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Vittorio Zucconi o il giornalismo come urlo

di Miguel Martinez - 23/05/2010


Vittorio Zucconi o il giornalismo come urlo

Vittorio Zucconi con un appassionato lettore di Repubblica

 

Io curo un piccolo blog, in cui nel mio tempo libero esprimo alcune mie riflessioni inutili e molto di parte. Nel farlo, cerco comunque di rispettare due principi: far capire di cosa sto parlando e non ululare insulti. Già ho pochi lettori, ma se non facessi così, mi troverei meritatamente a leggermi da solo.

Vittorio Zucconi invece è un signore che viene pagato, sicuramente bene, esclusivamente per spiegare a qualche milione di persone al giorno (tra acquirenti e lettori a sbafo di Repubblica, più frequentatori del sito) cosa succede nel paese più potente del pianeta, cioè gli Stati Uniti.

Sul sito di Repubblica troviamo oggi un articolo di Vittorio Zucconi  in cui racconta dell'approvazione da parte del Texas Board of Education di un documento in cui questo grande stato definisce le linee guide dei libri di testo in materia di social studies e storia.

Il documento contiene una serie di emendamenti imposti dai repubblicani: l'esclusione di certe proposte provenienti dagli ambienti ispanici; l'inserimento nel curriculum di alcuni dati veri, ma che nella manipolazione generale della storia fanno più comodo ai repubblicani che ai democratici (come l'inserimento dei liberisti Milton Friedman e Von Hayek accanto a Adam Smith e Marx tra gli economisti da studiare o lo studio delle "estremiste" Pantere Nere accanto al non violento Martin Luther King); il riconoscimento del ruolo della religione nella fondazione degli Stati Uniti; e l'uso del termine edulcorato free market economy invece di capitalism.

Gli Stati Uniti vengono definiti - peraltro correttamente - una "repubblica costituzionale" piuttosto che una "democrazia". Nel parlare poi di droga, bulimia, anoressia e violenza sessuale, si dovrà sottolineare anche l'importanza delle scelte personali, accanto ai fattori sociali. Assolutamente discutibile, poi la scelta di sostituire lo studio delle idee di Thomas Jefferson con quelle di Tommaso d'Aquino e Calvino. Il cristianesimo, in particolare nella sua versione calvinista, ha certamente svolto un ruolo determinante nella cultura statunitense, ma è probabile che Tommaso d'Aquino sia stato tirato dentro solo per accontentare l'elettorato cattolico del Partito Repubblicano.

Tutto questo punta in maniera sottile a rafforzare il tipo di cultura che ispira gli elettori del Partito Repubblicano e - come tutte le scelte storiografiche - è ampiamente criticabile, ma non c'è nulla di particolarmente rivoluzionario: non vengono toccati temi come l'aborto, la razza, l'evoluzione.

Il modello verso cui si mira è in sostanza quello di un paese senza troppi senza di colpa, resa forte dall'unione tra  liberi individui creativi e vaghi valori religiosi "giudeocristiani"; una società multietnica ma non multiculturale. Qualcosa insomma di tipicamente americano.

Vi spiego tutto questo, perché i lettori di questo blog meritano un trattamento migliore dei lettori di Repubblica. Ai quali Vittorio Zucconi non spiega affatto cosa è successo. Dopo quella che deve essere stata un'abbondante bevuta di whisky, grida una serie di cose composte, di cui vi presento una breve antologia:

"Si spegne qualche luce, nelle aule scolastiche di un grande stato americano in rivolta contro l'età dei Lumi e della ragione, addirittura contro la propria storia. Reazionari e oscurantisti di tutto il mondo unitevi... è partita la grande contro-rivoluzione culturale... Il grande balzo revisionista all'indietro... una storia riveduta e scorretta dal fanatismo ideologico rigurgitato dal ventre dell'America arrogante e confusa che, come tutte le società spaventate dai tempi, cerca rifugio nelle grotte del passato e nell'adorazione dei propri immaginari totem tribali.... Un tornado di follia passatista e a tratti ridicolmente ideologico... il vento di rancori e le divisioni ideologiche di parte... i bambini dovrà essere inculcata l'idea che la "separazione fra Stato e Chiesa" è una bisecolare invenzione della sinistra anti-cristiana e negatrice... i repubblicani decisi al lavaggio dei piccoli cervelli nelle scuole.... neo-polpottismo rieducativo... la Grande Marcia all'Indietro... "Il futuro per i bambini del Texas è divenuto se non più oscuro, certamente più  oscurantista."

In uno dei pochissimi casi in cui Vittorio Zucconi afferma qualcosa di concreto, capisce poi esattamente il contrario. Come anche il titolista, che strilla qualcosa a proposito di "svolta neocon", come se i neocon c'entrassero qualcosa con queste polemiche casomai tipiche del conservatism statunitense.

Tradizionalmente, in inglese di dice BC, Before Christ, e AD, Anno Domini, per calcolare gli anni. E' sottinteso che chi usa questi termini riconosca la trascendente importanza di Cristo e lo senta come proprio Dominus o signore.

Per questo, i testi più laici e politicamente corretti preferiscono oggi usare i più neutri BCE, Before Christian Era, e CE, Christian Era: una constatazione oggettiva che tale è l'era definita dai cristiani, senza l'obbligo di condividerne la fede.

La riforma texana accetta questa scelta, anche se presumibilmente più per non alienarsi la simpatia degli elettori ebrei che per laicismo. Ma Zucconi stravolge così i fatti:

Il calendario, che oggi si calcola in anni BC, Before Christ, e A. D. Anno Domini, va riscritto come B. C. E. e C. E., dove la E sta per "Era", prima e dopo l'Era Cristiana per accrescere l'effetto, anche se la maggioranza dell'umanità nell'era cristiana non si riconosce. Ma il Taxa [sic], per i texani, è il mondo."

Il bello è che io sarei anche in gran parte d'accordo con chi critica questa riforma.

Ma questo blog islamonazicomunista ci tiene a distinguersi da certi compagni di viaggio estremisti e confusionari. Come Vittorio Zucconi.

L'Internazionale dell'Odio ha una reputazione di serietà da difendere.