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Gli 80 assegni incriminati

di Roberta Catania - 04/05/2010


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Le sorelle Papa, Barbara e Beatrice, hanno riconosciuto le matrici degli ottanta assegni (quaranta ciascuna) incassati in occasione della vendita dell’immobileal primo piano di via Fagutale 2 al ministro Claudio Scajola. Sentite il 23 marzo scorso dalla Guardia di finanza di Roma, le due donne giurano di avere percepito quei titoli «emessi il 6 luglio 2004 e che vengono esibiti in copia». Assegni che, come si capirà leggendo il verbale del testimone chiave, il tunisino rintracciato tramite una lettera anonima alla procura di Firenze, sono stati ricavati inseguito a una corsa contro il tempo per tramutare soldi contanti in titoli al portatore. Il 25 marzo il tuttofare di Angelo Balducci è convocato in procura e svela gli intrighi a cui ha preso parte. Giochi di potere, secondo il suo racconto, tra il re dei Lavori pubblici, l’imprenditore Diego Anemone, ministri e un prelato.
Ecco la trascrizione integrale: «Sono arrivato in Italia nel 1989. Fino a 21 anni fa ho vissuto in Tunisia, dove facevo l’autista all’interno di un ministero. Quando sono giunto in Italia, ho cominciato a lavorare presso un’agenzia immobiliare denominata agenzia Toscano Immobiliare sita in Roma, in via Salaria. Ricordo che questa agenzia era gestita da due fratelli, di cui uno a nome Antonello, con cui ero entrato in rapporti di familiarità, e che vi lavoravano anche altri dipendenti . Questa agenzia aveva rapporti di lavoro con uno studio di avvocati ed è così che ho conosciuto mia moglie, l’avvocato Cristina S., dalla quale peraltro mi sono separato alcuni anni fa. Presso l’agenzia ricordo che guadagnavo circa 400mila lire al mese. In quel contesto ho conosciuto Balducci Angelo, con il quale ho avuto i primi contatti in quanto stava trattando la vendita di un immobile.

RAPPORTO Di FIDUCIA
Questa conoscenza con il Balducci l’ho poi approfondita, in quanto lui si è affezionato a me, riponendo in me fiducia, tanto che ho abbandonato l’agenzia ed ho iniziato a lavorare per lui come autista tuttofare. Il Balducci all’epoca lavorava al provveditorato alle opere pubbliche in via Monzanbano. Successivamente ho avuti degli incarichi da società che avevano ricevuto appalti dal provveditorato; per quello che ho compreso, le società mi assumevano e mi pagavano ed io ero a disposizione degli ingegneri in orario di lavoro (mi ricordo in particolare dell’ingegner Fabrizi) e di Balducci fuori dall’orario di lavoro.
Allora avevo in uso una macchina dell’impresa. Ricordo che una di queste società era la Medil srl con sede in Napoli. Intorno al 2000, Balducci mi ha fatto conoscere Diego Anemone; in effetti ho conosciuto tutti i componenti della famiglia Anemone ed i più stretti collaboratori di Diego, tra cui Alida Lucci e l’autista Molinelli. Poiché il Balducci mi ha indicato come persona di sua fiducia, ho cominciato a lavorare per Diego Anemone e fin da subito ho compreso che i due erano in società. Anemone si fidava così tanto di me che mi ha autorizzato ad operare su conti correnti riferibili ad alcune su società, presso la banca di Marche di via Romagna, di cui ho conosciuto il direttore di nome Ezio; tra le società in questione, mi ricordo la Redini e la Mp. Su incarico di Anemone Diego o di collaboratori dello stesso, mi sono recato molte volte ad effettuare operazioni bancarie di ogni genere, tra cui il ritiro di denaro contante anche per somme assai ingenti. Questo denaro, sempre su indicazione di Anemone Diego, diverse volte, circa una ventina, l’ho consegnato all’architetto Zampolini.
So che egli faceva operazioni immobiliari per conto di Balducci ed Anemone con intestazione ad altre persone, ad esempio ricordo che in un’occasione portai all’architetto Zampolini la somma di 500mila euro in contanti. Questi 500mila euro mi furono dati da Diego e dal fratello Daniele e mi fu detto che dovevo andare, se non ricordo male, alla banca Mps vicino a Monteleone per cambiare i soldi, che erano in taglio piccolo, in banconote di maggior taglio. Subito dopo avere cambiato il denaro, sono tornato a Roma e mi sono recato a incontrare lo Zampolini poco distante dal suo studio. Questo denaro serviva per l’acquisto di un immobile dietro al Colosseo, come mi disse il Zampolini; il Zampolini mi aveva infatti segnalato la necessità che io fossi puntuale perché quel giorno doveva essere stipulato un atto.
Nella suddetta occasione non mi recai presso lo studio del Zampolini, ma presso una banca in Largo Argentina, vicino a detto studio; per strada erano presenti anche il Balducci e l’Anemone Diego, i quali parlavano fra di loro e con lo Zampolini; quest’ultimo mi disse di recarmi in banca insieme a lui, mentre il Balducci e l’Anemone se ne andarono.

ANCHELUNARDI
Sono a conoscenza che Balducci possedeva un appartamento a Parigi, in quanto in un’occasione, su incarico di Diego Anemone, mi sono recato in tale città per pagare una tassa di poche centinaia di
euro che mi furono dati dallo stesso Diego. Balducci era in contatto con molte persone importanti, tra cui il ministro Lunardi, presso il cui studio, allora ubicato invia Parigo (a un settimo piano), ho portato, su incarico di Balducci, in varie occasioni, della documentazione; questa documentazione la consegnavo a una segretaria di circa 30 anni che lavorava li. Ricordo che in un’occasione mi sono recato presso lo studio professionale del Lunardi per portargli il catalogo di una tappezzeria che poi fu realizzata da Anemone Diego tramite un’impresa di tappezzerie.
Ho conosciuto anche la figlia di Lunardi e ricordo che in due occasioni ho viaggiato da Roma a Milano per portarle delle buste, che le ho consegnato direttamente in aeroporto; in una di tali occasioni, Anemone mi disse di fare attenzione che dentro la busta c’era un assegno. So che Anemone hasvolto, tramite le sue imprese, lavori edili presso le abitazioni di persone importanti, tra cui certamente l’attuale ministro Scajola.
In ordine ai rapporti tra Balducci e Lunardi posso riferire che questi erano molto stretti. Ho portato a Lunardi progetti, mi pare di ricordare predisposti dalla società Medea. Ho capito che Lunardi li vistava e li restituiva. Io ritiravo la documentazione in questione, che portavo a Balducci. Penso che Balducci affidasse, quale provveditore, lavori a Diego. A proposito della Medea, posso dire che tale società era di fatto degli Anemone e del capo, termine con cui io indicavo allora Balducci. Nella Medea ho conosciuto l’ingegnere Della Giovampaola Mauro. Posto che quotidianamente gli Anemone frequentavano la sede della Meda, in via XX Settembre e che vi si recava anche il Balducci.

GLI ALTRI DELLA CRICCA
Ho conosciuto Don Evaldo, il quale era in stretti rapporti con la famiglia Anemone e con Balducci. In più occasioni ho portato a Don Evaldo, ad Albano oppure a Roma in via Narri, delle buste su incarico di Diego; credo che si trattasse di buste contenenti denaro, ma non posso dirlo con certezza. In altri casi ho ritirato delle buste da Don Evaldo che ho consegnato a Diego. Balducci aveva come persone di sua fiducia, oltre a me, Armando Coppi, che faceva e fa l’autista presso il ministero, e Giuseppe Macchia, in quale era un impiegato del provveditorato, che a un certo punto fu collocato presso il Salaria Sport Village e poi allontanato dagli Anemone. A proposito del Salaria, posso dire che si tratta di una società riferibile sia agli Anemone che al Balducci Angelo, avendola loro creata, anche se di fatto è intestata a prestanome. (...)
Balducci si è recato più volte in Tunisia, anche insieme a me o con Anemone Diego. Non so quali interessi abbiano i due in Tunisia. Balducci era in contatto con registi famosi ai quali faceva regali costosi. Questi rapporti credo che fossero finalizzati a favorire la carriera da attore del figlio Lorenzo. Ho conosciuto Fabio De Santis quando lavorava al provveditorato; era in stretti rapporti con Balducci. Ho conosciuto Gazzani Stefano: è il commercialista di tutti, ovvero sia degli Anemone che del Balducci».