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I salvatori delle sequoie

di Beppe Grillo - 08/04/2010

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C’erano una volta le foreste di sequoie giganti. Alberi millenari, alti come il cielo, che si nutrivano di fuoco. Anche quando una sequoia cadeva al suolo la sua vita continuava attraverso generazioni di uomini. Si propagava nel terreno attraverso i rami. Nella valle arrivò la civiltà, la conoscenza, l’economia dell’accumulo, gli europei. Gli indigeni vennero imprigionati per la violazione di leggi che non conoscevano. L’unica che osservavano era quella di un’anima che lega tutte le creature che li portava a rispettare ogni forma di vita.

I loro villaggi furono sostituiti da case di legno e strade polverose. Gli alberi divennero legna da ardere, materiale da costruzione. Furono abbattuti più alberi di quanti si potessero vendere. Le testimonianze più antiche della Terra si trasformarono in dollari. La nuova unità di misura dell’anima. Le sequoie divennero un fenomeno da baraccone, bucate, trasformate in archi giganteschi sotto i quali transitavano le prime macchine.

Qualche macchia degli immensi alberi si salvò. Furono istituiti i primi parchi nazionali. Moderni zoo in cui osservare le piante. Per tutelare i boschi di sequoie sopravvissuti furono combattuti i frequenti incendi causati dai fulmini. Ma le sequoie si diradarono, iniziarono a morire per cause sconosciute. Si capì in seguito che la causa era la mancanza di incendi. Gli incendi eliminavano la flora in concorrenza con le sequoie. Gli incendi, bruciando le piante morte, arricchivano il suolo che invece si inaridì. Le sequoie sono ignifughe e non temono il fuoco. Non bruciano. Chi appoggia le mani al tronco ne può assorbire il calore.

Prima vennero i cercatori d’oro che tagliarono le piante per costruire città fantasma, poi i boscaioli per farci legna da vendere e infine i salvatori senza conoscenza, gli apprendisti stregoni. Difficile dire chi tra essi è peggiore. Tra chi cerca il profitto, chi distrugge l’ambiente e i salvatori della Patria. Tra chi, senza regole e in modo spudorato, persegue i suoi interessi a danno della collettività e chi le regala delle ali da Icaro per farla precipitare con i suoi interessati consigli. I primi sono più facili da riconoscere, non si nascondono, è nella loro natura. Gli altri, sia in buona che in cattiva fede, ma questo non si saprà mai, spesso non lo sanno neppure loro, sono per definizione i buoni della sinistra. Desertificano la democrazia, ma in modo inconsapevole. Sono il bene per autocertificazione. Per far crescere le sequoie è sufficiente ascoltare la propria voce. Ognuno conta uno. Ogni pensiero è importante. Chi ti etichetta, ti annulla.