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La ''nuova'' Gerusalemme Est

di Carlo M. Miele - 04/03/2010



Si chiamerà “Il giardino del re”, in omaggio a un episodio importante della storia biblica, e ospiterà alberghi, parchi e altre strutture adatte ad accogliere turisti.

E poco importa se per edificarlo sarà necessario abbattere decine di case palestinesi, nella parte orientale di Gerusalemme occupata da Israele nel 1967.

È il nuovo insediamento che il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, vuole costruire nella zona del Monte del Tempio (al-Bustan per i palestinesi).

La notizia ha suscitato l’ovvia reazione critica dei palestinesi, ma anche quella del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo cui prima di avviare i lavori saranno necessarie ulteriori consultazioni.

Il monito del governo, tuttavia, non ha fermato il primo cittadino di Gerusalemme, che anzi ha invitato i giornalisti per presentare i modelli del nuovo distretto turistico.

Stando a quanto annunciato al pubblico, il progetto prevede la demolizione di 22 case, ritenute illegali dallo Stato ebraico; le famiglie palestinesi proprietarie dovrebbero essere risarcite mediante la possibilità di costruire su terreni limitrofi.

Il piano – ha detto Barkat - rappresenta un "atto coraggioso", che servirà a rivalutare un’area “dimenticata” e di cui beneficeranno non solo gli israeliani, ma anche i palestinesi.

I palestinesi, tuttavia, si oppongono al progetto del sindaco, considerato un ulteriore tentativo di appropriarsi di Gerusalemme Est, la parte palestinese della città sulla quale dovrà sorgere la capitale del loro futuro Stato.

Critiche sono arrivate anche da diverse ong attive nell’area, secondo cui il piano potrebbe innescare una nuova ondata di violenza.

Questo tipo di azioni, ha commentato Orly Noy, dell’organizzazione umanitaria israeliana Ir Amin, “sono molto pericolose sia per il futuro politico di questa città che per il conflitto (israelo-palestinese) in generale".