Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cisgiordania, “palestinesi uccisi dall'Idf con munizioni vere”

Cisgiordania, “palestinesi uccisi dall'Idf con munizioni vere”

di Carlo M. Miele - 25/03/2010




A colpire Mohammed e Usayed Qadus, i due giovani palestinesi uccisi sabato scorso presso Nablus nel corso di una manifestazione di protesta, non sarebbero stati proiettili di gomma, ma munizioni vere.

Ad affermarlo è l’ong israeliana B’Tselem, che ha contestato la versione fornita in precedenza dall’esercito di Tel Aviv e ha chiesto l’apertura di un’inchiesta.

L’organizzazione ha accusato le forze di difesa israeliane (Idf) dopo avere avuto modo di vedere le foto e le radiografie effettuate sui corpi di Mohammad e Usayed, rispettivamente di 15 e 18 anni.

Le ferite – ha dichiarato la direttrice di B’Tselem Sarit Michaeli – sono "assolutamente incompatibili" con l’uso di proiettili rivestiti in gomma. “Non si è mai sentito che un proiettile rivestito in gomma penetra e poi esce da un corpo”.

Di proiettili veri avevano parlato fin da subito i medici dell’ospedale in cui erano stati portati i due palestinesi, ma le accuse erano state subito respinte dalle Idf.

Lunedì l’esercito ha anche reso noto l’esito di una prima inchiesta interna, ribadendo che "non era stato dato alcun ordine di utilizzare fuoco vero".

La versione israeliana, tuttavia, non è bastata a placare le polemiche, alimentate anche dalla uccisione di altri due giovani palestinesi, avvenuta domenica, sempre in Cisgiordania, in circostanze non ancora chiarite.

“Questa escalation militare - ha detto il premier palestinese Salam Fayad - è altamente rischiosa e potrebbe cancellare i successi dell'Anp per quanto concerne sicurezza e stabilità”.

I palestinesi affermano che da settimane Israele sta inasprendo la repressione della resistenza popolare in Cisgiordania, facendo ricorso – come dimostrerebbero i fatti dello scorso fine settimana – anche alle “maniere forti”.

L’esercito israeliano ha però respinto le accuse. "Nelle settimane passate le fazioni estremiste palestinesi hanno fomentato l’intera area”, ha dichiarato la portavoce Avital Liebowich, secondo cui “è questo il motivo per cui assistiamo a un aumento delle proteste e della violenza. Tutto ciò non ha niente a che fare con le regole di ingaggio dell’esercito”.