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Le riforme armate dell'occidente

di Gianluca Freda - 23/03/2010

http://veggiemacabre.files.wordpress.com/2009/06/neda-iran-video.jpg

Alcuni lettori di immensa gentilezza, che ringrazio di cuore, si sono presi il disturbo di tradurre per me dal farsi il documentario su Neda trasmesso dalla TV iraniana, del quale avevo parlato qualche giorno fa. Ho potuto così sottotitolarlo in italiano e ora lo ripubblico qui integralmente. Aggiungo brevissimamente qualche nota e qualche appunto.

1) Il documentario ha un tono fortemente propagandistico, o per meglio dire contropropagandistico. La cosa non dovrebbe scandalizzare più di tanto. E’ stato infatti girato per fornire agli spettatori iraniani il controcanto informativo ad una sanguinosa e disgustosa azione di propaganda israelo-occidentale attraverso la quale si era cercato di screditare il governo dell’Iran, provocare l’annullamento delle elezioni presidenziali e possibilmente rovesciare il governo del paese. Personalmente trovo rassicurante e nient’affatto fastidioso sapere che anche i media iraniani possiedono la spregiudicatezza necessaria per tutelarsi dalla guerra della (falsa) informazione che Israele, USA e alleati stanno conducendo contro la Repubblica Islamica. Per il resto, va da sé che il filmato è apprezzabile più per le verità che finalmente rivela al pubblico che per i toni con cui lo fa.
 

2) Il documentario ipotizza che, dopo la performance che si vede nel video, Neda potrebbe essere stata realmente uccisa dagli stessi individui che avevano partecipato alla realizzazione della messinscena (Arash Hejazi e Hamid Panahi). Costoro le avrebbero sparato a bruciapelo durante il percorso in auto verso l’ospedale. Non ho alcun elemento per confermare o smentire questa ipotesi, né credo che lo avrò mai. Mi astengo dunque dall’esprimere sull’argomento qualsiasi giudizio. L’unica cosa di cui posso dirmi assolutamente certo è che il video, così come il mondo lo ha visto, è sciattamente e palesemente fasullo, come anche le autorità iraniane hanno finalmente compreso. E la certezza della sua falsità non mi deriva da teorie, deduzioni, induzioni, ipotesi o ricostruzioni, ma da evidentissimi elementi di fatto presenti all’interno dello stesso filmato.
 

3) Il documentario contiene due errori di analisi, che conosco bene perché anch’io li avevo compiuti nel corso dei primi, frettolosi esami delle immagini. Il primo, di cui ho già detto, è quello di evidenziare le differenze tra le tracce di sangue presenti sul viso di Neda in due fotogrammi che dovrebbero essere contemporanei, ipotizzando sulla base di ciò un’alterazione digitale delle immagini. Non è così. Le tracce di sangue sono diverse perché le immagini raffrontate non sono contemporanee. Il famoso “primo piano” del viso insanguinato di Neda è di qualche istante antecedente alle altre immagini prese in esame. Se si tiene conto di ciò, si può facilmente notare che le macchie di sangue sul viso corrispondono perfettamente.

L’altro errore è quello di ritenere che sia la ragazza stessa a versarsi il liquido rosso sul viso. In realtà, come nel filmato si vede benissimo, nel momento in cui il liquido viene versato, la fialetta è impugnata da una mano destra, che non può essere quella di Neda, visto che essa è appoggiata sul selciato dalla parte opposta. A rovesciare il liquido per la recita è stato uno dei due uomini che stanno intorno alla ragazza, quasi certamente Arash Hejazi (la mano di Panahi è più abbronzata e robusta di quella che si vede impugnare il contenitore). Il che spiega anche la precipitosa fuga di Hejazi dal paese subito dopo la pubblicazione sul web del filmato.

4) In conclusione, due note fornitemi dagli autori della traduzione:

a – Nel video n. 4 si fa riferimento agli occidentali e al loro “maledetto piano di creazione di 72 martiri”. Qui l’allusione è ai 72 martiri dello storico e tragico evento di Karbala, in cui Hoseyn(as) Signore dei Martiri e nipote del Profeta Mouhammad, insieme ai suoi familiari e fedeli seguaci, perse la vita nel combattere contro l'esercito di 30.000 soldati del tirannico governo di Yazid. I nemici della Repubblica Islamica dell'Iran avevano quindi progettato, senza per altro riuscirvi, di richiamarsi alla memoria collettiva, simulando il medesimo numero di martiri per disorientare l'opinione pubblica iraniana, esattamente come avevano cercato di fare appropriandosi anche del colore verde dell'Islam e associandolo al movimento della loro rivoluzione colorata. 

b - la citazione che apre il filmato (“In nome di Dio, Colui che dà forma a tutte le cose”) non è casuale. E’ uno dei novantanove nomi di Dio con i quali gli iraniani sono soliti iniziare (per buon auspicio) ogni discussione (anche in occasione di conferenze); generalmente iniziano con "In nome di Dio, Il Misericordioso, il Compassionevole". In questo caso gli autori del filmato hanno scelto d'iniziare con una diversa formula, in riferimento alla fretta con cui Neda ha posto in atto la messinscena e che, come dice la voce narrante ad un certo punto del filmato, ha consentito di smascherarla. Alla stessa circostanza credo alluda il riferimento finale alle “rivelazioni dei martiri”, che hanno consentito di comprendere e, appunto, rivelare l’inganno.