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Tempi duri per gli ogm

di Michela Marchi - 27/04/2010


 

 
 
Il tribunale federale di St. Louis in Arkansas (Usa) ha condannato la multinazionale tedesca Bayer CropScience a risarcire quattordici agricoltori per la contaminazione da riso gm sperimentale.
È il quarto verdetto emesso a sfavore dell’azienda da quando, nell’agosto 2006, il Dipartimento Usa per l’agricoltura (USDA) denunciò la presenza del riso transgenico LLRICE601l, creato dalla Bayer per resistere al diserbante Liberty Link, in quello convenzionale long grain.
All’epoca la commercializzazione del riso transgenico non era stata autorizzata: l’allerta sanitaria provocò il crollo delle quotazioni e furono bloccate le importazioni del cereale statunitense in Europa e Giappone. Un grave danno per i produttori di Arkansas, California, Louisiana, Mississippi, Missouri e Texas.

Quest’ultima sentenza emessa dai giudici federali obbliga la Bayer a risarcire gli agricoltori con 48 milioni di dollari perché negligente e omissiva, non avendo comunicato la contaminazione e limitato i danni.

Il dibattito sugli ogm è quanto mai aperto: mentre la Commissione Europea, basandosi sul parere favorevole dell’Agenzia per la sicurezza alimentare (EFSA), chiede al Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale di approvare la commercializzazione nell’Ue del riso geneticamente modificato LL62 (prodotto dalla Bayer e destinato a uso alimentare), in Austria il Ministro della Salute, il Ministro per la Tutela del Consumatore e i Governi dei Lander hanno approvato una legge che blocca la coltivazione della famosa patata Amflora della Basf, proprio prima della semina. Il tubero transgenico aveva ricevuto il via libera dal Commissario europeo alla Salute e Politica dei consumatori John Dalli.

Intanto, in Germania, anche Burger King, McDonald’s, Lorenz Snack-World e Nordsee si schierano contro le patate gm. Der Spiegel di questa settimana riporta il messaggio delle maggiori catene di fast food che invitano la Commissione Europea a rinunciare alla legalizzazione di colture di patate transgeniche. Secondo il settimanale tedesco, anche i giganti della ristorazione veloce hanno paura di un danno d’immagine, soprattutto vorrebbero evitare il rischio di un aumento dei costi delle forniture della materia prima.