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Iran, Cresce il ruolo dei Guardiani della Rivoluzione nel settore petrolifero colpito da sanzioni

di Thomas Erdbrink - 09/05/2010



 

 I Guardiani della Rivoluzione iraniani stanno assumendo un ruolo centrale nello sviluppo del redditizio settore petrolifero del Paese, approfittando di quelle stesse sanzioni dirette nei loro confronti, stando a quanto sostengono dirigenti delle compagnie petrolifere occidentali e analisti iraniani.

Le imprese del gruppo che operano nel settore dell'ingegneria, sostituendo le compagnie petrolifere europee che hanno in gran parte abbandonato l'Iran, sono state ricompensate con contratti per importi enormi, assegnati senza gara d'appalto.

Alcuni esperti avvertono che i tentativi statunitensi di impedire gli investimenti internazionali in Iran stanno aumentando l'influenza dei Guardiani. L'Iran è il secondo produttore di petrolio all'interno dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio.

“I Guardiani della Rivoluzione sorridono all'idea di nuove sanzioni contro l'Iran”, dice un dirigente occidentale che rappresenta una delle maggiori compagnie petrolifere mondiali. “Sanzioni contro l'industria petrolifera o l'impedire alle compagnie straniere di vendere benzina all'Iran significheranno maggiori guadagni, potere, e influenza per i Guardiani”, aggiunge.

In passato, il ruolo dei Guardiani della Rivoluzione nel settore petrolchimico iraniano era limitato ai progetti relativi alle infrastrutture, compresa la costruzione di strade e canali. Ma ora le imprese collegate al Corpo controllano lo sviluppo della maggior parte dei progetti petroliferi, e hanno assunto la guida di parti fondamentali del gigantesco progetto di gas naturale liquefatto di South Pars, nella città di Asalouyeh, sul Golfo Persico, con imprese cinesi sempre più nel ruolo di subappaltatori.

“Impiegheranno più tempo, e saranno meno efficienti, ma i settori del gas e petrolio iraniani continueranno a crescere nonostante gli ostacoli posti dalla comunità internazionale”, dice il dirigente petrolifero, che ha operato per anni a Tehran.
 
A Washington, un alto funzionario statunitense che parla a condizione di restare anonimo dice che non è insolito che persone con agganci nel governo calcolino in che modo approfittare della situazione in Paesi sottoposti a sanzioni internazionali. Ma il governo iraniano è chiaramente preoccupato dalla prospettiva di nuove sanzioni, dice, facendo notare gli intensi sforzi diplomatici che sta mettendo in atto per evitarle.

Il corpo dei Guardiani della Rivoluzione, che era stato istituito per proteggere il sistema islamico iraniano, è obbligato in tempo di pace ad utilizzare le sue risorse per lo sviluppo della nazione, dicono i suoi comandanti. Sotto la Presidenza Ahmadinejad, ha enormemente aumentato i suoi affari.

Lavorando per mezzo del braccio che si occupa di costruzioni, i Guardiani gestiscono l'aeroporto internazionale di Tehran, costruiscono le autostrade iraniane e i sistemi di comunicazione. Inoltre gestiscono la produzione di armamenti, incluso il controverso programma missilistico.

I leader iraniani considerano normale il coinvolgimento dei Guardiani nel settore petrolifero, e dicono che il corpo militare d'élite sta solo contribuendo allo sviluppo di una nazione sottoposta a sanzioni. Il braccio dei Guardiani che si occupa di costruzioni agisce come una impresa commerciale, ma non è chiaro come siano gestiti i profitti. Secondo i comandanti, vengono trasferiti nelle casse dello Stato, ma non esistono documenti pubblici che descrivano l'ammontare nei dettagli.
 
Le compagnie petrolifere occidentali che ancora cercano di lavorare con l'Iran devono affrontare scelte difficili. L'Iran ha recentemente concesso alla Royal Dutch Shell e alla spagnola Repsol una settimana di tempo per concludere un accordo per sviluppare alcune parti del giacimento di gas di South Pars o ritirarsi definitivamente dal progetto.

Inoltre l'Iran ha recentemente accantonato un accordo da 7 miliardi di dollari con la Turkish Petroleum International Co. per lo sviluppo di un'altra parte del giacimento di South Pars, dopo che i turchi avevano rifiutato di impegnarsi nell'accordo. Il Ministero del Petrolio iraniano sta negoziando con un consorzio nazionale, composto principalmente da affiliati ai Guardiani della Rivoluzione, come riporta il sito Aftabnews. Nessun altro ha presentato offerte sui contratti per lo sviluppo del giacimento, essenzialmente perché nessuna impresa iraniana è in grado di gestire l'enorme progetto.
 
I Guardiani, la cui impresa Khatam ol-Anbia è la maggiore del Paese nel settore delle costruzioni, si vantano pubblicamente della loro crescente esperienza in enormi progetti petroliferi.

“Oggi i Guardiani della Rivoluzione sono orgogliosi di possedere una conoscenza e capacità tale da poter sostituire facilmente grandi compagnie occidentali come Total e Shell, subentrando loro in grandi progetti ad Asalouyeh”, ha detto lo scorso fine settimana Yadollah Javani, un alto comandante, alla Labor News Agency, un'agenzia iraniana semi-ufficiale. Tuttavia, secondo alcuni analisti occidentali, sui progetti maggiori i Guardiani di solito subappaltano i lavori più complessi a compagnie straniere, ora per la maggior parte provenienti dalla Cina. 

 
Hanno contribuito a questo articolo il corrispondente speciale [termine con cui i media statunitensi definiscono i loro stringer locali NdR] Kay Armin Serjoie da Tehran e Mary Beth Sheridan, della redazione del Washington Post, da Washington

 

The Washington Post, 5 maggio 2010(Traduzione di Sara Cimatti per Osservatorio Iraq)