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"Porta a porta", il Sud che fa la differenza

di Daniela Sciarra - 30/03/2010


In alcuni comuni del Mezzogiorno sono stati avviati progetti di raccolta differenziata "porta a porta" che nel giro di pochissimo tempo stanno dando risultati importanti. In testa ci sono Sicilia e Campania, due regioni spesso ricordate per l'emergenza rifiuti degli anni scorsi, e che adesso vantano sistemi di differenziata davvero efficienti.


raccolta differenziata sud
In alcuni comuni del Mezzogiorno sono stati avviati progetti di raccolta differenziata "porta a porta" che nel giro di pochissimo tempo stanno dando risultati importanti
Sono appena stati divulgati i primi risultati del progetto pilota “Palermo differenziata” avviato il mese scorso. Si tratta di un nuovo sistema di raccolta differenziata porta a porta rivolto ai privati e agli esercizi commerciali. Promosso dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Comune di Palermo, la Prefettura di Palermo, la Regione Siciliana, AMIA, il Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi - e l’ Università degli Studi di Palermo, il progetto è stato lanciato a febbraio e vorrebbe coinvolgere l’intero capoluogo siciliano. Al momento ha interessato due quartieri di Palermo, Politeama e Libertà, per un totale di 130.000 abitanti, suddivisi in 50.000 nuclei familiari e circa 4.000 utenze commerciali. I primi ad essere coinvolti sono stati 15 mila cittadini. Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, nell’arco di sei mesi si è passati dal 4 al 79% di raccolta differenziata. Un dato molto significativo se si considera che dai 61 kg di raccolta differenziata della prima settimana si è passati agli oltre 105 kg della quinta.

Prima dell'avvio del progetto su 100 kg di rifiuti prodotti ne finivano in discarica 96 kg, oggi, invece, 20 kg.

Si tratta di dati non ancora definitivi, ma che già confermano la positività di esperienze simili che si sono realizzate in molte Regioni del sud. Dal 2005 la Sicilia è attiva sul fronte della raccolta differenziata. Nella provincia di Trapani, nell’Ambito territoriale ottimale (Ato) Trapani 2, otto comuni sono stati serviti integralmente dal sistema porta a porta, mentre un altro progetto ne prevede la copertura ai rimanenti tre comuni entro il 2010.

In passato, il ricorso ai cassonetti lungo le strade permetteva di raggiungere una minima percentuale di raccolta differenziata, pari neanche al 10%. Con il porta a porta, invece, in alcuni comuni della provincia si è arrivati quasi al 70% di rifiuti differenziati. Questo dimostra che, se esiste un sistema di gestione dei rifiuti efficace e che assicura che le frazioni differenziate vadano al vero riciclo, è possibile fare la raccolta differenziata anche in Sicilia.

La stessa esperienza ha avuto risultati analoghi anche in Campania, un’altra regione fortemente colpita dalle emergenze ambientali, che però vanta un’importante fiore all’occhiello in fatto di gestione sostenibile ed efficiente dei rifiuti. Si tratta di Salerno e di alcuni comuni del comprensorio che rientrano nel Bacino Ato BR/2.

Anche il primo ambito pugliese ha avviato la gestione integrata unitaria dei rifiuti: in 5 dei 9 comuni dell’ambito (più di 133 mila abitanti in tutto), i classici cassonetti sono stati sostituiti dai bidoni per la raccolta differenziata porta a porta. La raccolta differenziata oltre ad essere schizzata dal 5% al 60%, continua a far segnare dei costanti miglioramenti grazie anche alla capacità di ridurre a monte la produzione dei rifiuti. L’attenzione dei cittadini riservata a questo aspetto, ha evitato che 1.500 tonnellate di rifiuto finissero in discarica, mentre continua a salire l’interesse per il compostaggio domestico.

E per finire, arrivano anche dei piccoli segnali positivi della città di Napoli, che ha chiuso il 2009 con un servizio di raccolta differenziata porta porta per il secco e l’umido che ha coinvolto circa 200 mila cittadini.

Dalla classifica dell’ultimo dossier di Legambiente - Comuni ricicloni 2009 - inoltre, si classificano ai primi tre posti dei comuni italiani quelli della provincia di Salerno. Al primo posto, c’è Atena Lucana che, con 2.231 abitanti, ha una percentuale di raccolta differenziata pari al 91%, seguono rispettivamente il comune di Rofrano con 78% di differenziata per quasi 1800 abitanti, e poi Roccadaspide, un comune di 7500 abitanti, con il 76% di raccolta differenziata.

Se queste esperienze possono essere uno stimolo per tanti altri comuni italiani che invece sono lontani da risultati così entusiasmanti, permane un’immagine d’Italia a macchie di leopardo, dove le buone pratiche non bastano a trascinarsi gli altri comuni che vanno avanti su questa strada ma con il freno tirato.