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'Due pesi e due misure': sarà così, ma non ci si abitua mai…

di Enrico Galoppini - 21/03/2010


Tutte le agenzie e i siti dei giornali cosiddetti “autorevoli”, all’unisono, un paio d’ore fa, hanno posto in grande evidenza la notizia di un razzo palestinese che ha ucciso un “agricoltore” in Israele.

Ecco un paio di  esempi:

http://notizie.virgilio.it/notizie/top_news/2010/03_marzo/18/razzo_palestinese_colpisce_israele_e_uccide_un_agricoltore,23444558.html

http://www.repubblica.it/esteri/2010/03/18/news/medio_oriente_18_marzo-2734283/

Il tutto, ribadiamo, in grande spolvero.

Per carità, un razzo che ammazza un agricoltore (tailandese) intento nel suo lavoro deve fare notizia in un mondo sano e rispettoso dei principi che va proclamando per bocca dei suoi “dirigenti”.

Però c’è un però. Degli agricoltori palestinesi ammazzati s’è perso il conto da quando è stato fondato il cosiddetto “Stato di Israele”. E anche se non si vogliono scomodare gli esordi di quest’impresa, basti scorrere la cronaca quotidiana, di cui dà conto questa piccola agenzia, per realizzare che i suddetti “autorevoli” media potrebbero quotidianamente, con pari enfasi, porre in evidenza l’uccisione di un “agricoltore” palestinese (con quale arma, c’è l’imbarazzo della scelta).

Ma l’agricoltore ammazzato in “Israele” è un “crimine orrendo”, mentre è “normale”, quando le parti sono invertite e il carnefice ha la kippa in testa, lo stillicidio di assassinii (anche di manifestanti pacifici) mirati o meno; di arresti (ce n’è per tutti i gusti, dagli 'amministrativi' a quelli per mano dei collaborazionisti locali, fino a quelli ‘classici’, singoli e di massa); la gente che muore senza cure (perché mancano le medicine e le attrezzature mediche, oppure perché l’ambulanza viene bloccata al check point); l’elettricità col contagocce (e c’è chi muore perché scoppia il generatore); le frontiere sigillate (l’unico posto al mondo da cui e verso cui non si può viaggiare); i campi devastati e l’ambiente contaminato (uranio impoverito e bombe al fosforo), famiglie senza più la casa (perché demolita, requisita ecc.) eccetera eccetera. Un assedio ad un fazzoletto di terra sovrappopolato – la Striscia di Gaza - solo perché ha votato come non doveva, con l’aggiunta di una scarica di bombe per una ventina di giorni.

I sionisti ammazzano come topi i palestinesi che riescono a far passare dai tunnel il necessario per vivere in una Gaza sotto embargo: dal loro punto di vista è “contrabbando”, magari di armi. Sparano sulle ambulanze: dal loro punto di vista “nascondono guerriglieri”. Ma addirittura, e qui tenetevi forte, effettuano il cecchinaggio (documentato da film come “To shoot an Elephant”) su persone intente a pregare nei cimiteri: quando si arriva a questo c’è solo della malvagità.

 

Tutto ciò è talmente “normale” per i cosiddetti “mezzi d’informazione” che non ritengono di dedicargli mai l’onore della prima pagina.

Quella “normalità” non fa notizia.

Poi si potrà anche discettare – ed ha la sua importanza – sui risvolti politici e strategici dell’accaduto, ma qui vogliamo solo rilevare come a tutte (e ribadisco tutte) le proclamazioni di principio dell’Occidente non corrisponda alcuna sostanza. Solo aria fritta per gli ingenui e chi ha capito che conviene fare il finto tonto, mentre chi comanda se la ride perché vede una massa inebetita, ammaliata e tutta in riga su vacue parole d’ordine messe in giro: “libertà”, “democrazia”, “uguaglianza”, “giustizia”, “diritti umani”…

Dove siano, a beneficio dei palestinesi, tutte queste meraviglie (almeno per come ce le descrivono), non è dato saperlo. L’imperativo è solo e sempre “difendere Israele”, il faro di “democrazia” ecc. nella regione mediorientale; poi per tutto il resto, comprese le “questioni di principio”, meglio lasciar perdere, adottando il rassicurante ed ipocrita “due pesi e due misure” al quale, specialmente sulla Palestina e le sofferenze della sua gente, in troppi, avvelenati da una propaganda a senso unico, si sono abituati.

Qui, invece, su questa agenzia, vige un altro sistema di misura, ecco perché i rapporti sui morti, i feriti, i malati, i mutilati, i prigionieri, i pochi che varcano le frontiere, i disoccupati, le case distrutte, gli alberi sradicati eccetera non fanno mai notizia sugli “autorevoli” media. I piatti della loro bilancia ipocrita, mettendoci su tutte queste cifre al cui confronto le uniche che per essi contano (e per le quali si stracciano platealmente le vesti) sono una bazzecola, gli si rovescerebbero addosso, e finalmente un’opinione pubblica costruita con l’inganno, la frode e l’occultamento della verità si sveglierebbe dal sortilegio, accorgendosi finalmente di come stanno le cose in Palestina.