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Il ruolo di Reporters senza frontiere. Giornalismo libero al servizio della politica estera USA

di William Engdahl - 21/05/2010

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Un'organizzazione che chiama se stessa Reporters Senza Frontiere (RWB; francese: Reporters sans frontières, o RSF) ha appena nominato il primo ministro russo Vladimir Putin, il presidente della Cina Hu Jintao, Mahmoud Ahmadinejad dell'Iran, Nursultan Nazarbayev del Kazakhstan ed il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko nella sua lista dei Quaranta peggiori predatori della libertà di stampa per il 2010. La cosa più significativa della sua lista di 'cattivi' è la relazione geopolitica di quei leader e di quei paesi all'attuale 'lista dei nemici' del Dipartimento di Stato USA. Questo non è un caso, mentre diventa chiaro quando osserviamo molto attentamente chi ha fondato RSF.
Nella sua dichiarazione RSF afferma: "Dal momento che questi predatori hanno un volto, dobbiamo conoscerli per meglio denunciarli. Reporters senza frontiere ha deciso di stendere il loro ritratto". Il suo linguaggio colorito non è un caso. Il termine predatore evoca immagini di orrore nella maggior parte delle persone.
Nella sua ultima lista dei 'cattivi' appena pubblicata, della Russia di Putin osserva: "Come pure manipolando gruppi ed istituzioni, Putin ha promosso un clima di orgoglio nazionale pompato che incoraggia la persecuzione dei dissidenti e dei liberi pensatori e favorisce un livello di impunità che mina continuamente la regola della legge". RSF ha dichiarato che Putin, "l'ex ufficiale del KGB", ha esercitato così tanto controllo su tutti gli aspetti della vita in Russia che "le stazioni TV nazionali ora parlano con un'unica voce". E' abbastanza interessante notare che la citazione ed un rapporto della menzione di Putin sono apparse sul media di stato russo, RIA Novosti.[1]
Riguardo alla Cina, RSF dichiara: "In onore della Shanghai World Expo, la maggiore esposizione della potenza (sic) cinese dai Giochi Olimpici del 2008, Reporters Senza Frontiere la scorsa settimana ha invitato gli utenti di Internet a visitare una pagina specialmente creata sul proprio sito web dedicata alle libertà che in Cina sono dileggiate".[2]
Forse importante esattamente come la lista dei cattivi di RSF sono i nomi che questa non contiene. Ci si potrebbe chiedere perché i nomi di tali nemici del più alto livello della libertà di espressione e di stampa come il dittatore della Georgia, il presidente Mikhail Saakashvili, o l'ex presidente dell'Ucraina Viktor Yushchenko, o il recentemente deposto dittatore del Kyrgyzstan, Bakiyev, siano assenti. Tutti e tre sono arrivati al potere con colpi di stato appoggiati da Washington, chiamati anche rivoluzioni colorate. Particolarmente, tutte le persone appena nominate da RSF come "predatori" sono stati negli ultimi anni bersaglio di tentativi di destabilizzazione finanziati da Washington.

Chi c'è dietro RSF?
L'immagine lucente che RSF presenta al mondo, come l'utilizzo del termine "predatori", non è un caso. E' il prodotto dell'agenzia pubblicitaria di RSF. Annunciando il 3 maggio la lista dei quaranta sul suo sito web, RSF dichiara che "La lista dei Predatori della Libertà di Stampa viene pubblicata oggi, sostenuta da un annuncio pubblicitario della campagna prodotto dall'agenzia Saatchi & Saatchi...Nella lista dei predatori di quest'anno vi sono 40 nomi...che non sopportano la stampa, la trattano come un nemico ed attaccano direttamente i giornalisti. Sono potenti, pericolosi, violenti e sopra la legge".[3]
La Saatchi & Saatchi è uno dei "persuasori occulti" o società di PR più influenti del mondo. Le viene attribuita la campagna che ha portato al potere Margaret Thatcher ed è la società pubblicitaria del Partito Laburista di Gordon Brown. I suoi clienti comprendevano Citigroup, Hewlett-Packard, DuPont, Proctor & Gamble. Ci si potrebbe chiedere dove RSF ottiene i finanziamenti per assumere un simile consigliere d'elite.

Dietro RSF si nasconde il NED
La domanda più interessante non sono le azioni di Hu Jintao o di Putin o di Ahmadinejad lo scorso anno in relazione alla loro stampa nazionale, ma piuttosto chi sta giudicando questi leader. Possiamo ben chiedere: "Chi giudica i giudici"? La risposta è: Washington.
Reporters Senza Frontiere è un'organizzazione non governativa (ONG) internazionale. Secondo il suo sito web ha il suo quartier generale a Parigi, Francia. Parigi è una sede curiosa per un'organizzazione che, come risulta, è finanziata dal Congresso USA e da agenzie legate al governo USA.
Se andiamo nel sito web di RSF per scoprire chi c'è dietro questi giudici autoconsacrati della libertà di stampa mondiale, non troviamo nulla. Neppure il suo consiglio di amministrazione viene nominato e tanto meno i suoi sostenitori finanziari. Il suo conto economico pubblicato annuale non offre nessun indizio su chi vi sia dietro finanziariamente.
Milioni di dollari del suo reddito annuale vengono divulgati come derivanti dalla "vendita di pubblicazioni". Non nomina le pubblicazioni o a chi siano state vendute. Come ha osservato un ricercatore, "Anche considerando che i libri vengano pubblicati gratuitamente, avrebbe dovuto vendere 170.200 libri nel 2004 e 188.400 libri nel 2005 per guadagnare gli oltre $2 milioni che l'organizzazione asserisce di guadagnare ogni anno - 516 libri al giorno nel 2005. Il denaro chiaramente doveva provenire da altre fonti, come risulta sia avvenuto".[4] Un tentativo di andare nel sito web di RSF per ordinare qualunque sua pubblicazione non ha trovato nessun collegamento ad alcuna informazione per l'acquisto né a nessun listino prezzi o sommario di libri. Davvero molto curioso.
Nelle sue dichiarazioni finanziarie e nei suoi conti economici pubblicati nel settembre 2009, afferma: "Le finanze dell'organizzazione nel 2008 sono state contrassegnate dalla fine della campagna (iniziata nel 2001) per il Giochi Olimpici di Beijing che hanno influenzato significativamente le entrate e le uscite". [5] Ciò significa che RSF ha passato otto anni e non svelate somme di denaro per fare campagna contro il governo della Cina nel periodo che ha preceduto le Olimpiadi di Beijing del 2008. A quale scopo? Particolarmente, RSF nomina il presidente cinese Hu Jintao come 'predatore' di quest'anno per le sue azioni nel reprimere le agitazioni in Tibet nel marzo 2008 e nello Xinjiang nel luglio 2009, entrambe le quali sono state l'opera clandestina di una ONG finanziata dagli USA chiamata National Endowment for Democracy (NED). Hmmm.
Dopo anni che cerca di nasconderlo, Robert Menard, segretario generale con sede a Parigi di Reporters Sans Frontieres o RSF, ha confessato che il bilancio di RSF è stato finanziato principalmente da "Organizzazioni USA strettamente collegate alla politica estera degli USA".[6] Queste organizzazioni basate negli USA che sostengono RSF comprendono la Agency for International Development (USAID) ed il National Endowment for Democracy (NED) del Congresso. Includono pure il Center for Free Cuba, il cui amministratore fiduciario, Otto Reich, è stato costretto a dimettersi dall'amministrazione di George W. Bush dopo la denunzia del suo ruolo in un tentativo di colpo di stato appoggiato dalla CIA contro il presidente democraticamente eletto del Venezuela Hugo Chavez.[7]
Come un ricercatore ha scoperto dopo mesi che cercava di ottenere una risposta dal NED sul suo finanziamento a Reporters Senza Frontiere, che ha compreso il netto rifiuto da parte del direttore esecutivo di RSF Lucie Morillon, il NED ha rivelato che Reporters Senza Frontiere ha ricevuto assegnazioni in almeno tre anni dall'International Republican Institute. L'IRI è una delle quattro affiliate del NED.[8]
Il NED, come ho esposto dettagliatamente nel mio libro "Full Spectrum Dominance:Totalitarian Democracy in the New World Order", è stato creato dal Congresso USA durante l'amministrazione Reagan su iniziativa dell'allora direttore della CIA Bill Casey per rimpiazzare i programmi di azione clandestina nella società civile della CIA, che erano stati rivelati dalla commissione Church a metà degli anni '70. Come ha ammesso anni dopo Allen Weinstein, colui che che ha redatto la legislazione che creò il NED, "Molto di ciò che oggi facciamo veniva fatto clandestinamente dalla CIA 25 anni fa". [9]
Forse un'organizzazione che si erge a giudice della libertà di stampa mondiale dovrebbe praticare essa stessa un poco più di sincerità e di trasparenza su da dove abbia origine il proprio sostegno. Altrimenti dovremmo pensare che abbia qualcosa da nascondere.

Note
[1] RIA Novosti, RSF names Putin, Kadyrov freedom "predators," RIA Novisti, Moscow, May 4, 2010
[2] Reporters Without Borders website, Reporters without Borders works on all fronts, May 3, 2010
[3] Ibid.
[4] Diana Barahona, Reporters Without Borders and Washington's Coups, ZNet, August 2, 2006
[5] Reporters Without Borders, Income and Expenditures to end December 2008, published September 7, 2009
[6] Source Watch, Reporters Without Borders
[7] Ibid.
[8] Diana Barahona, op.cit.
[9] Allen Weinstein, quoted in David Ignatius, Openness is the Secret to Democracy, Washington Post National Weekly Edition, 30 September 1991, pp. 24-25.

F. William Engdahl Global Research
Traduzione a cura di Freebooter