Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il doppio pacco di Goldman Sachs

Il doppio pacco di Goldman Sachs

di Luca Mazzucato - 27/04/2010


La più grande banca d'affari americana è sotto inchiesta da qualche settimana per la madre di tutte le frodi. Il Senato americano ha rese pubbliche le email nelle quali i dirigenti della banca discutevano come fare il pacco e il doppio pacco ai loro investitori. Goldman Sachs avrebbe creato titoli tossici dai mutui spazzatura e, mentre con una mano li vendeva ai consumatori, con l'altra scommetteva sul loro crollo, guadagnando miliardi e facendo scoccare la scintilla della crisi.

Il santuario della finanza globale è oramai un fortino sotto assedio. L'accusa dell'autorità di vigilanza di Wall Street è estremamente grave perché cancella in un istante il mantra che ha fatto la fortuna di Goldman Sachs: “Il cliente prima di tutto.” Un danno d'immagine difficile da recuperare, anche perché gli esperti del settore fanno capire che si tratta solo dell'inizio.

Finalmente si comincia a capire come facesse la banca d'affari a macinare utili quando tutto il mondo sprofondava insieme ai mutui subprime. “Ecco, con parole loro, Goldman Sachs mentre prende the big short, mentre scommette tutto contro il mercato dei mutui,” dice il Senatore Levin, presidente della commissione d'inchiesta del Senato USA che sta investigando sulle responsabilità delle banche nella crisi.

“Banche d'investimento come Goldman Sachs,” prosegue Levin, “non erano semplicemente i creatori del mercato dei mutui, ma anche i promotori di schemi che, mentre producevano utili per le banche, allo stesso tempo facevano esplodere la crisi. Hanno impacchettato mutui tossici all'interno di complessi strumenti finanziari, hanno ottenuto dalle agenzie di rating compiacenti il marchio AAA di totale affidabilità, li hanno venduti agli investitori, amplificando e allargando il rischio a tutto il mercato finanziario, tutto questo mentre scommettevano contro gli stessi titoli che vendevano, mietendo profitti alle spese dei loro clienti.”

Il Senato americano ha reso pubbliche le e-mail scambiate tra i dirigenti della banca durante il periodo caldo del crollo dei mutui subprime nel 2007. Questa corrispondenza elettronica apre uno spaccato sul vero modus operandi del mondo della finanza, di cui Goldman è il santuario per eccellenza. Vediamo alcuni estratti delle conversazioni.

“Brutte notizie” scrive un impiegato della Goldman il 17 Maggio 2007, quando un titolo che la Goldman aveva appena creato e venduto in calo fa perdere alla banca 2,5 milioni di dollari. La riposta del secondo impiegato è “Buone notizie... siamo protetti per 10 milioni... abbiamo guadagnato 5 milioni.” L'azienda ha preso 5 milioni scommettendo contro il titolo che aveva appena creato e venduto. In poche parole, la Goldman Sachs si assicurava (grazie all'AIG, il gigante assicurativo ora fallito proprio a causa di queste polizze stipulate con Goldman) contro il crollo dei titoli subprime che essa stessa vendeva.

Il 25 Luglio successivo, il capo delle operazioni della banca scrive di aver appena perso 322 milioni di dollari sui mutui residenziali, ma guadagnato 373 milioni scommettendo sul loro crollo. Venticinque minuti dopo la risposta del collega: “Questo ti mostra cosa sta succedendo a quelli che non hanno the big short”, ovvero quelli che non stavano scommettendo sul crollo dei mutui. Soltanto in quella transazione Goldman Sachs ha guadagnato 51 milioni di dollari. La voluminosa raccolta di tutte le e-mail è aperta al pubblico sul sito del Senato americano.

La banca è sotto il doppio fuoco del Senato e della Security and Exchange Commission, che si gioca tutta la sua credibilità con questa inchiesta. I controllori devono far dimenticare di aver chiuso entrambi gli occhi per anni di fronte alle pratiche predatorie delle banche d'affari e soprattutto devono rifarsi della cantonata colossale presa con l'affare Bernie Madoff.

Il tempismo con cui è stata aperta l'inchiesta è favorevole all'Amministrazione Obama, che ha cominciato la discussione sulla riforma del sistema finanziario. Prima della Goldman Sachs, la fallita Lehman Brothers è stata passata ai raggi X e altre frodi finanziarie sono state portate alla ribalta delle cronache. La speranza è che queste inchieste servano a ricreare un momento favorevole alla riforma, che era altissimo nel 2008, all'apice della crisi, ma va scemando mentre l'economia americana riprende a viaggiare. Obama ha dichiarato che non firmerà la riforma se non conterrà regole precise per gli strumenti derivati.

Fa una certa impressione accorgersi come la Goldman Sachs abbia infiltrato il sistema politico e finanziario dell'intero pianeta. Solo alcuni esempi. In America, l'ultimo segretario del tesoro dell'Amministrazione Bush, Hank Paulson, e il precedente governatore del New Jersey, Jon Corzine, sono entrambi ex-amministratori delegati della banca. La Goldman Sachs è diretta responsabile, grazie ad un prestito, del disastro finanziario del governo greco e anche Romani Prodi si è rivolto alla banca americana durante il suo primo governo, per un enorme prestito ponte che ci permise di entrare nell'Euro. Anche l'attuale governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha lavorato alla Goldman per tre anni, a partire dal 2002.

Il premio Nobel per l'economia Paul Krugman, dalle pagine del New York Times, ha dichiarato che “una parte troppo grande della ricchezza e del talento degli Stati Uniti è stata usata per escogitare e vendere complessi sistemi finanziari; sistemi che hanno la tendenza a far saltare l'intera economia. Mettere fine questo stato di cose farà sicuramente male all'industria della finanza. E allora?”