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Il Festival della Volgarità e del Vuoto Assoluto

di Pietro Ancona - 22/02/2010

Fonte: medioevosociale



Che ci facevano Bersani ed il Ministro Scaiola al festival di San Remo? Dovevamo farsi
notare da un pubblico di dodici milioni di telespettatori. Ma i due non sono critici
musicali e probabimente nel loro privato neppure melomani. Dovevano comunque
parlare e farsi notare. A questo punto interviene il Grande Maestro della TV,
personaggio assai scafato da anni ed anni di esperienza di intrattenimento da
salotto nella quale ha avuto enorme successo tanto da diventare molto ricco e uomo di
grande potere nel mondo della televisione commerciale: Maurizio Costanzo, il
quale, alza l'ingegno e trova il tema adatto: intervistare tre operai della Fiat di
termine Imerese, la famosa fabbrica che Marchionne vuole chiudere a tutti i costi.
Gli ingredienti ci sono tutti: l'Italia ha avuto ed ha una grande solidarietà con gli
operai e le loro famiglie, l'argomento è drammatico e strappa lacrime vere. I
racconti degli operai emozionano il pubblico. Intervengono Scaiola e Bersani e
recitano le loro parti rispettive di Ministro e di Capo dell'Opposizione. Il
risultato non è brillante. La gente rumoreggia. Entrambi i due Oligarchi, il
Ministro ed il Capo del PD, non possono garantire la salvezza della fabbrica e degli
operai. Ma mostrano un sincero interesse, un coinvolgimento che sembra genuino.
Sappiamo tutti che la fabbrica sarà chiusa. Non c'è niente da fare e soltanto un
miracolo può cambiare il corso delo destino. il Miracolo invocato da processioni con
luminarie che si svolgono nei paesi delle Madonie coinvolti nella crisi. Ma, come
insegna Berlusconi, quello che conta non è la realtà ma la sua rappresentazione che
può essere manipolata a piacere. Insomma gli operai sono stati non aiutati ma usati
per consentire a due grossi oligarchi della politica di ritagliarsi una parte
nel festival nazional-popolare più famoso d'Italia, uno spettacolo che occupa una
settimana e che viene seguito dalle famiglie anche se l'ottanta per cento di esso è di
una noia mortale. L'evento si è compiuto nonostante non sia andato del tutto come
programmato. Se domani la fabbrica sarà chiusa e gli operai licenziati questo non
avrà poi tanta importanza nelle tante crisi che affliggono l'Italia.
Questa edizione del festival dista anni luce dalla gran parte di quelli passati.
Quando l'Italia era genuina, aveva voglia di stare bene, di darsi un futuro. Non è il
festival di Nilla Pizza o di Claudio Villa
e di quanti altri hanno fatto la storia della musica, del folk italiano. E' stato lo
specchio dell'Italia volgare, pacchiana, berlusconiana. Per la seconda volta, un
giovane allevato nelle scuderie di Maria De Filippi, vince il Festival. Mi domando
quali particolare scuola musicale sia questa della De Filippi per acchiappare due
coppe da trofeo così importanti. Probabilmente non si tratta né di musica né di poesia
ma soltanto di una forte organizzazione capace di condizionare il televoto che ha
assicurato
il trionfo del giovanotto. Se si scava nel retroscena del festival si scoprono
intrecci di interessi societari, finanziari e mercantili che hanno ridotto a mero
prodotto, merce, la grande canzone italiana Il Festival è stato affollato di
personaggi della televisione commerciale ed il suo format è pieno di citazioni e di
influssi della peggiore spazzatura televisiva dal Grande Fratello all'iIsola dei
famosi alle trasmissioni della de Filippi. Questa dirige da un pezzo uomini e donne,
una pomeridiana di stampo machista dove si sviluppano romanzi e romanzetti in cui il
rapporto uomo donna è dominato dalla cultura del peggiore tradizionalismo
maschilista italiano. Da un po' la nostra
Maria, ottenuto un grande successo di audience , probabilmente consigliata da
studiosi di sociologia e di marketing ha dato vita ad una variante
over sessanta. Una raccapricciante trasmissione alla quale partecipano persone
rigorosamente anzianissime che, secondo un copione indecoroso, fanno il verso ai
giovani dell'altra trasmissione.
Forse questa trasmissione di anziani ed anzianissimi avrà successo nelle sale
pranzo degli ospizi. A me sembra una ghettizzazione, uno zoo di vecchi mostrati alla
curiosità del pubblico per far dire: "vedete, alla loro età come sono arzilli,
birichini direi, arguti, pieni di ironia, pieni di voglia di fare e di vivere".
Dovrebbero essere vietate le trasmissioni che selezionano i partecipanti per età e
li costringono a confrontarsi tra di loro e soltanto tra di loro. A me sembra razzismo
anche se inconsapevole. Costanzo e la De Filippi omologano e assoggettano la TV
pubblica a quella commerciale.
Il Festival si è chiuso. La Clerici esce dai suoi monumentali rutilanti abiti e forse
torna a maneggiare pentoloni e padelle nella tv cuciniera. Il principe ereditario al
trono d'Italia ha avuto il suo momento di gloria nazionale. Le somme che si sono spese,
si dice, sono pazzesche. Ma chi se ne frega? Tutti abbiamo pagato il canone e la TV
nazionale incassa oltre cinque miliardi di euro l'anno. Se si spendono tutti
facciamo vivere tanta brava gente....