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La Forleo lasciata sola da tutti

di Gianni Petrosillo - 11/03/2010


C’è un giudice a Cremona. Anzi no, non c’è perché qualcuno, assoldato da qualcun altro, ha pensato bene di speronarlo in autostrada, all’altezza di Lodi, e di farlo finire sul new jersey procurandogli la frattura di zigomo e mandibola.
Un fatto di cronaca gravissimo su cui i media mainstream non si sono soffermati, nessuna grande puntata di Matrix, di Annozero o di Porta a porta, finestre televisive ad alto grado di share dove starnazzano come oche giulive giornalisti gelosi della propria indipendenza e libertà d’opinione, sempre pronti a salire sulle barricate se provvedimenti, comunque sbagliati ma non così dannosi, come la par condicio ne limitano i lamenti serali.
Queste non brave persone che, come cantava Gaber, hanno ancora la libertà di pensare ma non lo fanno mai ed in cambio pretendono di scrivere o di condurre trasmissioni dove l’ospite fisso è il luogo comune o la lacrima facile, non hanno proferito nemmeno una parola su un tal evento criminoso e nessun politico, di solito facile alle manifestazioni di solidarietà (che come diceva Croce servono soprattutto per togliere qualcosa agli altri) se si tratta di preti o di puttane o di frequentatori di puttane col naso incipriato di “roba”, ha espresso il suo sdegno e la sua preoccupazione per azioni di intimorimento contro figure dello Stato che mettono a rischio il vivere civile.
Eppure, questo magistrato ha rischiato davvero la vita. Il togato in questione si chiama Clementina Forleo, recentemente trasferita da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale ma il cui unico torto è stato quello di mettere il naso negli “affari” (nel senso vero della parola)  della sinistra chiedendo l’autorizzazione alla Camera per utilizzare intercettazioni telefoniche, in una indagine volta a chiarire i rapporti tra finanza e potere politico, che hanno coinvolto i vertici del DS, in particolare D’Alema e Fassino.
Stiamo parlando del famoso “scandalo” della scalata di Unipol a BNL. Furono proprio i due capataz del PD in alcune conversazioni con Consorte, allora presidente dell’UNIPOL, a dimostrare eccitazione per la conquista della Banca che, nei loro ragionamenti di uomini politici poco per bene ed esattamente uguali a tutti gli altri per bassezza morale e capacità di mentire, poteva far fare al loro partito il salto di qualità amplificandone i sogni di potere.
Avete sentito qualcuno (mi riferisco ai grandi "paladini" della giustizia come Travaglio  & C.) levare la sua voce “solenne” per denunciare questa faccenda che ha avuto al centro, sfortunato ed isolato protagonista, il GIP di Francavilla Fontana? E il popolo dei progressisti? Tutti in piazza tinti di viola e di vergogna, insieme all’uomo dei servizi deviati Di Pietro, a manifestare contro il caimano, contro il tycoon di Arcore affossatore dei sacri principi della libertà. Aveva ragione Bertolt Brecht quando affermava che il nemico marcia sempre alla tua testa e chi parla del nemico è egli stesso il nemico. Ma la Forleo non è simpatica nemmeno alla destra e questo fa di lei un obiettivo ancora più facile da colpire. Il giudice pugliese ebbe l’ardine di assolvere in I grado, nel 2005, tre islamici dall'accusa di terrorismo internazionale con una sentenza oltremodo coraggiosa, soprattutto in tempi di estrema ideologizzazione dello scontro di civiltà come quelli attuali. Il magistrato, non curante del clima di piena sudditanza politica verso gli Usa del nostro Paese, emise una sentenza senza precedenti che portava a legittimare le attività di guerriglia, non inquadrabili in azioni terroristiche, laddove era in corso un’aggressione contro un paese sovrano che aveva tutti i diritti di difendersi e di resistere conformemente a quanto previsto anche dal diritto internazionale.
Ebbene a questo rappresentante dello Stato viene oggi negato il diritto alla scorta perché, secondo CSM e carabienieri,  non ne esistono motivi reali. Avete capito bene? Una donna affiancata in autostrada e fatta volare fuori dalla corsia di marcia non ha ragione di chiedere l’aiuto delle istituzioni. E non contento di questa palese assurdità il CSM si è affrettato ad accusare la Forleo di assenteismo e di ritardi ingiustificati nello svolgimento del suo lavoro di GIP. In particolare, le si contesta il fatto di aver procrastinato di tre anni l’udienza preliminare a carico di una donna islamica arrestata per terrorismo in Italia. Insomma, ci risiamo. Chi si mette contro la politica o non si schiera con nessun partito si espone ad un destino malevolo. Tenetelo a mente voi gente di buon senso e poveri imbecilli viola portati in piazza dai nemici della nazione.