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Senza sesso

di Alberto Cossu - 13/05/2010

 


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Che il progresso abbia da tempo distrutto tutte o quasi le identità e le polarità qualitative tipiche delle società pre-moderne è cosa ovvia. Che questo processo di livellamento negli ultimi decenni abbia colpito anche la sfera dell’identità sessuale e della procreazione è altrettanto palese. Basta dare uno sguardo agli ultimi fatti di cronaca per avere una conferma di questa tendenza e della sua accelerazione. Ad esempio, da un paio di anni, negli USA il comune di San Francisco ha cominciato ad emettere carte di identità senza indicazione del sesso. Foto, data di nascita e generalità del titolare sono presenti, ma mancherà la casella che identificava l'appartenente come maschio o come femmina.
E’ chiara la portata di questo fatto come segno dei tempi: anche le leggi si adeguano, infatti, al sentire comune attuale per cui le differenze sessuali non esisterebbero o sarebbero assolutamente contingenti se non essenzialmente culturali (sic!). Come prima si sono livellate le differenze identitarie, religiose, culturali, di stirpe, dovute a qualità personali nel nome della democrazia e del progresso provocando d'altra parte anomie, conformismo, mancanza di senso, adesso si arriva, in nome della tutela della privacy della propria “identità sessuale” (sarebbe meglio dire “mancanza di identità”) e per rispetto dei “diversamente normali”, a bandire anche legalmente l’esistenza della differenziazione sessuale negli umani. Ormai il cosiddetto "terzo sesso", lungi dall’essere un sintomo pericoloso della situazione cui siamo giunti, diviene concretamente, per quanto riguarda la sessualità odierna, il tipo umano che tra pochi anni sarà predominante, così com’è già oggi predominante un tipo umano sfuggente, fiaccato e schiavo di qualsiasi impulso esterno ed interno, incapace di qualsiasi slancio. Si badi bene che quando noi parliamo di “terzo sesso” in questi termini non ci stiamo ovviamente riferendo all’omosessualità naturale bensì a quella indotta, provocata da cedimenti e sbilanciamenti negli individui più deboli rispetto a stimoli sia interni che esterni.
Naturalmente tutta questa situazione generale di livellamento, sfaldamento e fisima per l’uguaglianza non doveva certo mancare di infettare anche una cosa che dovrebbe essere considerata sacra come la procreazione. Secondo degli scienziati britannici dell'università di Newcastle i maschi saranno ad esempio un optional nel prossimo futuro o al massimo saranno relegati al ruolo di persone “di compagnia”, comunque non indispensabili per la riproduzione. Tali luminari, infatti, si dicono pronti a tramutare le cellule del midollo osseo femminile in sperma. Di fatto estromettendo il maschio dal processo riproduttivo. E' la rivista New Scientist a illustrare tale aberrazione, aggiungendo che però le donne con questo metodo potranno ottenere solo bambine (perché nello sperma creato a partire dal loro midollo, mancherebbe comunque il cromosoma Y). Il che probabilmente non scontenterà certo taluni ambienti di femministe lesbiche. Naturalmente gli scienziati ci assicurano che è per il nostro bene, e come poteva essere il contrario? Servirà per combattere i problemi di infertilità e altre patologie (il problema dell'infertilità ormai riguarda una coppia su sei nel mondo occidentale e questi signori anziché riflettere su come eliminare i fattori che determinano questo handicap come l’inquinamento, vanno invece a pensare a come far partorire le donne…) ma potrebbe benissimo essere usato in tanti altri modi. Per esempio per consentire alle coppie omosessuali, sia femminili sia maschili, di avere figli con il proprio Dna.
A San Francisco abbiamo invece l'analista Greg Aharonian, che si autodefinisce subito "un provocatore”, ma sarebbe meglio definire uno sconsiderato. Aharonian vuole brevettare la tecnica che consentirebbe di ottenere sperma femminile e ovuli maschili. "Così cadrà la presunzione di superiorità del matrimonio eterosessuale fondata sulla capacità di procreare". Così la (fanta)scienza, nei laboratori e sugli animali, continua a cercare soluzioni. Tanto che gli scienziati brasiliani del Butant Institute hanno detto di essere riusciti a creare da cellule staminali embrionali di topi maschi, sia sperma sia ovuli.  Alle possibili critiche questi illustri stregoni rispondono che "non è il caso di agitare spauracchi visto che si tratta di esperimenti nelle loro prime fasi. E quindi prima di arrivare a risultati concreti ci vorranno anni". Anche perché, però, i topi creati nei laboratori dell'università di Newcastle, crescendo soffrono di seri problemi di salute. Come a dire che la natura alla fine si prende la sua rivincita lo stesso. Speriamo che se la prenda pure contro codesti scienziati e con chi li finanzia.