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Nucleare, Francia e Italia trovano l'accordo

di Andrea Boretti - 15/04/2010


Francia e Italia saranno partner nucleari. L'accordo che “unisce” i due Paesi, prevede la costruzioni di quattro centrali entro il 2030, e ai timori francesi per le previste proteste Berlusconi risponde: "Riuscirò con la televisione a vincere le paure degli italiani".


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L'accordo è stato trovato, Francia e Italia saranno partner nucleari. L'Italia comprerà la tecnologia nucleare francese
L'accordo è stato trovato. Francia e Italia saranno partner nucleari, o meglio, l'Italia comprerà la tecnologia nucleare francese invece che l'energia elettrica francese o forse entrambe. Durante l'incontro tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, il primo ministro italiano ha rivendicato la scelta come l'unica possibile per diventare in futuro energeticamente indipendenti e soprattutto per far si che i cittadini e le imprese italiane non paghino l'energia elettrica il 30% in più degli amici europei, "questo ci mette in difficoltà per quel che riguarda la competitività delle imprese" afferma Berlusconi.

"Voglio rendere omaggio alla decisione storica del governo italiano di fare la scelta del nucleare, che ci avvicina di più. E' una decisione estremamente importante" ha detto il premier francese. Importante sì, soprattutto per la Francia che dopo aver perso una commessa da 20 miliardi di dollari ad Abu Dhabi e con potenze nucleari quali la Germania che cominciano a invertire la rotta e ad abbandonare il nucleare, aveva assolutamente bisogno di un nuovo sbocco commerciale per la sua tecnologia. In questo modo, inoltre, la francese Edef, che ha partecipazioni sia in Edison che in Enel, rafforza la propria posizione nello stivale.

L'accordo prevede la costruzione di 4 centrali di terza generazione entro il 2030, il cui costo stimato è di 3 miliardi di euro ad impianto. Facciamo due conti. Tenendo per buoni i 3 miliardi di euro di spesa e ipotizzando l'entrata in esercizio nel 2020 - come afferma il ministro Sacconi - della prima centrale e una vita media di 40 anni, solo per rientrare nei costi di fabbricazione (e non di gestione) la centrale dovrebbe produrre per tutti i 40 anni un utile di 75 milioni di euro l'anno. Così nel 2060, ci troveremmo ad avere una centrale vecchia che, se dovesse continuare a produrre energia, finalmente darebbe qualche utile.

La realtà, insegnano la storia e l'esperienza, è che il costo di una centrale nucleare è decisamente ancora più elevato. In Finlandia l'ultima centrale di terza generazione, terminata da poco a causa dei ritardi, è costata a fine lavori ben 2 miliardi di euro in più dei costi stimati, per un totale di 5 miliardi. State certi che in Italia i ritardi saranno ben maggiori.

durata centrale nucleare
La vita media della prima centrale nucleare prevista è di 40 anni
Questi costi poi, come ricordiamo sempre, non comprendono quelli di gestione dell'impianto, di stoccaggio delle scorie (per le quali una soluzione definitiva ancora non esiste), quelli di smaltimento della centrale e di bonifica dell'area utilizzata una volta che la centrale è stata dismessa. Solo escludendo tutte queste variabili che non compaiono direttamente in bolletta, ma che pesano comunque sulla collettività, è possibile affermare che l'energia nucleare sia più economica.

Da qualunque punto di vista lo si guardi il business dell'atomo appare una bufala senza precedenti. Non stupisce quindi che i cittadini italiani non lo accolgano con favore, e non stupisce, che i siti destinati alla nuova edificazione nucleare decisi a Febbraio scorso in consiglio dei ministri siano rimasti secretati. Diceva Angelo Bonelli presidente nazionale dei Verdi due mesi fa circa: "Si tratta di un atteggiamento irresponsabile e che assomiglia a una vera e propria truffa, perchè i cittadini hanno il diritto di sapere se nel proprio territorio ci saranno impianti atomici".

Come dargli torto? Lo stesso Berlusconi durante il summit francese ha riconosciuto che in Italia la scelta nucleare non convince, gli italiani hanno paura, ma lui, al solito, ha la soluzione, o meglio, la medicina: la televisione. "Riuscirò con la televisione a vincere le paure degli italiani" ha affermato il Presidente del Consiglio "abbiamo di fronte, in attesa che si aprano effettivamente i cantieri”- Sacconi parla del 2013 - “un periodo di maturazione dell'opinione pubblica".

Maturazione forzata, insomma, a colpi di spot, di informazione della libertà ed editoriali minzoliniani. Auguri Italia e buona maturazione a tutti.