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Saddam Hussein e le invasioni barbariche

di Filippo Giannini - 18/02/2010


<Se avessi saputo che Saddam Hussein non possedeva armi di distruzione di massa, avrei trovato un’altra motivazione per sopprimerlo> (Tony Blair)

   Mi trovo lontano dall’Italia, quindi non so se la Rai/TV ha trasmesso, come invece è avvenuto in Australia, un reportage riguardante la deposizione dell’ex Primo Ministro inglese Tony Blair chiamato a giustificare l’aggressione angloamericana in Iraq.
   Premessa essenziale: riconosco che Saddam Hussein non è stato un santo (cristianamente inteso), ma un dittatore che ha usato sistemi orientali (d’altronde tale era) per ottenere la pacificazione del suo Paese, oppresso dall’odio secolare e fanatico di etnie che si odiavano e si combattevano compromettendo la stabilità dell’Iraq che, d’altronde, non aveva mai avuta. E Saddam Hussein raggiunse lo scopo: l’Iraq era sulla strada di divenire un Paese tranquillo e, in un certo senso, occidentalizzato.
    Ma l’Iraq aveva un problema non indifferente: il suo sottosuolo era ricco di petrolio e questa ricchezza mosse la cupidigia degli “Angeli del Bene” e dei loro cagnolini.
   I lettori ricorderanno come si giunse all’invasione barbarica di quel Paese; Paese che possedendo un territorio, una popolazione, una propria moneta, che ospitava ambasciate straniere e aveva ambasciate in ogni altro Stato del mondo era riconosciuto come Stato Sovrano e, quindi, godeva di ogni diritto che dette caratteristiche gli conferivano. 
   Una seconda premessa è essenziale: come tutti i lettori ben sanno, le così dette “armi di distruzione di massa” erano e sono in possesso della Gran Bretagna, di Israele e, soprattutto, degli Stati Uniti d’America (oltre che di altri Paesi) i primi tre citati, le hanno anche usate: Israele a Gaza contro popolazioni inermi inondando quel territorio con bombe al fosforo e con proiettili ad uranio impoverito, e gli Stati Uniti portatori di libertà e democrazia in ogni parte del mondo, senza dimenticare le due bombette che resero felici gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki.
   Tony  Blair è stato sottoposto, nei primi giorni di febbraio di quest’anno, ad un’indagine condotta dalla Commissione Chilcot, sulle cause che determinarono l’invasione, nel 2003, di un Paese sovrano: l’Iraq.
   Certamente a fianco di Tony Blair dovevano sedere altri coimputati, come George Bush, i cagnolini fedeli come Berlusconi (e i precedenti governi italiani), e una decina di altri rappresentanti che affiancarono i due principali gangsters all’assalto della diligenza iraqena. Ma voglio fermarmi su quanto ho ascoltato dalla televisione australiana (il governo australiano è colpevole degli stessi reati), cioè sulle risultanze della Commisione Chilcot .
   Tony Blair doveva rispondere sulle cause che determinarono l’intervento della Gran Bretagna nell’invasione dell’Iraq e, di conseguenza della morte di 700 mila irakeni e di 179 soldati britannici.
   Nessun rimorso, è stata la risposta di Blair, anzi ha sostenuto che il mondo doveva essergli riconoscente perché Saddam Hussein “era stato un mostro”  e che (ascoltate, ascoltate): <Egli poteva acquistare armi di distruzione di massa>. Molti lettori ricorderanno come erano andate le cose, cioè, dato che gli Angeli del Bene non possono fare guerre se non per giusta causa, se questa viene a mancare, la giusta causa si deve organizzare. L’Angelo del Bene primo della classe identificò in Saddam Hussein l’organizzatore dell’attentato del settembre 2001 alle Twins Towers, mistificando ogni verità in quanto gli esecutori dell’attacco, come la CIA stessa riconobbe, erano sauditi, cioè sudditi del Governo amico degli Usa. Ma la farsa, tragica, si arricchisce di altri contorni che solo un gangster può concepire: Saddam Hussein è in possesso di armi di distruzione di massa, cioè – e non mi stancherò mai di ricordarlo – di quelle armi di cui l’Amministrazione statunitense possedeva a migliaia. A questa accusa Saddam Hussein rispose che non disponeva quelle armi ed è disposto ad ospitare una Commissione, libera di indagare ovunque. La Commissione venne organizzata ed inviata in Iraq. Non ricordo quante settimane stette sul posto, ma dopo ampie indagini la risposta fu che di quelle armi in Iraq non c’era neanche l’ombra.
   Armi o non armi, rimaneva il fatto che l’Iraq possedeva un sottosuolo ricco di petrolio e gli Angeli del Bene e i loro cagnolini decisero che era l’ora di andare a liberare quel popolo oppresso da una feroce tiranno.
    Torniamo ora alla Commissione Chilcot 
   Tony Blair dinanzi alla Commissione attestò che:
• la sua immediata decisione di seguire ogni azione che avessero intrapreso gli Usa, dopo i fatti del 9 settembre 2001, era giusta;
• una risoluzione, circa l’attacco all’Iraq delle Nazioni Unite, era politicamente desiderabile, ma non politicamente necessaria;
• ancora oggi esiste una certezza “al di là di ogni dubbio” sul possesso delle armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein, ed insiste sull’attendibilità di quanto ha sostenuto;
• sul fatto che quelle armi non furono mai trovate, lo ha giustificato col fatto che potrebbero essere state distrutte in 45 minuti;
• ha rivelato che all’ultimo minuto ha rifiutato un espediente offerto dagli Usa per evitare di inviare truppe inglesi in Iraq.
   Tony Blair, contrariamente al suo carattere, appariva dinnanzi alla Commissione piuttosto nervoso e con mani gesticolanti. In pratica terminò la sua deposizione con questa pesante dichiarazione: <(…). If he had known Saddam had no WMD (armi di istruzione di massa), he would simply found a different argument for toppling him>. Cioè: <(…). Se egli avesse saputo che Saddam non avesse posseduto armi di distruzione di massa, egli avrebbe trovato un’altra motivazione per sopprimerlo>.
   Theresea Evan, che ha avuto il figlio Llywelyn, di 24 anni, morto in Iraq ha dichiarato: <Egli ha sorriso e riso, non ha detto nulla di coloro che amavamo. Io penso che Blair sia un bugiardo perché egli lo è>. La signora Evan con la frase: “perché egli lo è” si riferiva al cognome dell’ex Primo Ministro, al quale se si togliesse la “B” rimane Lair che richiama come suono “Liar” (pronuncia “laiar”), appunto “bugiardo” in inglese. Fuori, nei pressi della sede della conferenza, centinaia e centinaia di dimostranti anti-Blair – e fra questi spiccavano i parenti dei caduti britannici – innalzavano appunto cartelli con la scritta “Liar” con la “B” vistosamente cancellata.
    “Liar”, più del segugio Blair è stato certamente George Bush e con lui tutti i precedenti presidenti americani lordi di sangue, autori delle recenti decine e decine di invasioni barbariche lanciate in tutto il globo con l’unica intenzione di adempiere alla Dottrina Monroe, dottrina mirante al controllo e possesso dei beni del mondo, di cui l’Iraq è stata solo un passaggio. Quale sarà il prossimo Paese ad essere liberato e con ciò godere di quella grande truffa che si chiama Democrazia made in Usa No problem, con tanti little dogs scodinzolanti e obbedienti, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Con questo non voglio accusare il popolo americano di queste nefandezze, L’uomo americano, in genere è un bambinone che da secoli viene turlupinato da un gruppo di gerarchi della finanza e mandato a morire dove detti gerarchi decidono. Come ha scritto lo storico americano George Crocker: <Nessun popolo è stato tanto bassamente turlupinato come lo è stato quello americano>.
   Da quanto sopra detto può apparire che nutro una certa ammirazione per Saddam Hussein e questa impressione è reale. Ho ancora presente con quale coraggio ha affrontato il capestro, anche se si è tentato di umiliarlo legandolo come un salame, secondo l’american way.
   Inoltre, se all’inizio dell’articolo ho scritto che Saddam Hussein “non era un santo ed ha usato sistemi orientali per raggiungere il suo scopo”, noi occidentali, nella nostra storia siamo lindi dagli stessi metodi?
   Prima di terminare desidero ricordare che nel 1941 Benito Mussolini inviò in Iraq forze aeree e militari per sorreggere una rivolta del popolo iraqeno contro il dominio inglese. L’operazione fallì per la mancata concertazione dell’operazione. Infatti gli inglesi riuscirono sopprimere i moti rivoluzionari prima che le forze dell’Asse potessero entrare in azione.
   Avrei piacere che questo articolo venisse pubblicato anche su qualche giornale iraqeno onde rinverdire l’amicizia che legava i nostri due popoli, e ricordare che non tutti gli italiani sono cagnolini scodinzolanti.

P.S. Una parte della documentazione di questo articolo è stata rilevata, oltre che dalla televisione australiana, anche dal “Daily Telegraph”.del 31 gennaio 2010.