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Io, un compagno che sbaglia

di Raffaele Morani - 11/05/2010

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Ciao a tutti, sono comunista, coi ragazzi di CasaPound ogni tanto mi confronto,  sono stato da loro invitato ad alcune conferenze, su Che Guevara o altri  argomenti, e lì presentandomi mi sono definito “antifascista che non accetta  l’intolleranza degli antifascisti tardi epigoni degli anni settanta”. Ho  incontrato ragazzi e ragazze che si rifanno al fascismo, un passato che non  condivido, ma disponibili ad ascoltare e a confrontarsi con chi come me ha idee  diverse dalle loro. Io non temo il confronto, lo cerco anch’io perchè penso che  sia sempre un fatto positivo e perchè ritengo che la mia identità non si basi  sulla negazione di quella altrui.
Per questo ho aderito all’appello a favore  della libertà di manifestazione del Blocco Studentesco con primi firmatari  Pietrangelo Buttafuoco e Luciano Lanna e sottoscritto da un centinaio di  intellettuali, scrittori, giornalisti, parlamentari quasi tutti di destra. Ho  firmato quell’appello perchè penso che la Costituzione nata dalla Resistenza  garantisca ad ognuno il diritto di esprimersi liberamente, e non riesco a  capire come in nome della libertà si possa cercare di toglierla a chi la pensa  diversamente, una sinistra degna di essere tale secondo me dovrebbe avere a  cuore la giustizia e la libertà per tutti, anche e soprattutto per gli avversari.
Sono quindi un compagno che sbaglia, se non peggio, e condivido  pienamente l’appello lanciato da Sansonetti e dalla redazione de Gli Altri, a  cui esprimo la mia solidarietà per gli attacchi anche pesanti a cui sono stati  e sono sottoposti da parte di una sinistra sempre più incapace di leggere la realtà e sempre più ancorata al millennio scorso. Ho letto con molta attenzione  come Valerio Evangelisti sul Manifesto dei giorni scorsi spieghi a noi compagni  che sbagliano che anche se i numerosi episodi di violenza ed intolleranza verso  immigrati, ebrei, diversi che descrive non siano riconducibili a Casa Pound o  al Blocco Studentesco “Però la cultura è la stessa”. A me un simile argomento  ricorda la caccia alle streghe, che non mi sembra una cosa molto di sinistra, come mi sembra ancora meno di sinistra, affermare che “la libertà non può essere anteposta all’antifascismo”. Chi non la pensa come noi, non è quindi  meritevole dei diritti universali garantiti dalla nostra Costituzione: a me  sembra un concetto aberrante, figlio dell’intolleranza, del pregiudizio e del rifiuto del diverso. Secondo i soloni dell’antifascismo militante queste  caratteristiche dovrebbero essere dei ragazzi di CasaPound, eppure a quei  ragazzi (ogni tanto vittime di aggressioni ed atti d’intolleranza che una  sinistra degna di essere tale dovrebbe condannare) non ho mai sentito fare
simili discorsi, che sono invece ben presenti in alcuni ambienti di sinistra, non sarebbe il caso di preoccuparsi di questo anzichè vivere cercando d’impedire ad altri di potersi esprimere?