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Atene è sola: la speculazione massacra i bond

di Roberto Tesi - 08/04/2010

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Nuvoloni neri sulla Grecia: si teme che il salvataggio finanziario di Atene sia ancora in alto mare e ieri la speculazione ha preso di mira i titoli del debito pubblico ellenico in coincidenza con la visita (durerà due settimane) di una delegazione del Fondo monetario nel paese. Lo spread dei governativi, ha registrato un vistoso strappo allargando, come nel caso del bond decennale, il differenziale fino al nuovo massimo di 412 punti base, rispetto ai bond tedeschi. Questo significa pagare interessi di circa il 7,2% contro il poco più del 3% dei titoli pubblici tedeschi.

A giocare contro Atene è un concorso di fattori che, nonostante siano rimasti privi di conferme (alcuni sono stati esplicitamente smentiti), hanno generato sin dalla mattinata ondate speculative. Tra questi fattori tuttavia ne spicca uno piuttosto oggettivo e per questo molto temuto dagli investitori. La Grecia, grazie alle più recenti emissioni sul mercato del debito, ha a disposizione abbastanza capitali per onorare le scadenze (quasi 10 miliardi di euro) di aprile. Però, secondo alcuni esperti, non sembra avere alcuna possibilità di rifinanziare gli 11 miliardi di titoli e coupon che giungeranno a maturazione in maggio. L'unica opzione che rimane ad Atene è quella di emettere altra carta ma non è facile per un Paese che continua a perdere credibilità.

Una dinamica cui contribuisce in questi giorni la speculazione secondo cui la Grecia non avrebbe alcuna intenzione di accettare l'ulteriore rigore preteso dall'Fmi per dare il via all'attuazione del piano perché troppo oneroso dai punti di vista sociale e politico. Nonostante la Commissione Ue abbia riferito di non essere a conoscenza di modifiche apportate al pacchetto messo a punto da Bruxelles e dall'Fmi, il mercato continua a giocare su questa ipotesi.

Ma c'è dell'altro: allo tracollo dell'obbligazionario greco ha contribuito anche la notizia riportata dalla stampa ellenica secondo cui il deficit di bilancio di Atene dovrà essere corretto in rialzo di circa un punto percentuale rispetto alle stime finora in circolazione. In pratica non più un rapporto deficit/Pil del 12,7%, ma del 13,5% se non addirittura secondo alcuni al 14,2-14,3 per cento%. Le cifre definitive saranno diffuse il 22 aprile dall'Eurostat. La conseguenza sarebbe una manovra correttiva ancora più ampia di quella varata. Il tutto, mentre fino a pochi giorni prima di Pasqua il mercato aveva acquisito un po' di certezza, seppure relativa, sull'onda dell'accordo raggiunto il 23 marzo a Bruxelles circa un piano di 22 miliardi da varare nel caso la situazione ellenica fosse peggiorata. A gettare benzina sul fuoco è stato sufficiente che le autorità tedesche lunedì dichiarassero di non essere disposte a concedere aiuti finanziari alla Grecia a un tasso agevolato per fare ripiombare nello sconforto gli investitori. La paura di default è quindi tornata a serpeggiare tra gli investitori.