Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Trasformare i rifiuti in materiale edile, a Bergamo si può

Trasformare i rifiuti in materiale edile, a Bergamo si può

di Elisabeth Zoja - 31/03/2010


Da rifiuti a risorse: all’impianto Esposito di Gorle (Bergamo) i rifiuti stradali vengono trasformati in materiale edile. Un’innovazione importante che potrebbe aiutare l’Italia ad aumentare la quantità di immondizia riciclata e compostata anche in vista della nuova direttiva europea sui rifiuti, che prevede il controllo di tutto il loro ciclo di vita.


impianto riciclo rifiuti stradali
L’impianto Esposito di Gorle trasforma rifiuti stradali quali lattine e bottiglie in sabbia e ghiaia per la costruzione edile
Vi entrano i rifiuti delle strade e ne esce materiale edile. È questa l’idea dell’impianto di riciclaggio del Gruppo Esposito di Gorle (Bergamo), unione composta da quattro aziende operanti sia in Italia che all’estero. L’impianto è operativo ormai da cinque anni, e trasforma rifiuti stradali quali lattine e bottiglie in sabbia e ghiaia per la costruzione edile.

Questo tipo di smaltimento inoltre è più economico di quello che avviene nelle discariche poiché l’impianto non smaltisce, ma recupera il 70% dei rifiuti immessi.

Ma come si può ricavare del materiale utilizzabile da semplici scarti trovati in strada?

Il processo è costituito da cinque passaggi abbastanza semplici. Si parte dallo stoccaggio dei rifiuti, raccolti con le autospazzatrici che noi tutti conosciamo.

Dopodiché ha luogo la separazione: un vaglio stellare scuote gli scarti in modo da separare materiale organico quale foglie e rametti, da quello inorganico.

Il terzo passaggio è invece costituito dal lavaggio in controcorrente e dalla separazione granulometrica dei rifiuti. Le sabbie vengono così separate dal limo (la fanghiglia). Nel passaggio successivo ha luogo il trattamento delle acque contenenti il limo, che vengono pulite a 80m3 all’ora per poter venir anch’esse ‘riciclate’, ovvero riutilizzate per il trattamento dei rifiuti in ingresso.

L’ultimo processo è la disidratazione dei fanghi che, non essendo pericolosi, vengono recuperati in fornaci o inviati allo smaltimento. Anche i rifiuti organici separati in prima fase vengono inviati a installazioni autorizzate quali i termo-utilizzatori.

spazzatura scarti rifiuti riciclo
L’impianto permette il trattamento di 200 tonnellate di scarti al giorno
Così l’impianto permette il trattamento di 200 tonnellate di scarti al giorno in completa automazione. Si tratta di un’innovazione importante che, se estesa, potrebbe aiutare l’Italia ad aumentare la quantità di rifiuti riciclati e compostati, che al momento costituisce solo il 45% degli scarti complessivi. Una cifra che supera di poco la media europea (40%) e che è decisamente inferiore rispetto alle percentuali di rifiuti compostati e riciclati in Austria (69%) e in Germania (65%) (fonte: Eurostat, ufficio europeo di statistica).

Entro la fine dell’anno, nei 27 paesi dell’UE entrerà in vigore una nuova direttiva che “propone un quadro giuridico volto a controllare tutto il ciclo dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, ponendo l’accento sul recupero e il riciclaggio”. Un motivo in più per affrontare al più presto il problema dell’immondizia.

La segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente vorrebbe che in Italia la direttiva venisse recepita prima dell’estate. Il suo capo, Luigi Pelaggi, annuncia: “Fino a questo momento non abbiamo mai considerato i rifiuti come una risorsa, mentre dobbiamo muoverci in questo senso, soprattutto per quanto riguarda il riciclaggio”.