Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Obama: un Nobel per la guerra

Obama: un Nobel per la guerra

di Ralph Nader - 16/02/2010

Il Presidente Obama (la “guida” della guerra afgana) ha ricevuto il Nobel per la Pace a Oslo, Norvegia e ha fatto il suo discorso di accettazione sottolineando i 3 criteri per una “guerra giusta” che lui stesso sta violando. I criteri sono in queste parole: “Se è fatta come ultima possibilità o per auto - difesa; se la forza usata è proporzionale; e se, quando è possibile, i civili sono risparmiati dalla violenza”.
Dopo 11/09, il guerrafondaio G. Bush poteva usare la dottrina della legge internazionale della caccia serrata con una forza multilaterale di truppe speciali, glottologi e corruttori per colpire i sostenitori degli attaccanti. Al contrario, colpì l’Afganistan e iniziò ad occuparlo, unì le forze con un regime residuo e lanciò la strategia del dividere e dominare le tribù che pose la base per una guerra civile di basso profilo.
Otto anni dopo, Obama espande la guerra avendo un governo corrotto a Kabul, elezioni fraudolente, un esercito afgano di uomini delle tribù del nord detestato da quelle del sud e di sud est costituite da 40 milioni di Pashtuns, un’economia impoverita il cui prodotto più grande è di fatto un narcotico e una popolazione devastata ed esacerbata dagli occupanti stranieri e dai servizi governativi non esistenti.
Il consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, l’ex Generale dei Marine James Jones, disse 2 mesi fa: “La presenza di al-Qaeda è molto diminuita. La stima massima è che meno di 100 operativi nel paese, niente basi, nessuna capacità di attaccare sia noi sia i nostri alleati”.
Poiché Mr. Obama ripete la ragione di andare in Afganistan di George W. Bush – il distruggere al-Qaeda – perché nel prossimo futuro manderà 30.000 soldati più un numero persino maggiore di miliziani corporativi laggiù per un costo fissato dalla Casa Bianca di un milione di dollari a soldato l’anno? E’ questa “la forza proporzionale”?
Sempre in piccoli numeri, al-Qaeda si è spostata oltre il confine in Pakistan e ovunque i suoi membri possono nel mondo – Africa dell’est, Africa del Nord, Indonesia. La banda è un viaggiatore migrante.
Obama riversa i soldati in Afganistan in modo che con i nostri droni inprecisi e ammazza – civili si possa lottare anche oltre confine in Pachistan, come detto dal New York Times? Oltre alle violazioni della legge internazionale e all’assenza di un’autorizzazione costituzionale richiesta, questo potrebbe agitare talmente i Pachistani da rendere l’esperienza USA nel paese vicino uguale a una lotta modesta. Obama ha enfatizzato l’indebolimento dei Talebani come l’altro obiettivo del nostro progetto militare con la sua orribile conseguenza di vittime e altri costi. Chi sono i Talebani?
Essi includono gente con cause diverse, come il proteggere le loro valli, alcuni trafficanti di droga, combattenti contro gli occupanti stranieri o (in maggioranza Pashtun) per proteggere i loro terreni tribali dai Tajiki e Uzbechi del nord.
Quanti combattenti Talebani ci sono?
Il Pentagono stima quasi 25.000.
I loro metodi li rendono impopolari per i contadini.
Non hanno forze aeree, navali, artiglieria, carri armati, missili, niente basi e comando centrale.
Hanno fucile, lancia granate, bombe e aspiranti suicidi. Diversamente da al-Qaeda, hanno solo ambizioni domestiche contrastate dai loro avversari tribali che dominano la maggioranza dell’esercito Afgano.
Robert Baer, ex agente CIA con esperienza in quella parte dell’Asia sostenne: “La gente che vuole il suo paese liberato dall’Occidente non è legata ad al-Qaeda. Semplicemente vogliono che ce ne andiamo perché siamo stranieri, e si radunano sotto i Talebani perché essi sono combattenti effettivi ed esperti”.
Il dire come concluse Obama nel suo discorso di Oslo che il più grande impegno in Afganistan è l’auto-difesa, con forza proporzionale e il risparmiare la violenza ai civili è una misura della propria delusione o della vigliaccheria politica che sta abbattendo la sua base liberale.
Anche per ciò che il Presidente Eisenhower affermò in modo eloquente nel suo discorso del 1953 per la “croce di ferro”: ogni dollaro speso per munizioni e sciabole tonanti e portato via alla costruzione di scuole, cliniche, strade e altre necessità della gente americana.
La Guerra Afgana e l’occupazione dell’Iraq – già costata un trilione di dollari – costano agli americani ogni volta che Washington dice che non c’è abbastanza denaro per curare i neonati, prevenire la crisi occupazione, i sistemi d’acqua potabile più puliti, gli ospedali più sicuri, la lotta al crimine aziendali, l’aria più pulita o per migliorare e riparare servizi pubblici chiave.
Pure i più duri e precoci sostenitori della sua campagna presidenziale del 2008 parlano contro. I membri anziani del Congressional Black Caucus, come J. Conyers (D-MI) e M. Waters (D-CA) hanno criticato di recente il Presidente per il non fare abbastanza per aiutare gli afro-americani a superare i tempi duri.
L’On. Waters disse (in un rimprovero ironico e pungente al primo Presidente afro-americano): “Non possiamo più permettere che la politica sia definita dall’idea di mondo di Wall Street”.
Secondo il Congressista Conyers, un Barack Obama turbato lo chiamò per chiedere perché il legislatore del Michigan lo stava “umiliando”.
Conyers ha contrastato in modo crescente le politiche del Presidente – fra quelle la riforma sanitaria, la guerra in Afganistan, lo scivolamento su Guantanano e l’estensione dei provvedimenti invasivi del Patriot Act.
Il vecchio congressista ottantenne instancabile passò la maggioranza dei weekends del 2007 e 2008 a far campagna per far eleggere Obama.
Gli aiutanti della Casa bianca non sono turbati dai brontolii della Sinistra moderata.
Essi dissero che avranno tutto il 2010 per riportarli indietro nell’ovile con le elezioni Congressuali di Novembre.
Inoltre, dove potrebbero andare se non lì?
Bene, potrebbero stare a casa. Ricordate il 1994 e la vittoria di Gingrich.

Tradotto da F. Allegri il 15/02/2010