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Pescomaggiore, dal sisma alla rinascita ecologica

di Laura Vella - 15/02/2010

Pescomaggiore è un borgo alto-medioevale abruzzese distrutto dal catastrofico sisma del 6 aprile. A seguito della tragedia però, il paese ha trovato la forza di rinascere grazie ad un progetto di architettura sostenibile, autocostruito ed autofinanziato.

 

Tecnica di costruzione delle case
La struttura delle case è in legno e la tamponatura in paglia, una tecnica che ben si concilia con l’ambiente circostante e permette di usufruire della filiera corta
Dopo il catastrofico sisma del 6 aprile anche gli abitanti di un piccolo paese alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso, 10Km da L’Aquila, hanno perso la casa. Il borgo altomedievale di Pescomaggiore stava già subendo l’abbandono da parte dei suoi abitanti.

 

Anche in virtù dello spopolamento le attenzioni e le tempistiche statali si sono aggravate lasciando ben poche speranze di ricostruzione e ripopolamento. All’interno di questo spazio di disagio ha avuto origine l’implementazione di un intervento privato assolutamente geniale.

Già prima del terremoto, all’interno del piccolo centro era sorto il “Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore”, al fine di migliorare la qualità della vita, di ripopolare il centro , attivare processi partecipativi, proponendo microprogetti nel campo agricolo e del turismo. Dopo il 6 aprile lo stesso Comitato si è attivato al fine di ricostruire il villaggio in modo assolutamente autocostruito e autofinanziato (EVA-eco villaggio auto costruito).

I giovani progettisti sono due architetti italiani con grande esperienza nel settore, Paolo Robazza e Fabrizio Savini, con l’aiuto dell’inglese Caleb Murray Burdeau esperto in bioarchitettura.

Sui terreni adiacenti il villaggio, concessi in comodato d’uso gratuito da alcuni compaesani, è stato deciso di costruire bilocali e trilocali a minimo impatto ambientale, seguendo ogni direttiva antisismica ed edilizia, assolutamente low cost.

La struttura delle case è in legno e la tamponatura in paglia. Questa tecnica, recente nel luogo, ben si concilia con l’ambiente circostante e permette di usufruire della filiera corta e di una tecnica auto sostenibile.

 

Case
Si è deciso di costruire bilocali e trilocali a minimo impatto ambientale, seguendo ogni direttiva antisismica ed edilizia, assolutamente low cost.
Ogni casa sarà dotata di impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia elettrica, e per il riscaldamento sarà sufficiente una stufa accesa un paio d’ore in ogni casa. Infatti i principi usati nella costruzione permettono il minimo dispendio di calore in inverno e trattengono il fresco d’estate.

 

Nella costruzione del villaggio è stato attuato un processo partecipativo per legare maggiormente i futuri abitanti al luogo stesso e per cogliere appieno tutte le esigenze. Terminata la costruzione, le case saranno aperte ad altri abitanti dei territori terremotati.

Il costo di 500euro al metro quadro sarà supportato principalmente dalle donazioni, il residuo dai futuri fruitori. In seguito l’orizzonte di collaborazione tra i cittadini si amplierà attraverso il progetto ALMA, “Abitare-Lavoro-Memoria-Ambiente”, all’interno del quale vi potrebbe essere un notevole sviluppo verde per la riqualificazione e lo sviluppo del luogo.

È possibile partecipare a questo progetto in modo attivo come volontari (servono tecnici, elettricisti, idraulici), oppure facendo una donazione. L’importanza di questa azione è racchiusa nel movimento giovane ma esperto dei fautori che senza fini altri si stanno impegnando per evidenziare che anche altro è possibile.