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Otto critiche ad Obama*

di Ralph Nader - 06/05/2010

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Il Discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente è il più grande dell’anno. Per ora non c’è stata la possibilità sia per la stampa che per la gente di aggiornarsi con qualche domanda e richiesta di chiarimenti. Per questo il dubbio e le incomprensioni amareggiano.
Guardando il discorso del Presidente l’altra sera davanti ad una sessione congiunta dei membri rumorosi del Congresso, i Giudici quieti della Corte Suprema e gli ufficiali militari, io buttai giù pochi temi da proporre alla Casa Bianca.

Primo, Mr. Obama ha citato l’inazione del Senato quattro volte in contrasto con la House of Representatives.
In aggiunta alla sua frustrazione, egli ha citato la leadership Repubblicana per insistere che “sessanta voti al Senato sono richiesti per fare ogni affare in questa città.”
Ciò che non fece fu il sollecitare i suoi colleghi Democratici a cambiare la legge ostruzionista con un semplice voto a maggioranza.
Da esperto, T. Geoghegan ha scritto al leader di maggioranza al Senato H. Reid (Dem. Nev) in settimana: “Il Senato può riformare le sue leggi, tutte, con un voto di maggioranza, anche una legge che ne richiede uno più largo.” Ciò significa che i Democratici possono cambiare questa legge con 51 dei loro 59 voti al Senato e tante leggi passeranno.
Il perché Mercoledì sera il presidente Obama non parlò alle decine di milioni di Americani di come rompere il blocco, la congestione sulla riforma sanitaria, sull’energia, sui lavori, sulla riforma finanziaria e altre misure non amate, è una domanda alla quale solo lui può rispondere.
“Di fatto la stessa legge 22 del Senato potrebbe essere cambiata per avere alla fine un voto a maggioranza semplice dopo un dibattito limitato di chiusura,” secondo Geoghegan.

Secondo, da quando i dollari investiti in efficienza energetica e nelle rinnovabile hanno ritorni più grandi e più sicuri del denaro che va in ciò che Mr. Obama chiama una nuova generazione di centrali nucleari pulite e sicure e le tecnologie del carbone pulito, (che chiedono pesanti sussidi governativi), perché ha dato all’ultimo la stessa priorità del precedente?

Terzo, il Presidente promise il raddoppio delle nostre esportazioni entro i prossimi 5 anni.
Questo fece aggrottare le ciglia, se la prima reporter del New York Times H. Cooper ha scritto che tale progetto molto ambizioso richiede che lui persuada la Cina a rivalutare la sua moneta del 40%, “inducesse la crescita economica globale per migliorare i giorni meravigliosi dal 2003 al 2007 e abbassasse le tasse alle imprese USA che esportano,” più “dimenticare di rafforzare il dollaro.”
Lui lasciò i suoi sostenitori a stupirsi sul come realizzare tale miracolo senza dimenticare la sua promessa elettorale di rivedere il NAFTA.

Quarto, sulla riforma della polizza sanitaria, Mr. Obama disse: “Se qualcuno di entrambi i partiti ha un approccio migliore che abbassi i premi, abbassi il deficit, copra i non assicurati, rafforzi Medicare per gli anziani e fermi gli abusi delle compagnie assicurative, mi faccia sapere.”
Bene, Signor Presidente, provi quello che sosteneva prima di divenire un candidato Presidenziale -- il single payer, pieno Medicare per tutti, con libera scelta di dottore e ospedale.
Ricordi che non ha permesso ai promotori del single payer di avere un posto al tavolo mentre il CEO di Aetna venne 5 volte alla Casa Bianca. (Per approfondire vedi SinglePayerAction.org)

Quinto, alludeste che una ragione per i deficit da molti miliardi di dollari che ereditaste dal regime di Bush era “il non pagare per 2 guerre.”
Bene, anche voi non premete per una tassa di guerra per pagare per le vostre 2 guerre, come il Rep. David Obey (Dem. Wisc) incalzò voi e altri Democratici per farlo pochi mesi fa.
Quale è la differenza e perché?

Sesto, il Presidente la necessità di congelare la spesa governativa per 3 anni, ma escluse il bilancio del Pentagono ridondante, dispendioso, gonfiato e ben documentato.
Inoltre non si occupò dell’enorme bilancio del benessere multinazionale fatto di sussidi, mance, contratti e salvataggi. Al contrario, lasciò molti gruppi nello stupore il fatto che i tagli potrebbero cominciare dai programmi legati al cibo, all’auto, al lavoro e alla sicurezza ambientale.

Settimo, le sue poche parole sulla politica estera e militare incontrano quanto fece Bush cercando di mostrare quanto lui sia duro.
Egli confrontò le tacche sulla sua cintura in termini di numero di “affiliati e combattenti di Al Qaeda” catturati o uccisi.
Certamente non fece comparazioni con il numero molto più grande di vittime civili innocenti dovute a droni e altri bombardamenti.
Queste furono frasi strane per un vincitore recente del Premio Nobel per la Pace che riuscì ad ignorare del tutto il processo di pace per il conflitto Israelo - Palestinese.
Non ci fu una riflessione sul tema base, forse, in quella regione tumultuosa.

Ottavo, sulla guerra in Iraq, arrivò al massimo, dichiarando “non sbaglio: questa guerra è finita e tutte le nostre truppe stanno venendo a casa.” Non per davvero.
Sia Bush che Obama hanno deciso che 50.000 soldati rimarranno in Iraq indefinitamente, con molti altri nella regione del Golfo Persico.
I contribuenti americani pagheranno quasi $800 milioni all’anno solo per sorvegliare l’ambasciata USA e il suo personale a Baghdad.
Tale cifra da sola è più grande sia dei bilanci annuali dell’OSHA ($502 milioni per occuparsi dei 58.000 morti sul lavoro in USA) o del NHTSA ($730 milioni per occuparsi degli oltre 40.000 morti sulla strada.) Mando tale editoriale alla Casa Bianca.
Anche voi potreste desiderare di mandare le vostre osservazioni al Presidente Obama. La gente potrebbe essere di più degli spettatori dello spettacolo annuale dello stato dell’unione.
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*Scritto il 29/01/2010 titolo originale “On the state of the Union” e Tradotto da F. Allegri il 05/05/2010 per Futuro Ieri.