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Israele contro se stesso

di Johan Galtung - 08/03/2010

tribunalrusselpalestine

Sì, neutralizzare i missili di Hamas è comprensibile tanto quanto lanciarli su un occupante. Ma il massacro di Gaza di un anno fa è qualcos’altro.

Il ripudio estremo del rapporto Goldstone – caso mai sbilanciato a favore di Israele – racconta una storia diversa.

VIDEO IN CODA ALL'ARTICOLO SUL TRIBUNALE RUSSELL SULLA PALESTINA.

 

 

Israele è stato sostenuto da un voto al parlamento USA che essenzialmente si autoassolve, avendo fatto lo stesso, occupando-colonizzando la terra di qualcun altro, cacciandolo ai margini e oltre. Proporre di metter fuori legge il termine naqba, la realtà palestinese dal 1948 in avanti, calpesta un altro popolo, come il progetto di costruire un “Museo della Tolleranza” sui resti del cimitero dei musulmani palestinesi e fare della Caverna dei Patriarchi e della Tomba di Rachele monumenti nazionali.

E: l’esecuzione extragiudiziaria di un funzionario di Hamas provvisto di passaporti occidentali.

E: compiliamo la prossima atrocità (domani?).

Con quale tipo di teoria/e possiamo trattare atti del genere? Con giovani coloni in Cisgiordania che dichiarano di odiare i palestinesi e di volerli uccidere, in una “terra vuota” secondo la bugia presa dagli inglesi per definire quel che in seguito divenne gli USA?

Alcuni possono dire che è normale in un conflitto profondo che tocca bisogni esistenziali, con la conseguenza di una polarizzazione mentale e sociale, la disumanizzazione dell’altro e la scalata della violenza contro l’Altro disumanizzato. Come tale aldilà della razionalità, con il sopravvento del cervello rettile in una litania di sicurezza, da acquisire a breve termine a spese del disastro a lungo termine. Intensificando l’azione militarmente e politicamente, invitando una analoga reazione da parte dell’Altro.

Tutto vero, ma carente di specificità: si è inscenato un Ghetto di Varsavia, bombardando mortalmente un’enclave con i suoi mezzi di sostentamento; dissacrando i simboli palestinesi; rendendo la vita ai palestinesi così opprimente che se ne andranno verso paesi arabi ricchi come gli ebrei andarono verso i paesi ricchi occidentali. Cercando di cancellare la propria umiliazione umiliando altri.
Oppure, come elemento da aggiungere alla teoria dei conflitti e alla proiezione storica: il complesso suicida di Massada. Una versione ebraica dell’escatologia di Hitler: eternità (beh, migliaia di anni) o apocalisse; col proprio suicidio. Qualcuno in Israele che si prepara al suicidio, non solo all’omicidio? Il legame patologico con la storia nazista fino al punto di una ripetizione è forse comprensibile. Ma se fosse puro e semplice degrado morale?

C’è il codice dei sette vizi capitali da tenere a mente: superbia-superbia, avaritia-avarizia. luxuria-lussuria, ira-ira, gula-gola, invidia-invidia, acedia-accidia. Gli esempi abbondano: il Popolo Eletto – la Terra Promessa, trattenuta delle tasse palestinesi, corruzione con denaro e sesso, vendetta contro le proprie vittime, una colonizzazione sionista in ampliamento/approfondimento senza limiti, invidia delle ricchezze arabe e di Padron USA, alimentata da un rancore che da molto tempo si è mangiato i cuori di decisamente troppe persone.

Tali vizi possono essere sgominati da fede e amore. Di fede ce n’è parecchia, nel sionismo e nel suo profeta Jabotinski. Di amore se ne osserva poco, salvo – forse – per se stessi. Di razionalità ce n’è poca, di razionalizzazione molta. Una parola che copre le teorie è “autismo”: Israele nella sua propria bollicina.


Il futuro appare buio.

Penso con paura e tristezza agli assalti che si stanno programmando in molti luoghi a Israele, con l’arricchimento iraniano dell’uranio come specchietto per le allodole. Non c’è bisogno di enumerarli, chiunque sappia delle difese popolari contro le atrocità dello stato ne conosce e sa inventarne altre. Sono numerose.

Penso alla nonviolenza massiccia, a palestinesi dentro e fuori Israele in marcia su Israele con decine di migliaia di altri. Boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni, ovviamente. Chi in buona fede e con mente lucida fa affari con un tale paese?  Sì, ce ne sono, chi più, chi meno. Ma in nessuna circostanza si dovrebbe boicottare il contatto umano e il dialogo. i legami umani dovrebbero crescere.

Poi, cosa potrebbe succedere con un incombente presidente USA repubblicano che conosca il massiccio sostegno ebreo per Obama e che tenti un doppio vantaggio politico: mollare Israele come peso passivo senza sostegno politico-militare, come quell’altro regime d’apartheid, guadagnando in questo modo crediti nel ricco mondo arabo-musulmano come un tempo nell’Africa povera, e sprecandoli.

E lei (si riferisce a Sarah Palin, ndt) potrebbe avere una seconda idea: incolpare gli ebrei statunitensi del declino dell’impero USA, approfittando di correnti sotterranee antisemite e dei desideri WASP di detronizzare Goldman-Sachs (un successore di Rothschild?). Cioè comprare qualche anno a beneficio dell’impero USA sacrificando quello regionale israeliano – la coda che ambiva muovere il cane – mostrando chi muove che cosa.
Essendo così la prima ad attuare due misure ovvie: ridurre le relazioni diplomatiche con Israele fino al punto di rottura, e aumentare quelle con una Palestina unificata, entrambe scadute da tempo, dato che il diritto internazionale è stato distorto in uno strumento assurdo.

La Palestina e i palestinesi continuano a pagare per le atrocità tedesche, con una Germania rattrappita nell’apatia e nel timore di essere “anti-semitica”, seguendo pedissequamente la linea ballerina USA con obbedienza superata solo da loro stessi alcune generazioni fa.

I politici tedeschi non temono che possa sorgere una generazione la quale chieda loro “Papà-Mamma che cosa avete fatto per evitare ai palestinesi le sofferenze che abbiamo patito noi?”. Non sapranno cosa dire. Vergogna.

Senza dubbio, il Tribunale Russell sulla Palestina a Barcellona dall’1 al 3 marzo farà luce su questa storia. E si tenga presente che quello che fanno questi tribunali extra-giurisdizionali oggi, potranno farlo attori di peso domani.

Come tanti, credo al diritto di Israele di esistere con un carattere ebraico, in una Comunità del Medio Oriente, non da transfuga UE.
E l’artista ebraico-americana “invincibile” in Democracy Now (www.democracynow.org , ndt), che mette in versi e canzoni tali temi vergognosi: razzi al fosforo, il bombardamento della sede ONU, muri; una donna, ebrea anti-sionista, neppure 25enne. Quelle sono le forze che possono guarire Israele da se stesso.


(1 Marzo 2010)

Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis, riveduta da Megachip.
Titolo originale: ISRAEL AGAINST HERSELF.