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Lo specchio di Dorian Gray della politica italiana

di Uriel - 14/04/2010

Fonte: Wolfstep

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Mi chiedono cosa pensi del silenzio tombale calato sul "partito del Times", cioe'
sulla stampa straniera, dopo le elezioni regionali. Cioe' del perche' abbiano
smesso di tuonare forte come prima. Secondo me ci sono due fattori in gioco: il primo e'
che gli anglosassoni quando investono su qualcuno si aspettano la vittoria. Se il
cavallo sul quale investono non vince mai, dopo un pochino abbandonano il brocco al
suo destino di bistecca. C'e' poi una seconda ragione, ed e' piu' complessa da
spiegare: adesso hanno paura.




Tempo fa dissi che l' Italia e' un paese latino. Si tratta di una verita' cosi'
evidente, sul piano storico , che non andrebbe neanche discussa. Ebbi come risposta
decine di commenti di gente che sosteneva di essere piu' "nordica" , di sentirsi piu'
"occidentale", piu' "anglosassone", come se cinquant'anni di cinema, musica e
fumetti potessero cancellare 2500 anni di storia e di cultura politica, sociale,
economica, umanistica.


L'italia e' un paese latino, ripeto. Sebbene per un qualche motivo stravagante gran
parte degli italiani non voglia ammetterlo, le cose stanno esattamente cosi'. Non e'
un problema di "avanti" o "indietro": e' un problema di essere latini o meno. Del
resto, gli ideali bolivariani sono sicuramente latini, e sicuramente sono un
incredibile mix di illuminismo e di progressismo risorgimentale.Molto piu'
rivoluzionari, democratici e progressisti di quanto non sia mai stato il PCI, per
dire.


Ma rimane questo dato. Ed e' importante, perche' a dividere il mondo degli "ariani del
mondo" dal mondo latino e' un discrimine essenziale per capire il silenzio del
partito del Times.


Il mondo anglosassone/ariano e' essenzialmente un mondo che viene da Leo Strauss.
Leo Strauss ipotizza che la politica sia ipso facto la sede di interessi
inconfessabili, corruzioni e clientele. Tuttavia, essendo la politica
necessariamente cosi', ed essendo la politica necessaria, allora e' necessaria la
"nobile menzogna".


Poiche' secondo Strauss e' necessario mantenere il popolo in uno stato di tensione
morale se non si vuole che lo stato cada nell'anarchia e nel malcostume, allora la
realta' della politica va nascosta,e il politico deve raccontare la "nobile
menzogna" della politica pulita e al puro servizio degli interessi del paese.


Ovviamente rimarra' il problema del comunicare i propri veri programmi a quei ceti
che non possono andare a cena col presidente ma devono sapere in che modo andranno
gestiti i loro affarucci privati. Cosi' Strauss ipotizza una "scrittura
reticente", che serve a fare si' che mentre il politico parla di valori e di onesta' al
popolo, chi sa leggere le parole che il politico usa sappia capire come verranno
davvero gestite le cose, e decidera' cosi' se appoggiare o meno il tale politico.
Ovviamente la "scrittura reticente" va tenuta lontana dalle orecchie del popolo,
che non deve essere capace di "leggere". Strauss fa poi alcuni esempi di lettura di
opere (anche il Vangelo) in chiave di scrittura reticente.


Insomma, nel mondo di Strauss la politica e' fatta di vizi privati e pubbliche virtu',
con la "nobile menzogna" di dare al popolo la sensazione di sorvegliare gli uni e gli
altri.


Diverso e' il discorso di Machiavelli. Il quale ad un certo punto scrive un libro,
cioe' rende pubblico, cio' che la politica e', nonche' cio' che la politica fa.
Machiavelli (che non pronuncio' mai "il fine giustifica i mezzi") si limita ad
elencare, per educare il nipote, tutte le strategie piu' efficaci per governare.
Alcune sono accettabili per l'uomo moderno, altre no.


Ma la differenza e' che Machiavelli non si preoccupa del fatto che tale rivelazione
sia pubblica o segreta: il sovrano mostra tranquillamente cio' che e': s'elli è
meglio essere amato che temuto o e converso.


Machiavelli non ha problemi a mostrare il potere per cio' che esso e': in un certo senso
non crede nella "nobile bugia", per la ragione che non crede nella nobilita' della
politica, ma solo nella sua efficacia.Vizi pubblici, virtu' pubbliche, tanto il
popolo ti ama comunque se lo governi bene, senza guardare ai metodi che usi.


Cosi' abbiamo due concezioni: una moralista di Strauss, che come Machiavelli non
crede nella politica nobile e pulita, ma ritiene necessario che ci creda il popolo. Al
contrario, Machiavelli ritiene la politica fatta di azioni piu' o meno discutibili e
ciniche, ma non ritiene necessario nascondere la ratio politica al popolo: se fai le
mosse giuste il popolo e' sotto controllo e riga dritto.


Possiamo sintetizzare, in estrema sintesi, in queste due figure specifiche , con
questa lettura specifica, le differenze tra il mondo latino e il mondo anglosassone.


Per capire l'efficacia della cosa, possiamo fare un esempio: il nostro politico e' un
Dorian Gray della situazione. Egli pretende di essere bello, giovane e buono. Ma il
suo ritratto lo smentisce, mostrandolo vecchio, orribile e malvagio.


Dal punto di vista di Leo Strauss, finche' Dorian Gray riesce a tenere in soffitta il
proprio ritratto, allora e' un buon politico. E la gente fa bene ad amarlo, perche' e'
giusto e morale che il popolo ami cio' che e' bello, giovane e buono. Cosi' come,
secondo Strauss, la gente farebbe bene ad essere disgustata dal ritratto di Dorian
Gray, che invece ritrae un uomo brutto, vecchio e malvagio.


Dal punto di vista di Machiavelli, invece, le cose non stanno proprio cosi'. In ultima
analisi, per Machiavelli e' assai controverso se sia meglio essere amati con un viso
bello, giovane e buono, oppure essere temuti con un viso orribile, vecchio e
malvagio: cio' che importa sopra ogni cosa e' l'efficacia del tuo potere. Il principe
che riesca a tenere il regno in pugno ha scelto la miscela giusta.


Cosi', a questo punto si incunea sul problema anche un requisito morale che e' la
verita': tra Dorian Gray e il suo ritratto, e' da preferire il ritratto perche' dice il
vero. Poco importa il contenuto del vero; sappiamo tutti che gli uomini invecchiano,
che possono essere brutti e non sono sempre buoni. Ma il ritratto ci dice la verita', ci
svela l'ipocrisia.


Quello che succede tra Berlusconi e l'opposizione e' quello che nel celebre film
succede a Dorian Gray. L'opposizione (Dorian Gray) pretende di rappresentare
un'italia bella, giovane e buona. Il ritratto di Dorian Gray (Berlusconi) mostra
semplicemente cio' che e'. Contemporaneamente Dorian Gray non puo' fare a meno del
ritratto, dal momento che esso assorbe tutta la sua bruttezza, la sua vecchiaia, e
senza il ritratto non funzionerebbe il patto faustiano che gli offre la sua pretesa
bellezza, giovinezza e bonta' (apparenti): questo legame/ossessione e' la
metafora perfetta per capire come mai la sinistra non possa fare a meno
dell'antiberlusconismo. Dorian Gray ha bisogno del ritratto per tenere in piedi il
suo patto faustiano. I difetti del paese, cioe', vanno attribuiti in toto al
"berlusconismo", che e' il ritratto orribile che permette a Dorian Gray (i puri e duri
dell'opposizione) di dipingersi come onesti e puliti.

Se non ci credete andate per la strada, e cercate di riconoscere l'appartenenza
politica semplicemente osservando il loro comportamento civico. Riuscite a
distinguere i cittadini che votano IDV da quelli che votano PDL? Riuscireste a
giurare sulla vostra vita che quel tizio li' che ha parcheggiato in doppia fila sia di
destra o di sinistra? Che quel negoziante li' che non vi ha dato lo scontrino sia per
forza di destra? Lo giurereste davvero sulla testa dei vostri figli?


Cosi', in un mondo Straussiano, dovrebbe vincere chi racconta la nobile menzogna. La
politica e' trasparente, onesta, ha le mani pulite e i politici sono del tutto al
servizio del cittadino.


Ma siamo nel
mondo di MAchiavelli (1), perche' siamo un paese latino. Quindi non solo sospettiamo
immediatamente di Dorian Gray e della sua vantata bellezza e onesta', ma apprezziamo
il suo ritratto; non perche' sia bello, ma perche' ci racconta il vero. E se riesce a
gestire il potere decentemente, il gioco e' fatto: preferiamo il ritratto di Dorian
Gray (Silvio Berlusconi) a Dorian Gray (l'opposizione delle anime belle oneste e
pulite). E lo si fa perche' il requisito della verita' e' essenziale: il fatto che il
ritratto ci mostri la verita' (che in fondo conoscevamo) e' piu' importante della
verita' che ci mostra.


Non e' necessariamente cosi': la Germania e' un paese straussiano. Quando il governo
tedesco si mosse per andare a Berlino, circa 4000 prostitute cambiarono domicilio. I
tedeschi lo sanno, perche' ricordano di averlo letto. Tuttavia, nonostante sia
evidente che il governo tedesco sia un ottimo cliente per le prostitute, ridono delle
mignotte di Berlusconi.Si comportano, cioe', come se rimuovessero un dato che
conoscono benissimo. E se chiedete loro "what if Berlusconi had come in a german
Brothel instead?" , essendo i bordelli tedeschi legali hanno qualche confusione.


LA confusione e' dovuta allo spezzarsi della "nobile menzogna" straussiana. Che
tuttavia costa sforzo nel mantenere (di tutti questi che mantengono 4000 bagasce non
sono stati beccati in fragrante si e no 5 o 6) la nobile menzogna, e come se non bastasse
ti rende ricattabile da qualsiasi giornalista la possa rivelare.


Il che offre alla stampa investigativa un potere enorme.


Quello che ha terrificato il partito del Times e' stato scoprire che Berlusconi non ha
bisogno della nobile menzogna straussiana. Egli puo' vivere tranquillamente
mostrando la politica cosi' com'e': raccomandati e mignotte. Lo puo' fare
pubblicamente, cosi' come Machiavelli ha potuto scrivere senza mezzi termini di
usare il terrore come strumento quando serve e finche' serve.


E questo toglie enormemente potere alla stampa investigativa.


Per due volte Berlusconi e' stato colpito da scandali che avrebbero abbattuto
qualsiasi politico straussiano, anche i piu' spregiudicati. E' avvenuto entrambe
le volte prima di qualche elezione. In entrambi i casi, le successive elezioni hanno
visto il suo potere tenere e anzi crescere.

Questo terrorizza i media anglosassoni. Per due motivi.


Nel loro progetto politico, credevano di aver cancellato la qualita' politica del
mondo italiano, trasformandoci in un paese straussiano. Nella loro idiozia
pensavano che fossero sufficienti 50 anni di filmetti da poco, fumetti e musica per
cambiare i connotati di un popolo. Cosi', il popolo italiano ha preso le mode , ma non la
sostanza, rimanendo uguale a se' stesso.


Il fallimento del loro progetto culturale e' davanti ai loro occhi: sebbene
esteticamente l'italiano sia cambiato, e' rimasto tale e quale, uscendo indenne dal
piu' massiccio bombardamento culturale della storia. L'italiano e' ancora
italiano, e non solo: sembra immune all'infezione del mondo ariano, che lo colpisce
solo a livello superficiale, lasciando intatto il nucleo latino.


La seconda terrificante scoperta e' che il giornalismo investigativo non ha potere.
Cercate di capirli, poverini. Un conto e' se Putin deve far ammazzare i giornalisti
scomodi. Certo, significa che c'e' da lavorare, ma almeno significa che i
giornalisti sono un pericolo per il potere. Che il potere in qualche modo li teme. E
quindi, che possono (almeno in potenza) ricattare il potere.


In pratica, non hanno potere.


Questo e' il loro incubo. Sono disposti a morire per il giornalismo, a patto che in
cambio esso offra loro un potere, quello di ricattare i politici. Ma se il presidente
del consiglio viene sgamato a bagasce e per questo guadagna consensi, che fare? Che
potere hanno, poveretti? Berlusconi non ha bisogno di far ammazzare il giornalista
che lo ha fotografato nella sua villa: ha distrutto il potere della sua stampa
rimanendo al potere e vincendo ancora.


Lo avesse fatto ammazzare, o licenziare come ha fatto Sarkozy, almeno avrebbe
dimostrato di temerlo. Ma non ha fatto neppure quello, neanche un misero esposto
all'ordine dei giornalisti. Neanche una causa per danni.(2)


Questo e' lo choc che hanno ricevuto: e a questo punto gli conviene tacere. Perche' se
il tuo potere e' basato sulla cultura locale, ed essa cambia cosi' rapidamente
(pensiamo al tramonto velocissimo del teocon americani), appare chiaro che per una
classe politica disfarsi dell'impiccio dei giornalisti.


Qusto e' l'incubo che li ha appena colpiti: l'idea di un mondo nel quale il gionalismo
investigativo contro i politici sia inefficace. Non vietato, o perseguito
(potrebbero sempre condurre battaglie per la liberta' o atteggiarsi a martiri) ma un
mondo nel quale e' catalogato come "gossip" e non fa paura a nessun politico.

In mondo, insomma , figlio di Machiavelli piu' che di Strauss, ove la gente vota per il
ritratto di Dorian Gray perche' dice il vero anche se e' sgradevole, e diffida del vero
Dorian Gray e della sua "nobile menzogna".

E di conseguenza, toglie potere al ricattatore che frugando nella soffitta di Dorian
Gray trovi il ritratto che ne mostra il vero volto. Insomma, al giornalista.

Questo e' il loro terrore, ed il loro silenzio non e' altro che il silenzio del terrore.

.............


(1)Il fatto che io metta MAchiavelli e Strauss agli antipodi non significa
necessariamente che Strauss odiasse Machiaelli, anzi lo difendeva. Li metto agli
antipodi sul piano dell'esposizione ideologica: Machiavelli scrive un'opera
analitica, lucida e immediatamente fruibile , persino didattica. Mentre Strauss,
all'opposto , immagina una politica esoterica e impenetrabile alle masse.


(2) Dopotutto e' illegale e incostituzionale spiare la gente a casa.legge del 8.4.74
N°98 : art.615 bis,617,617bis,c.p.:art.226bis, c.p.p. sulla riservatezza della
vita privata e intecettazioni della comunicazioni.