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Io, vergine di ferro voglio offrirmi ad Ahmadinejad

di Andrea Pasqualetto - 30/03/2010

La padovana Silvia Valerio, universitaria al primo anno di Lettere, esordisce con un libro che è già un caso: «Vi spiego perché lo desidero»

Silvia Valerio (Immagine dal sito web della scrittrice 19enne)

 

Scrittrice, illibata: adoro quel Presidente

Dice di esserne attratta «perché non si adegua al regime della via di mezzo, perché non si riempie la bocca di parole come diritti dignità sussidi pace quiete libertà, perché è l’ultimo eretico del nostro tempo, perché nega l’olocausto e pensa di usare l’atomica, perché mette a tacere l’opposizione, perché minaccia l’America, perché non concede alle donne di sentire il vento tra i capelli e si permette sempre di ribattere con quel sorriso di sprezzatura alle smorfie contrite e indignate di uomini d’ogni colore e forza». E, ad abudantiam, perché lo trova sensuale. Lui è naturalmente Mahmud Ahmadinejad, l'ultracoservatore presidente iraniano. Lei, invece, non è Eva Braun.

 

 

E’ Silvia Valerio, avvenente diciannovenne padovana che ambirebbe a conquistare l’altra metà del cielo nero. Provocazione? Sete di successo? Strategia spinta di marketing, considerato che ha tradotto la sua aspirazione in un libro che è già un caso editoriale oltre che un’unghiata al lettore? «Ma no, se avessi voluto provocare avrei scelto Bin Laden, e invece ame piace lui. Vorrei offirgli il mio fiore ancora puro. Mi piace il suo anticonformismo, anche la sua voce, la mimica trattenuta, l’intonazione ferma e calma, da impassibile appassionato». E giù lodi sperticate, miscelando ammiccamenti civettuoli a una prosa ricca e dissacrante: «No! Un fascista! protesterà adesso la stragrande maggioranza. Un fascista che vuole estendere a tutto il globo il credo islamico. Che ha usato brogli e alleanze per arrivare al potere. L’opinione pubblica, d’altro canto, non fa altro che dare dei fascisti a tutti quelli che non la pensano come lei. Fra un po’, se già non l’hanno fatto, daranno del fascista ad Alessandro Magno, pure lui


 

voleva estendere il modello macedone a tutto l’orbe, ha conquistato in lungo e in largo, ha ammazzato tutti gli oppositori e ha imposto la proskynesis come atto a lui dovuto in quanto figlio di Dio. Più fascista di così. A Tiberio, Caligola, Nerone, l’omicidio di Ottavia non ha paragone con il delitto Matteotti. E vogliamo parlare di Vespasiano, "il principe è svincolato dalla leggi", di quel naziskin di Tito, di Domiziano "dominus et deus". E, proseguendo, di Traiano e di Marco Aurelio e l’eccidio di Lione».

Anticristiana, maliziosa, antiborghese, saccente e spiazzante, senz’altro coraggiosa, Silvia Valerio è un po’ figlia di sua sorella, la quale si chiama Anna K Valerio, ha 29 anni, è direttore della collana erotica di Ar e passa alle cronache come la musa di Freda oltre che massima interprete italiana di Nietzsche. Da lei ha imparato molto. Silvia Valerio garantisce anche sull’usura: «Sono una vergine di ferro». E ironizza immaginandosi come una «meravigliosa macchina da tortura» e cercando la fiaba: «Voglio un tappeto magico ma non quello stupido dei film di Disney. L’impresa andrebbe studiata con cura. Desidero un’entrata in scena degna di Cleopatra. L’importante è arrivare a destinazione, capovolgendo l’Itaca di Kavafis che ormai è stata adottata, a distanza e non, da tutte le agenzie turistiche».

Una pazza? Boh, lo vuole. E per giustificare la scelta, ricorda le puntuali delusioni dei maschi italiani, dal suo maestro cinquantenne di tango, incontrato dopo aver messo piede in una milonga e liquidato di lì a breve «perché inconsistente », al suo professore di filosofia, «prigioniero di se stesso e incapace di sostenere certi sguardi, anche se talvolta mi faceva respirare l’aria di Tebe». Domande: Ahmadinejad non vuole scrittrici nel suo paese, come farai? «Non farò la scrittrice, in un mondo dove non c’è molto di cui lamentarsi si può anche rinunciare a scrivere». Il velo? «Lo metterò di sicuro, non mi risulta che sia pesante né provochi cefalee, non capisco tutta questa indignazione delle donne. Ci sono problemi ben peggiori del velo». E le gambe? «Saranno solo per lui, come il resto. Signor presidente, gliela offro...». S’offre, con l’apostrofo.