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Italiano mio benché

di Fabrizio Di Ernesto - 23/05/2010

Così probabilmente si ritroverebbe a dire oggi il Petrarca in questa Italietta liberista leggendo l’ultima follia allo studio dei nostri governanti destinata a distruggere definitivamente la nostra cultura e la nostra identità nazionale.
Dopo aver smantellato il modello gentiliano che ad oltre sessanta anni dalla sua formulazione continuava a garantire una invidiabile eccellenza alla nostra scuola, ora le geniali menti che da quasi venti anni stanno debellando ogni possibile forma di sapere sono pronti a cedere all’occupante a stelle e strisce l’ultima forma di cultura e identità nazionale che ancora ci rimane.
In un futuro non molto lontano, infatti, già dall’asilo verrà insegnato l’idioma dei dominatori, ovvero l’inglese.
La scusa è la solita, i bambini piccoli sono maggiormente portati all’apprendimento e quindi bisogna permettere ai nostri figli di essere pronti fin da subito ad essere competitivi in quel mondo globalizzato che proprio Washington ha creato ad arte.
Proprio noi italiani, nipoti di quei latini che con il loro idioma hanno dato a mezzo mondo la possibilità di comunicare e da cui discendono la gran parte delle lingue conosciute, a breve perderemo la millenaria storia della nostra lingua comune, quella che anche negli anni in cui eravamo calpesti e derisi ha permesso e dato a migliaia di uomini la forza di lottare per realizzare l’unità politica.
Già oggi, una intera generazione di giovanissimi al posto dell’italiano per comunicare utilizza sigle da servizio messaggi brevi, o short message service come direbbero i controllori d’oltreoceano, la prossima quindi probabilmente metterà da parte il nostro millenario idioma per comunicare con coetanei, genitori ed ogni altro interlocutore in una lingua estranea alla nostra cultura.
In fondo, il sistema è molto semplice: basta togliere ad una comunità, ad un’etnia, ad un popolo o ad un individuo la propria lingua, obbligarlo a parlare quella dei conquistatori, dominatori e colonizzatori per uccidere l’identità di quel popolo.
Ciò che gli USA stanno scientemente facendo dal 1943 con il sostegno dei nostri politici.