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Il Consenso del BRIC Post-Washington

di Pepe Escobar - 26/04/2010

 

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I paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si sono riuniti con successo giovedì nella capitale brasiliana, Brasilia. Dopo un incontro con il presidente cinese Hu Jintao, per condannare ancora una volta la globalizzazione asimmetrica e disfunzionale, il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva si è mostrato entusiasta: “E’ nata una nuova geografia economica globale”. Beh, non proprio. Non ancora.


Chiunque nel mondo che si sia annoiato con i problemi del commercio globale causato dai pirati somali in abiti Zegna è interessato a quello che propongono (potenzialmente) i membri del BRIC. I maggiori paesi in via di sviluppo del mondo, che senza alcun dubbio saranno il motore dell’economia globale per i prossimi 4 decenni, si propongono essenzialmente quello che il presidente russo di allora, Vladimir Putin, ha descritto nel suo famoso discorso a Monaco nel 2007: creare un nuovo consenso globale. Chiamatelo l’ascensione della periferia (i “Secondi“ e i “Terzi” mondi). Chiamatelo l'alba del consenso post-Washington.

Ma è comunque ironico che i principali protagonisti dell’attuale architettura finanziaria globale siano costretti a riconoscere che “le placche tettoniche economiche e politiche (globali) si stiano spostando”. No, non è stato Lula, ma il capo della Banca Mondiale nominato da George W. Bush, Robert Zoellick, che si è sentito anche  costretto a consegnare il colpo di grazia al concetto paternalistico di "Terzo Mondo".

Si sveglia finalmente la Banca Mondiale di fronte al/ai mondo/i reale/i? I membri del BRIC si sono riuniti in Brasile circa una settimana prima del festival dell’amore annuale della Banca Mondiale e del FMI a Washington. Può essere che il vecchio ordine ne risenta, ma la voce del BRIC è, e continuerà ad essere sempre più insistente. Non c'è da stupirsi: stanno costruendo con più fondi il FMI, quindi dovranno avere più influenza nella decisione sull’uso del denaro. Vogliono un’antitesi a Wall Street: trasparenza. La crisi finanziaria del 2008- che in nessun modo è finita- è stata scatenata da un casinò finanziario con un seguito a Wall Street.

Strategico e Trasparente


Il BRIC si è riunito per la prima volta ufficialmente a Ekaterinburgo, Russia, a giugno del 2009. Allora hanno scavato profondamente nella discussione della crisi finanziaria globale e hanno posto la possibilità di lasciare da parte il dollaro come moneta di riserva mondiale.

Adesso la loro strategia è molto più sottile
. I dirigenti di questi quattro paesi sanno che ancora è troppo presto per pensare ad una moneta comune; prima hanno bisogno di un potente ideale unificatore. Il risultato inevitabile sarà un mercato comune, e dopo una moneta comune. La nascita dell’euro ha impiegato 50 anni.

Quindi, non c’è da sorprendersi che, al momento, come ha descritto il ministero degli esteri della Cina, l’ambiente sia ancora soft, con molta retorica sulla “cooperazione Sud-Sud”. Ma il richiamo a “più trasparenza” è molto concreto; si insisterà una ed un’altra volta di fronte agli statunitensi ed europei durante il prossimo incontro del G-20 nel Canada, a giugno.

A differenza degli USA, la salute del BRIC è buona; non c’è una crisi finanziaria cronica, ci sono tassi di crescita decenti. Tutti questi paesi sono leader regionali. A differenza degli USA- ed il resto del mondo se n’è accorto- tutti hanno preservato un ruolo molto privilegiato per l’investimento pubblico nel suo modello di sviluppo.

Il BRIC può rappresentare un 42% della popolazione mondiale, circa un 15% del PIL del mondo, e quasi un 30% del commercio mondiale. Ma non è neanche costruito come un blocco commerciale come i blocchi commerciali dell’UE o del MERCOSUR. Almeno non ancora.

Quindi la strada sarà lunga. Il BRIC comincia a sistemare il suo lavoro commerciale- come lo stabilimento di una collaborazione più stretta tra le banche di sviluppo in Brasile, India e Cina per una serie di progetti cooperativi.

Per esempio, gli esperti hanno discusso in Brasilia sull’esperienza tra il Brasile e l’Argentina del commercio in monete locali, il real e il peso- e non in dollari USA- La prossima tappa, come ha segnalato con entusiasmo il presidente russo Dmitry Medvedev, include molteplici accordi di cooperazione in tecnologia agricola, energia nucleare, ingegneria aeronautica, esplorazione spaziale e nanotecnologia.

Il Nuovo Ordine Mondiale

Il BRIC è strapieno di contraddizioni interne. Cina e India stanno lottando per la supremazia in Asia. Alla Cina non piace precisamente che l’India cerchi di ottenere un posto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La Cina e l’India competono ferocemente per ottenere quanto più possibile petrolio e gas dall’Asia Centrale. La Russia è cosciente dell’espansione cinese in Siberia. All’India non piace troppo che il Brasile- uno dei principali esportatori di alimenti nel mondo- voglia ridurre le sue tasse per i prodotti agricoli. Il ministro delle finanze brasiliano Guido Mantega suona come un funzionario del Tesoro degli USA quando chiede che lo yuan sia rivalutato; importazioni a basso costo distruggono i fabbricanti brasiliani come hanno fatto con quelli degli USA.

Però queste contraddizioni interne fanno impallidire comparate all' agenda comune dei membri del BRIC di non alienarsi Washington. Perché sanno perfettamente che il nuovo mondo multipolare non può avere un centro- che per il momento è a Washington- che ad eccezione dell’egemonia militare, è in gran parte impotente- La Cina, per esempio, ha edificato un’economia competitiva con il Giappone per trasformarsi nella seconda economia mondiale per misura, approfittando l’attuale sistema centrato sugli USA.

I membri del BRIC possono essere tra loro complementari per molti aspetti (Brasile e Cina sono l’esempio migliore; la Cina ha superato gli USA come il maggior socio commerciale del Brasile). Ma un problema centrale è che non possono parlare per il resto del mondo in via di sviluppo e sottosviluppo- la Cina continuerà ad esportare con successo il suo “modello” di potere soave, il suo credo nella multipolarità, la non interferenza nella politica, nello sviluppo integrato e di trasferimento tecnologia.

In ogni caso il mondo non arriverà mai ad essere “piano”- questa è una assurda fantasia neoliberale e semplicista. Un nuovo consenso politico dovrebbe essere formulato dalle Nazioni Unite- ma non per un' ONU dominata dagli USA. Idealmente dovrebbe essere un’ONU riformata, con un Consiglio di Sicurezza esteso e pienamente rappresentativo. Una cosa è certa: le élites ancorate sia negli USA come in Europa (che per tutti i propositi pratici adesso è un nano nell’arena globale) si batteranno con le unghie e con i denti alla diluizione del loro potere.

In ogni caso i paesi del BRIC continueranno ad insistere nella ristrutturazione dell’architettura finanziaria globale- e questo comincia con profonde riforme delle istituzioni di Bretton Woods. Saranno sempre più potenti nel G-20- e questo ha già ridotto il G-8 all' irrilevanza. E’ molto istruttivo vedere come hanno sviluppato la loro posizione comune su temi candenti come l’espediente nucleare iraniano: ancora una volta hanno sottolineato a Brasilia che vogliono dialogo, non confronto, sanzioni e minacce.

Così il nome del gioco del BRIC può essere l'evoluzione, non rivoluzione. Ma il gioco in se non è chiaro, a tutta velocità verso il consenso post-Washington.

 

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

FOTO by daylife

Tratto da: vocidallastrada.com.

Link all'articolo: http://www.vocidallastrada.com/2010/04/ii-consenso-del-bric-post-washington.html.

Articolo originale in inglese: Asia Times Online