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Iraq, Parlamentare europeo denuncia frodi nelle elezioni

di Ornella Sangiovanni - 15/03/2010


Bufera in vista sui risultati delle elezioni irachene? Mentre i dati – ancora parziali – continuano ad arrivare, col contagocce (anche se adesso siamo a 14 province su 18, in alcune la percentuale dei conteggi non supera il 10 per cento), alle accuse che arrivano da Baghdad, in primis quelle di Iyad Allawi, leader di Iraqiya, coalizione di forze nazionaliste, adesso si aggiungono problemi da Bruxelles.

E non di poco conto. Struan Stevenson, presidente della Delegazione per i rapporti con l’Iraq del Parlamento Europeo, unisce la sua voce a quella di coloro che denunciano brogli e manipolazioni del voto – anzi, se ne fa portavoce.

Non si tratta di accuse generiche, ma circostanziate. In un comunicato stampa diffuso dal suo ufficio, l’europarlamentare (un conservatore scozzese) scrive che “il flusso costante di accuse ora è diventato un’alluvione”. E dice di aver ricevuto resoconti di prima mano che parlano di “innumerevoli schede bianche che venivano riempite principalmente a beneficio della la lista della coalizione per lo Stato di diritto (di Nuri al Maliki) a Baghdad, a Sadr City” e in altre zone della capitale, fra cui il distretto di A’adhamiya e quello di Zayuna (entrambi a maggioranza sunnita).

“In molti casi, migliaia di schede sono state marcate con un secondo contrassegno, per invalidarle”, si legge nella nota, che riferisce che, secondo informazioni arrivate da Baghdad, molte migliaia di schede a favore di Iraqiya, la coalizione nazionalista di Allawi, sarebbero state scoperte in una discarica della capitale irachena.

Non solo, il giorno del cosiddetto “voto speciale”, il 4 marzo, a migliaia di militari è stato impedito di votare, perché i loro nomi non figuravano negli elenchi elettorali.

Difficile votare anche per i detenuti. Sempre il 4 marzo, “in molte delle carceri irachene non sarebbero mai arrivate le urne”, si legge nel comunicato diffuso dall’europarlamentare.

Osservatori cacciati dai seggi, urne riempite di schede già votate

“Nella provincia di Diyala”, scrive Stevenson, “sono stato informato che membri della Badr Organization e del Consiglio Supremo islamico iracheno hanno allontanato con la forza gli osservatori da alcune sezioni elettorali, e hanno riempito le urne con schede già votate”.

Brogli e manipolazioni a vantaggio dei partiti sciiti – e della coalizione di Maliki. Il comunicato dell’eurodeputato afferma che “nel quartier generale della IHEC [la Commissione elettorale irachena NdR], fonti attendibili hanno riferito che i dati dei computer sono stati manipolati per aumentare il numero di seggi ottenuti dalla Coalizione per lo Stato di diritto, in alcuni casi aggiungendo degli zeri ai numeri del voto”: una frode sfacciata, che è stata scoperta, e ha portato al licenziamento di sei dipendenti della Commissione elettorale.

Commissione che, dal canto suo, ha smentito la notizia, sostenendo che i sei sarebbero sì stati licenziati – ma perché troppo lenti nell’inserire i dati.

Altri sistemi fraudolenti utilizzati per alterare l’esito del voto: migliaia di nomi spariti dagli elenchi elettorali, sparito anche l’inchiostro nelle penne usate nei seggi, intimidazioni e ricatti nei confronti degli elettori, osservatori espulsi dai seggi.

Il tutto, sottolinea Stevenson, “va ad aggiungersi alla dubbia espulsione di oltre 500 candidati laici e nazionalisti dalle elezioni” avvenuta in precedenza.

Una situazione, continua l’europarlamentare scozzese, che inficerà il risultato finale delle elezioni, “e rischia di privare gli iracheni del loro diritto a un governo libero, giusto, e democraticamente eletto”.

Stevenson non ha dubbi sui mandanti - e fa i nomi: il regime iraniano e l’Alleanza per lo Stato di diritto, forza di governo. Sono loro i colpevoli delle frodi e dei brogli, afferma nel suo comunicato, che parla di “una situazione estremamente preoccupante per tutti i partiti politici in Iraq”.

Frodi delle quali sostiene di avere le prove: “Molti leader politici e funzionari che hanno partecipato alle elezioni hanno rivelato questi imbrogli con dettagli precisi in numerose interviste alla stampa, e a me - in messaggi di posta elettronica e conversazioni telefoniche”.

Gli osservatori UE prendono le distanze. In arrivo dossier

A Baghdad la Commissione elettorale è furibonda – e affida la replica al suo sito, nel quale oggi è stata pubblicata una nota in cui si afferma che il team ufficiale degli osservatori dell’Unione Europea avrebbe sconfessato Stevenson, sottolineando che non è uno di loro, e non si trovava neppure in Iraq durante le elezioni.

Ma il presidente della Delegazione per i rapporti con l’Iraq del Parlamento Europeo è tenace: e annuncia la presentazione di un ampio dossier con le prove di brogli, manipolazioni, e irregolarità.

L’appuntamento è per il 17 marzo, mercoledì, a Bruxelles, quando la Delegazione si riunirà.

Stevenson intende chiederne il sostegno per inviare copia del dossier alla responsabile della politica estera dell’UE, Baronessa Catherine Ashton, e alla Commissione Esteri del Parlamento Europeo.

“Sono sicuro”, conclude, che “condivideranno la mia preoccupazione che le frodi diffuse possano avere fatalmente messo a rischio il risultato finale di queste elezioni, e potrebbero fare sprofondare nuovamente l’Iraq in una spirale di violenza confessionale”.

Mancano pochi giorni: non resta che aspettare.

Fonti: CNN iReport, Commissione elettorale irachena (IHEC), al Sharq al Awsat