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Martin Kramer per la Palestina: una modesta proposta genocidaria

di Alessandra Colla - 02/03/2010



Sembra incredibile, ma pare proprio che tale Martin Kramer, docente ad Harvard, teorizzi il genocidio dei nativi palestinesi attraverso la morte per fame. Il testo originale si trova qui, unitamente ai link del caso. (vedi trad. sopra ndr)
Impossibile non pensare al Piano Morgenthau, che chissà perché nei suoi dettagli non viene mai studiato a scuola. Così come a scuola, dove si insegnano sempre le frasi celebri, non si studiano mai nemmeno le parole del presidente americano Roosevelt nei confronti della Germania, o l’opinione dell’allora ministro della Guerra Henry L. Stimson:

«Ci sono due scuole di pensiero, quella di coloro che vorrebbero essere altruisti nei confronti dei tedeschi, sperando di farli ridiventare cristiani con le buone maniere — e quella di coloro che vorrebbero assumere un atteggiamento più duro. Io appartengo più decisamente alla seconda poiché, benché io non sia assetato di sangue, voglio che i tedeschi si rendano conto che ora essi hanno perso definitivamente la guerra».
(«There are two schools of thought, those who would be altruistic in regard to the Germans, hoping by loving kindness to make them Christians again — and those who would adopt a much ‘tougher’ attitude. Most decidedly I belong to the latter school, for though I am not bloodthirsty, I want the Germans to know that this time at least they have definitely lost the war», da una lettera indirizzata alla regina Guglielmina d’Olanda il 26 agosto 1944; cfr. Franklin D. Roosevelt, The Roosevelt Letters, volume III: 1928–1945, London, 1952).

«Io devo essere duro con la Germania e mi riferisco al popolo tedesco, non solo ai nazisti. Noi dobbiamo castrare il popolo tedesco oppure trattarlo in modo che non possa riprodurre gente che voglia continuare a comportarsi come hanno fatto in passato».
(«We have got to be tough with the Germany and I mean the German people not just the Nazis. We either have to castrate the German people or you have got to treat them in such a manner so they can’t just go on reproducing people who want to continue the way they have in the past», cfr. John Morton Blum, Roosevelt and Morgenthau: A Revision and Condensation of From the Morgenthau Diaries, 1972, p. 342).

«Devo ancora incontrare un uomo che non sia inorridito per l’atteggiamento “cartaginese” del Tesoro. Si tratta di semitismo divenuto selvaggio per vendetta, e che pianterà i semi di un’altra guerra nella prossima generazione»
(«[I have] yet to meet a man who was not horrified at the ‘Carthaginian’ attitude of the Treasury. It is Semitism gone wild for vengeance and will lay the seeds of another war in the next generation»: così Henry L. Stimson nel suo diario, cfr. Stimson and Bundy, On Active Service in War and Peace, pp. 565-595; ma Stimson non esitò a manifestare il suo pensiero direttamente a Roosevelt, nella lettera che gli scrisse il 5 settembre 1944 ).

Che altro c’è da dire?