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Anche il Ministro della salute Fazio contrario agli ogm

di Luca Bernardini - 16/03/2010

 
 
 
 
«Il Governo italiano non è favorevole all’introduzione delle colture Ogm per la contrarietà anche culturale della stragrande maggioranza dei nostri agricoltori» questo quanto affermato ieri dal Ministro della salute Fazio in visita al centro oncologico di Aviano (Pordenone) aggiungendo «va ricordato che anche il Commissario europeo ha indicato con chiarezza che per quanto riguarda le coltivazioni Ogm le disposizioni saranno di competenza degli organismi nazionali. Da parte mia sono persuaso che la cosa importante sia un salto di qualità nei controlli. Noi abbiamo incaricato l’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma di effettuare verifiche minuziose con l’utilizzo delle tecnologie più innovative. In questo senso sono allo studio i protocolli – ha concluso – che verranno adottati per garantire trasparenza e affidabilità».

Non sarà forse un caso che Fazio esprima la propria ferma contrarietà agli ogm in Friuli. Un coltivatore di questa regione infatti, per la precisione di Vivaro, in febbraio ha vinto un ricorso presentato al Consiglio di Stato, la cui sentenza obbliga il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali a rilasciare entro 90 giorni l’autorizzazione alla semina di varietà di mais transgeniche iscritte al catalogo comune. Il Ministero dal canto suo ha fatto subito sapere che il procedimento deve essere verificato da una Commissione la quale, non avendo a disposizione le prescrizioni tecniche sulla modalità di coltivazione degli ogm ancora in corso di definizione, difficilmente darà un parere positivo.
Luca Zaia a capo del dicastero in una nota ha inoltre precisato:
La forza dell’agricoltura italiana è anche genetica, la si deve anche a quello che generalmente viene chiamato, con un termine un po’ freddo, biodiversità.
Aprire in modo indiscriminato agli ogm, perché di questo si tratterebbe senza i piani di coesistenza con le colture tradizionali, sarebbe un errore forse irreparabile. I prodotti dei nostri territori sono la cristallizzazione di culture e tradizioni a volte centenarie. Non possiamo cederle, magari per un vantaggio economico iniziale, perdendo con esse anche la nostra identità. [...] Sono in gioco gli interessi di milioni di contadini, di milioni di consumatori e in ultima analisi la stessa identità dell’agricoltura italiana, che non possiamo spazzare via in nome di una presunta modernità che non ammette obiezioni. [...] Perché i nostri contadini dovrebbero pagare le royalty a multinazionali proprietarie delle sementi geneticamente modificate? Perché le nostre produzioni tradizionali devono essere messe a rischio dall’arrivo di queste nuove sementi? Siamo certi che gli organismi geneticamente modificati siano sicuri per la salute dei consumatori? Perché dovremmo alterare il normale ciclo delle stagioni? [...] La qualità e la diversità sono le principali caratteristiche che rendono competitivi i nostri prodotti; se accettiamo di rinunciarci per un vantaggio a breve termine è chiaro che alla fine ne usciremo sconfitti.
Il Mon810, il mais ogm oggetto della sentenza del Consiglio di Stato, ha l’autorizzazione alla coltivazione comunitaria scaduta e non gli viene rinnovata. [...]Proprio adesso noi dovremmo invece consentirne la semina indiscriminata? Mi pare una scelta assurda e insensata cui mi opporrò in ogni sede.


Clicca qui per leggere la versione integrale della lettera del Ministro Luca Zaia pubblicata sul quotidiano Avvenire