad Israele (appoggiata pure per il tentativo di entrata nella UE), si è stretto a tutti i vari “rabbini” del mondo (importanti soprattutto le diramazioni in Italia e ancor più nelle lobbies ebraiche americane), conquistandosi magari anche l’appoggio del Mossad? Chissà, forse si sono ammorbiditi anche quelli americani (più difficile, questo dipenderà dalle future mosse dell’Eni, dalle manovre in corso nella finanza italiana di tipo “weimariano”, ecc.). In ogni caso, l’assalto a Di Pietro – persona cui, sia chiaro, non concedo un briciolo di solidarietà né di pena – ha un significato non meramente contingente; è segnale di certi spostamenti (magari di autentiche giravolte, con i voltagabbana che abbiamo per ceto politico), che andranno seguiti.
Qui mi limito ad auto-incensarmi per aver capito subito l’essenza di certe manovre di quasi vent’anni fa, le loro motivazioni internazionali e nazionali. Ed esprimo aperto disprezzo per gli sporcaccioni della “sinistra radicale” (manifestaiola in testa, con i suoi miserrimi intellettuali, auten-tici corruttori del clima politico italiano, anzi della semplice razionalità; e non in buona fede, ma perché smaniosi di potere e notorietà, che le abominevoli classi dominanti italiane, Fiat in testa, hanno sempre loro concesso, trattandoli a volte come dei “bambini” un po’ birichini, un tantino “in-genui”, ma sempre manifestando rispetto per il loro bacato cervello di puri pennivendoli).
Ribadisco con nettezza, anche se – per necessità e non certo per virtù – in senso solo metaforico: le foibe per questa lercia sinistra e i suoi intellettuali (senza intelletto). Si costruisca, senza più remore di destra o di sinistra, un’autentica opposizione a chi cerca di trascinarci verso gli Stati Uniti e Israele. E anche sul piano interno, non seguiamo più i tic di questa sporca sinistra “radicale”, ma pensiamo in modo più razionale e adeguato alle giravolte che tutti i “figli di p…”, etichettati a destra o a sinistra, ci stanno imponendo, costringendoci a tour de force di comprensione (alla Sherlock Holmes).
Abbandoniamo veramente e destra e sinistra, con la volontà di unire – senza i soliti scazzi da “bisbetiche (in)domabili” – tutti quelli che pensano e agiscono razionalmente senza più destra e si-nistra in testa! Però, buona fede da ogni parte. E sopportazione delle differenze che comunque per-mangono, poiché sono d’accordo con le considerazioni lasciate da Gennaro in un commento al blog.