Bene, pare che contro l’ambasciata italiana non ci sia stato un assalto bensì soltanto una manifestazione ostile — oh, lo dice Frattini, sarà vero, no?
E siccome Berlusconi e Frattini premono per il varo di sanzioni inique quant’altre mai — rispetto delle quali quelle del 1934 contro il Fascismo, quelle a Cuba o quelle, più recenti, contro l’Iraq di Saddam Hussein sembreranno un affettuoso ganascino —, ecco che quei grandi, sinceri, profondi e onnipresenti amici dell’Italia che sono gli States si sono affrettati ad annunciarne
l’arrivo a breve.
Sarò brutale: a me che abbiano “assaltato” l’ambasciata italiana non me ne frega niente. Quella non è l’ambasciata della mia idea di Italia. Quello che è rappresentato lì non è il governo nel quale mi riconosco — perché io sto dalla parte dei palestinesi contro Israele, e dalla parte della (perduta à jamais?) sovranità nazionale contro lo sbracamento verso gli USA.
Le parole di Berlusconi e di Frattini non potevano sortire altro effetto — e chi crede il contrario o non ha capito niente o è in malafede. Tutto il resto è chiacchiera.