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In Turchia lo stato profondo sotto processo

di Lale Kemal - 14/04/2010






Iniziando a sentire la pressione, certi ex alti generali turchi si sono impelagati in un’aspra guerra verbale, accusandosi l’un l’altro di aver saputo dei tentativi di colpo di stato ma di essere all’epoca rimasti zitti.

L’ex Comandante, ora in pensione, del primo corpo d’armata, il Generale Çetin Doğan [foto], indagato per il suo presunto ruolo direttivo nel tentativo di colpo di stato più sanguinoso di sempre, chiamato in codice Sledgehammer [Martello], del Marzo 2003, ha insinuato che l’ex Capo di Stato Maggiore, il Generale in pensione Hilmi Özkök, abbia passato i documenti sull’Operazione Martello alla stampa. Il Generale Özkök, a sua volta, ha detto che Doğan dovrebbe rispondere alle domande dei pubblici ministeri che indagano sul complotto.

“Non è lui quello che dovrebbe fare domande, adesso. Adesso ci sono le domande che gli sono state fatte dagli inquirenti. Dovrebbe rispondere a tali domande invece di fare domande a me. Questo è quello che dovrebbe fare”, ha detto Özkök lo scorso martedì rispondendo a Doğan. Era stato Doğan ad aver detto in precedenza che i documenti dell’Operazione Martello sono stati fabbricati. “Passare documenti che considero inesistenti non è possibile”, ha sottolineato.

Si ritiene che Özkök abbia sventato l’attuazione di diversi colpi di stato quando era in carica come capo dello Stato Maggiore tra il 2002 e il 2006.

Questa guerra di parole tra due ex alti generali, tuttavia, ci dice quanto un esercito possa degenerare quando non è totalmente controllato da governanti democraticamente eletti e gode di uno status autonomo. La cosa peggiore è che questo status autonomo ha mostrato come certi membri dell’esercito possano essere coinvolti in attività illegali come quella di progettare colpi di stato o ingerenze militari.

La Turchia è un membro della NATO e un candidato all’Unione Europea, due club democratici. Ma questo non ha impedito alle Forze Armate Turche (TSK) di organizzare cinque diverse ingerenze militari nella politica tra il 1960 e il 2007.

Queste cinque ingerenze fanno il paio con i colpi di stato progettati dopo che il partito di governo Partito della Giustizia e dello Sviluppo è giunto al potere nel Novembre del 2002. La maggior parte di questi progetti di colpo di stato, scoperti dal quotidiano liberale Taraf, sono attualmente sotto indagine e ad essere accusati di coinvolgimento in queste attività contro la Costituzione vi sono generali e ufficiali sia in pensione che in servizio attivo.

La motivazione principale dietro questi progetti di colpo di stato era la creazione di un clima di caos per preparare il terreno al rovesciamento del governo. I documenti del complotto rivelati dai media mostrano come progetti spietati quali bombardare moschee, attaccare non musulmani e far esplodere una bomba in un museo durante la visita di una scolaresca facessero parte del Piano di colpo di stato Gabbia.

La prima indagine sui progetti di colpo di stato ebbe inizio nel 2007 con l’inchiesta Ergenekon, con la quale sono stati processati diversi generali in pensione e civili accusati di aver collaborato con l’esercito per dare il via alla rivolta armata contro il governo.

È difficile valutare con esattezza quanto tutte queste indagini abbiano inciso sulla forma mentis degli ufficiali delle TSK. Ma qualche ufficiale in pensione sembra stia sostenendo le indagini per cercare di ricostruire la credibilità delle TSK, un indizio che c’è un mutamento di paradigma che sta emergendo all’interno dell’esercito perchè certi ufficiali incominciano a mettere in discussione la motivazione degli ordini dati loro dai loro superiori. Tutto ciò perché questi ufficiali vedono molti dei loro colleghi o in galera o sotto accusa per il loro ruolo in complotti progettati in base a ordini provenienti dai loro superiori.

Un mutamento di paradigma è inevitabile dentro le TSK dopo molti decenni di azioni illegali come l’attuazione o la progettazione di colpi di stato che hanno inflitto gravi danni all’immagine delle forze armate.

La nuova riflessione che sta emergendo nei membri delle TSK dopo i provvedimenti legali avviati contro i presunti responsabili di atti illegali è un passo positivo che deve essere sostenuto da riforme dell’esercito attuate dal Parlamento e dal governo per permettere il controllo civile e democratico delle forze armate.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.todayszaman.com/tz-web/columnists-207261-deep-state-on-trial-and-paradigm-shift-within-military.html